Gente d'Italia

Un’opera da 28 milioni della Regione Campania, tutto in un archivio digitale

Musei e melodie messe in rete. La cultura di Napoli messa in rete nella sua interezza. La Campania, una tantum, prima regione d’Italia. Prima in che senso? Intanto, a mettere in rete la canzone napoletana. Quella classica soprattutto, melodie immortali. ‘O sole mio, a titolo di cronaca, è la canzone più venduta al mondo. Da Libero Bovio e Salvatore Di Giacomo a Pino Daniele, e pure le melodie del teatro San Carlo, raccolte e risuonanti in un jukebox virtuale. Ricchezza del patrimonio, i numeri del cloud una volta completato, andranno a comporre l’archivio della musica di Napoli promosso dalla Regione Campania. Una roba davvero enorme, suggestiva, e già bellissima, in attesa che il progetto giunga a compimento. Non sono previsti, e non ci saranno problemi, assicurano i promotori della speciale iniziativa.

"Date tutto per fatto perché è fatto, escludiamo intoppi di qualsiasi tipo". Un enorme patrimonio di opere scelte, al netto di tentazioni enciclopediche. Mai presi in considerazione esempi e input relativi a precedenti analoghe iniziative. I numeri, le cifre, per dire della vastità e della profondità dell’opera. Ventimila file sonori, per cominciare. Solo il punto d’inizio, il primo lancio. Online anche opere d’arte, siti storico-archeologici, documenti, intere biblioteche. Non trascurati incunaboli e libri antichi della mitica Biblioteca dei Girolamini. Un progetto culturale da 28,5 milioni di euro, come previsione. L’opera dovrebbe partire "entro la fine di dicembre".

Cotta e mangiabile, assicura il governatore regionale Vincenzo De Luca. Il presidente della Regione Campania rivendica con forza la precisa scelta politica nella destinazione dei fondi. "L’iniziativa si rivolge ad una specifica promozione turistica". Si tratta di un "ecosistema digitale della cultura". Un immenso progetto, assicura Vincenzo De Luca, "che colloca la Campania all’avanguardia in Italia. Non c’è nessun’altra regione che abbia messo in rete e abbia digitalizzato il suo patrimonio storico, artistico, culturale, teatrale, musicale". Uno sforzo enorme, non solo sotto l’aspetto dell’investimento meramente economico. Attraverso una visione a 360 gradi, con 175 spettacolari immagini acquisite dai droni, il sito web già consente di esplorare luoghi suggestivi all’indirizzo cultura.campania.it.

Un meraviglioso viaggio completabile in 3d attraverso 115 immagini catturate con lo stesso sistema. In più, una panoramica completa di tutta la cultura della Campania. Grazie a sette domini: archeologico, archivistico, bibliografico, cinematografico, musicale, storico-artistico e teatrale. È possibile, per la prima volta, acquisire informazioni persino sulle code ai musei, L’obiettivo è di mettere a conoscenza degli utilizzatori dello spettacolare archivio indicazioni sul migliore momento per visitare questo o quel museo. Novantacinque i sensori installati nelle sale, misuratori di temperatura, umidità, luminosità. Sensori in grado di contare, in tempo reale, anche i visitatori presenti. È inoltre assicurato il monitoraggio utile alla messa in sicurezza di tele e sculture.

L’opera prevede la pubblicazione di dati strutturali pronti per essere collegati fra loro. Un milione 21mila 428 pagine di libri antichi. E la mediateca regionale del Cinema dedicata ai film realizzati in Campania, l’archivio dei teatri campani e delle arti visive. La canzone napoletana c’è tutta, proprio tutta, dalle origini ai giorni nostri. Da "Fenesta vascia" a "Napule è". Quattrocentomila gigabyte lo spazio necessario per contenere tutto quel ben di Dio. Comprese le 470mila schede di catalogo del Centro regionale per i beni culturali; circa 50mila quelle relative ai beni archeologici e storico artistici. Schede di catalogo a digitalizzazione in ottica Open Data, che prevede la pubblicazione di dati strutturali pronti per essere collegati fra loro.

Parole, espressioni, discorsi di tecnologia avanzata non digeribili per tutti. Me compreso, ovvio. Espressioni e dati comunque importanti e qualificanti. L’operazione coinvolge Scabec, la società campana beni culturali. L’intento è di generare sviluppo economico e sociale. Il progetto Achitettura della conoscenza campana, Arcaa, punta a sostenere gli investimenti delle imprese. L’obiettivo è il raggiungimento il rafforzamento delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione finalizzata alla diffusione delle e-culture. L’enorme sforzo della Regione offre un formidabile aggiornatissimo strumento ai turisti che arrivano in Campania. In estrema sintesi, la possibilità di scegliere fra mille elementi di offerta culturale quelli più vicini al gusto, all’interesse, alla sensibilità di chi viene a Napoli e in Campania.

Franco Esposito

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