Silvio Berlusconi boccia Matteo Renzi. L’ex rottamatore di Rignano, balzato all’attenzione delle cronache per la sua scissione dal Pd, non solo non può considerarsi "figlio" politico del Cavaliere, ma "il suo percorso di vita – ha spiegato il leader (e storico fondatore) di Forza Italia - è all'antitesi del mio". E soprattutto, ha aggiunto: è "il principale artefice della nascita del governo più a sinistra della storia repubblicana". L’ex presidente del Consiglio si è detto convinto che il senatore fiorentino non riuscirà a strappare al centrodestra "il voto degli elettori moderati e liberali". In ogni caso, Berlusconi ha comunque augurato a Renzi di avere successo perché, è il suo pensiero: "preferisco per il Paese una sinistra moderata, europea e lontana dalle ideologie e dagli orrori del passato". Tuttavia, ha rilanciato, intervistato dal Corriere della Sera, che anche se il linguaggio utilizzato, "moderato e rispettoso delle istituzioni", potrebbe sembrare lo stesso, le differenze con la sinistra sono molteplici: "Siamo liberisti, garantisti, europeisti. Gli unici continuatori, gli unici eredi coerenti delle tradizioni politiche liberali, cattoliche, riformatrici, della civiltà occidentale”. “Tutto questo – ha aggiunto Berlusconi - non ci consente di avere punti in comune con la sinistra". Per quanto riguarda invece Matteo Salvini, con il quale i rapporti si erano un po’ raffreddati durante i 14 mesi di governo gialloverde, Berlusconi ha ribadito che le sue porte restano " sempre aperte e accoglienti". Una bacchettata però, il Cav l’ha rifilata lo stesso all'ex ministro dell'Interno: quella di non aver sostenuto l'elezione del presidente della Commissione europea. "La signora Ursula von der Leyen - ha sostenuto il Cavaliere - è espressione della grande famiglia dei cattolici liberali, il più grande gruppo politico europeo antagonista della sinistra. Io lavoro in Europa anche perché si possa giungere ad una sintesi fra i popolari, i liberali, i conservatori e i sovranisti responsabili”. “Un centrodestra europeo in nome dei valori di libertà, di dignità della persona, dello Stato di diritto, della tolleranza che sono propri della civiltà europea" ha precisato. Nell’intervista rilasciata al Corsera, il leader forzista ha anche parlato della questione legata alla legge elettorale. "Noi come orientamento non siamo estremamente favorevoli a trasformare la legge elettorale tutta in maggioritario perché il partito principale di ciascuna coalizione avrebbe in mano le sorti di tutta la coalizione, quindi io credo che una quota di proporzionale sia assolutamente indispensabile". "L'idea del referendum – ha poi aggiunto replicando all'ipotesi di Salvini di lanciare una consultazione popolare per l'abrogazione della quota proporzionale - è un'idea recente”. A noi, ha concluso “è stato consegnato un testo solo lunedì, quindi dobbiamo riunire i nostri organi che conosceranno gli approfondimenti fatti dai nostri esperti e poi Forza Italia prenderà una decisione".