Dal punto di vista economico, Gentiloni non vede all’orizzonte una fase di recessione, che può esserci "in singoli Paesi", ma semmai "siamo di fronte, dopo un periodo di crescita prolungata, ad una prospettiva di rallentamento, di una debolezza che si prolunga più del previsto". Ma la crescita prolungata del periodo 2013-2018 "non ha ridotto le differenze fra Paesi ed ha addirittura accresciuto le differenze sociali interne" ed è per questo motivo che bisogna "riprendere la via della crescita rendendola più sostenibile sul piano sociale ed ambientale".
Una delle missioni affidate da von der Leyen a Gentiloni, ad esempio, "è di guidare il lavoro per definire un’assicurazione europea contro la disoccupazione con l’obiettivo di proteggere i cittadini europei dai rischi che corrono sui posti di lavoro a causa di situazioni di crisi, degli choc dall’esterno", una partita che lo stesso neocommissario definisce "di enorme valore concreto e simbolico".
L’altro pilastro per sostenere lo sviluppo è appunto il Green Deal, "una delle sfide più rilevanti di questa Commissione" la definisce Gentiloni, e la bandiera della sostenibilità ambientale "deve essere presente in tutti i nostri sforzi" aggiunge.
Nel suo "chiaro orientamento europeista" sostiene ancora Gentiloni, il nuovo governo italiano ha annunciato sin da subito di voler entrare "nel gruppo di testa di Paesi che lavorano per ridurre le emissioni di CO2" cosicché "il mio contribuito – aggiunge il Commissario Ue - sarà nel cercare di far funzionare al meglio gli strumenti che servono all’intera Unione". E tra questi obiettivi ci sono "il confronto sulle politiche di bilancio, il funzionamento del sistema monetario, investimenti, tasse e misure sociali" lavorando a fianco del vicepresidente Dombrovskis".
Al quotidiano torinese che osserva che alla revisione del Patto di Stabilità auspicata da Mattarella l’Ecofin di Helsinki ha risposto molto freddamente, Gentiloni risponde che "entro la fine dell’anno la Commissione farà una primo tagliando, aprendo una discussione
che si svilupperà l’anno prossimo" e "la valutazione che dovremo fare, in costante contatto con il Parlamento, è verso quale obiettivo orientare tale revisione". Cioè verso un reinterpretazione "più chiara delle regole vigenti" oppure "a vere e proprie modifiche legislative". Ma l’Italia parlerà attraverso "la voce autorevole del ministro Gualtieri in questa revisione".
Infine sulla Web Tax, Gentiloni sostiene che il primo passo è verificare "la possibilità di una Web tax in ambito Ocse/G20, ovvero globale, che sarebbe la soluzione più efficace" entro il 2020, "ma se non sarà possibile allora la missione sarà di proporre una Web tax europea". "La distinzione è chiara" aggiunge Gentiloni "non abbiamo preclusioni su una tassazione dei
giganti del web a livello globale ma non siamo disponibili, in sua assenza, a non decidere come Ue".
Quanto all’accordo di Dublino sui migranti, infine, Gentiloni sostiene che "non sarà facile" arrivare ad una modifica, "ma vedo dei passi avanti" precisa poi, aggiungendo: "Posso comunque assicurare che pur non essendo questa una mia specifica competenza, porterò nel collegio della Commissione l’esperienza mia, del mio governo e del mio ministro degli Interni. Abbiamo un contributo interessante da dare" e "la Commissione può dare un contributo rilevante per cambiare le regole sull’asilo e sul controllo delle frontiere; per assistere i paesi di origine delle migrazioni; per sostenere gli accordi di gestione dei flussi come quelli Germania-Turchia e Italia-Libia; per stringere accordi con altri Paesi. Nel rispetto dei principi umanitari e dei valori europei" conclude.

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