Ufficialmente il governo giallo-rosso è partito con la fiducia che il Conte-bis ha ricevuto da Camera prima e Senato poi. Ufficiosamente, però, l’esecutivo è fermo perché per poter veramente operare c’è bisogno della nomina dei vice-ministri e soprattutto dei sottosegretari. Ed è proprio su queste nomine che tra MoVimento 5 Stelle e Partito democratico c’è in atto una vera e propria battaglia. Qualcuno potrebbe dire, per le poltrone. E potrebbe tutto sommato avere ragione. Di certo i rapporti tra il presidente del Consiglio e i dem è ora messo a dura prova. Quasi a un passo dalla rottura. Il motivo? Sembrerebbe che il premier abbia in pratica promesso a Ricardo Merlo il ruolo che lo stesso ha ottenuto nella precedente legislatura: sottosegretario al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Quasi un contentino quello che Conte vorrebbe dare insomma al presidente del Maie che, ricordiamo, ha votato la fiducia al Senato per il premier. Insomma, alla faccia della discontinuità, ci verrebbe da dire, rispetto al ‘capolavoro’ che hanno sfornato nei 14 mesi al comando Lega e MoVimento. Ma l’idea di Merlo nuovamente sottosegretario ha di fatto scatenato la rabbia del Pd, non solo perché questa nomina spetterebbe a lui, ma soprattutto perché di certo Merlo a oggi non sarà ricordato negli annali per quanto fatto per gli italiani all’estero. Anzi. Ieri il malcontento dei dem è stato lasciato ai posteri tramite un commento sui propri social da parte di Laura Garavini del Partito democratico: "Le politiche per gli italiani all‘estero nell‘ultimo anno – ha scritto - sono state uno scandalo. Uno schiaffo a tutte le nostre comunità italiane nel mondo. Difficile credere che la notizia di una riconferma di Ricardo Merlo a Sottosegretario sia vera. Sarebbe un ulteriore affronto alla nostra gente". Un post durissimo che ha condiviso con Enzo Amendola, Luciano Vecchi, Massimiliano Picciani, Michele Schiavone, Toni Ricciardi, Francesco Garippo Francesco, Lanfranco Fanti, Paolo Sartini, Federico Quadrelli, Ilaria Maselli, Francesco Cerasani, Massimo Ungaro, Nicolás Fuster, Marco Onorato, Laura Parducci, Luca Malosti, Andrea Mantione, Pietro Mariani e Andrea Betti. Non sono mancati i commenti alle parole della Garavini, come quello di Pietro Mariani: "Se si confermasse sarebbe una vergogna, altro che scandalo". E ora? Non resta che aspettare. Noi speriamo in un segnale da parte del governo nel nome della discontinuità: l’esecutivo giallo-verde non ha lasciato granché… Forse è meglio dimenticarlo e pensare davvero ad altro.