Picasso, Van Gogh, Monet, Magritte, Toulose Lautrec, Paul Signac, Kandisky, Segantini, De Nittis, Vittorio Matteo Corens. Quadri, dipinti, opere d'arte. Cinquantacinque capolavori di livello internazionale, valore stimato iniziale sei milioni di euro. Opere di grandissimo pregio e di enorme valore, firmate da sensazionali autori, appartenute alla collezione di Callisto Tanzi. Il tesoro confiscato nell'ambito del crac Parmalat. Una sorta di colpo del secolo, visto che di arte si parla. Il tribunale di Parma ha scelto Pandolfini, la casa d'arte fiorentina che porterà all'asta i 55 capolavori, preferendola a molti competitor di valore mondiale. In virtù di cosa? Dell'alta specializzazione acquisita nel campo della vendita di opere di interesse internazionale.

Pandolfini è un'azienda in grado di dialogare col mercato mondiale. L'unicità dei pezzi consentirà alla casa d'arte fiorentina la realizzazione davvero del colpo del secolo. L'obiettivo è di ricavare dalla vendita una cifra tra i nove e i dodici milioni. Mai negli ultimi cinquant'anni in Italia è stata messa all'asta una collezione come questa. La messa all'asta della collezione ex Tanzi (Van Gogh, Picasso, Monet, Magritte, Toulose Lautrec, e altri) promette di spingere molto in alto il business 2019 di Pandolfini. Già primatista, nel 2014, del primato per fatturato tra le Case d'asta italiane. Secondo l'anno scorso con 27 milioni di euro; un aumento del 5% nel primo semestre del 2019. La casa d'arte fiorentina conta quest'anno di crescere con un fatturato destinato a superare i 30 milioni. Un caso in controtendenza, grazie ai cinquantacinque capolavori della collezione ex Tanzi.

Solo una parte di tesoro che comprende in tutto 130 magnifiche opere. Quelle di minor valore, ottanta circa, sono state assegnate all'Istituto di vendite giudiziarie di Parma per un'asta online che si chiuderà domani. Un colpo formidabile, per Pandolfini. Il crac Parmalat fa ricca la casa d'asta che ha rinunciato a trasferirsi a Milano, centro del business e crocevia di collezionisti. Il capoluogo lombardo resta comunque una sede operativa dell'azienda. Proprio a Milano, presso il Centro Svizzero, le cinquantacinque spettacolari opere saranno esposte dal 25 al 28 ottobre. I fiorentini potranno ammirare i capolavori tra il 20 e il 22 ottobre a Palazzo Ramirez Montalvo, in Borgo Albizi. Una mostra speciale sarà riservata a Roma dal 10 al 12 ottobre.

Una cosa sembra certa: alcuni pezzi saranno battuti ad oltre un milioni di euro. Si annuncia l'arrivo a Firenze di collezionisti provenienti da tutto il mondo. Gli emissari del Museo Van Gogh hanno chiesto informazioni e prenotato alberghi. Una sorta di dantesca legge del contrappasso è possibile intravvedere in questa vicenda che profuma indubbiamente di splendida arte: il crac Parmalat ha impoverito gli investitori; la collezione ex Tanzi arricchisce la Pandolfini e lo spirito di collezionisti e compratori malati d'arte. Ma proviamo a vedere nel dettaglio, tra le pieghe della ricca collezione, cosa c'è di opere particolari. Di Vincent Van Gogh, un gessetto nero su carta di grande qualità, Pollard Willow, eseguito tra il 1881 e il 1882, e una "Natura morta" su tela, del periodo de "I mangiatori di patate", il dipinto più importante del periodo olandese, prima del trasferimento di Van Gogh a Parigi.

E c'è pure il capolavoro di Giacomo Balla, "Finestra su Dusseldorf", del periodo reniano del maestro. La finestra è aperta e osserva il Reno le cui sponde sono collegate da un ponte di ferro. Due anche le opere di Vasilij Kandinsij. Una china e anilina su carta, applicata su un cartoncino preparata con acquerello azzurri; la seconda un olio su tela applicata su cartoncino pressato del 1905, realizzata dall'artista al ritorno dalla Tunisia e nel successivo soggiorno in Liguria con l'allieva e sua compagna di vita, Gabrielle Muntier. E ancora Pissarro, Monet, Magritte, Magritte, Toulouse Lautrec, Picasso, Mirot. E gli italiani.

I grandi maestri italiani dei secoli XIX e XX. Zandomenghi con "Femme au bouquet", del 1914, celebrativa alla Biennale di Venezia del successo ottenuto dall'artista in Francia. Segantini è presente con "Savognino d'inverno"; Giuseppe De Nittis con "Uomo con cappello e pipa", piccolo e intenso ritratto. Umberto Boccioni è tra i cinquantacinque capolavori della collezione ex Parmalat con "Donna che legge", inchiostro e gessetti colorati eseguito nel 1909. Infine, i grandi moderni. Pablo Picasso con "Natura morta" del 1944, fondamentale nella vita artistica del grande pittore. Il banco di prova per le sue ricerche cubiste. Di strepitosa bellezza il lavoro su cartoncino di Mara Chagall e un pastello colorato su carta giapponese del 1975 di Mirò. Splendida materia, in blocco, per deliziare gli occhi degli appassionati alle mostre imminenti e fa schizzare alle stelle i proventi di Pandolfini. Sette milioni di euro nel 2018 soltanto dal dipartimento gioielli e orologi da polso. Il resto a parte, ovvio. Come vincere alla lotteria, da unico vero beneficiario del crac Parmalat.

Franco Esposito