Posso sbagliarmi (in queste cose si sbaglia sempre), ma la lunga, insopportabile, inquietante stagione del populismo ha i giorni contati. In America il campione mondiale della categoria, l’impossibile Trump, è stato colto con le mani nel sacco. Forse l’impeachment funzionerà, forse no. Comunque, è un uomo segnato.

In Italia va ancora peggio. Il Movimento, l’assurda creatura di un comico, sta per implodere (o esplodere). Il rischio di fuga è ormai così diffuso che il povero Di Maio (una delle menti meno acute del pianeta) pensa di arginarlo piazzando delle multe per chi se ne va. Multe che ovviamente non ha alcun diretto di mettere, e che sono francamele ridicole. È la prima volta al mondo che si cerca di fermare una scissione politica con delle multe, come se fosse un transito in zona pedonale.

Ma non basta. Per evitare che la gente faccia quello che vuole, il prode Di Maio vuole un confronto con il Pd sul tema sul vincolo di mandato, che lui vuole introdurre. Dal Pd pensano, buoni, che stia scherzando. Invece è solo un idiota. Il "senza vincolo di mandato" per i deputati è la base di ogni democrazia moderna. Ma bisognerebbe aver letto almeno i giornali per saperlo.

Se Di Maio si dibatte in cretinate senza senso alcuno, fuori da qualunque tradizione politica decente, Salvini non sta molto meglio. Fino a qualche giorno fa ogni sua apparizione in provincia pareva l’arrivo della Madonna Pellegrina: striscioni, osanna, te deum. Adesso, deve cancellare molte visite pastorali perché gli fanno sapere che non è gradito.

Sembrava lanciato verso il 40 per cento nei sondaggi, oggi è già sotto il 30 per cento, e continua a scendere. Si era affidato al cuore di Maria Vergine Immacolata, ma lei si deve essere un po’ incazzata o ha sentito papa Bergoglio (che non lo ha mai voluto ricevere). Insomma, la festa sta finendo e gli amici se ne vanno. Non ci mancheranno.

GIUSEPPE TURANI