Ammonta a 58mila euro il contributo richiesto da Aiuda (Associazione Italiana in Uruguay di Assistenza) al Ministero degli Esteri relativo al 2020. Una cifra che secondo le previsioni dell'associazione dovrebbe essere utilizzata per fornire sussidi a 48 persone. Chiamato a esprimere un parere sul preventivo, il Comites di Montevideo si è riunito in seduta plenaria alla Casa degli Italiani criticando fortemente quanto presentato dall’ente di assistenza e su cui l’Ambasciata ha già dato peró la sua approvazione. "In confronto a quanto presentato dal Coasit" -hanno affermato Filomena Narducci insieme alla maggior parte degli altri consiglieri- "la richiesta di Aiuda al Ministero è poco credibile. Quello che si chiede è decisamente troppo alto, parliamo di una cifra di quasi 1500 dollari a persona. È un’esagerazione".

In linea con quanto già chiesto recentemente al Casiu, il Comites adesso vorrà vederci chiaro soprattutto sui meccanismi interni e sulle modalità su cui si basa il funzionamento di questa associazione che riceve contributi pubblici oltre ad avere i suoi proventi locali: "Noi dobbiamo applicare lo stesso metodo per tutti. Per cui anche in questo caso chiediamo di conoscere con quale criterio l’Aiuda sceglie i suoi assistiti, cosa è stato fatto nel 2018 e come sono stati spesi i 15mila dollari arrivati dall’Italia lo scorso anno. Il nostro compito non è solo quello di dare pareri. Per votare abbiamo anche bisogno di conoscere i numeri come è stato fatto, tra l’altro, dal Coasit che ha dettagliato tutto".

In controtendenza rispetto agli scorsi anni, questa volta il presidente di Aiuda Mario Piastra non ha partecipato alla seduta del Comites per "problemi di salute" come è stato chiarito. Il funzionamento interno di questa associazione è stato poi terreno di ulteriore scontro. La consigliere Claudia Arman fa parte del consiglio direttivo di Aiuda ma ha ammesso di non avere mai avuto informazioni su questo preventivo di cui ne ignorava l’esistenza: "Il presidente Mario Piastra non ci ha mai convocato al riguardo, per questo io non ne sapevo niente e l’ho visto solo adesso".

"Per un’istituzione che ha un consiglio direttivo" -ha replicato la Narducci- "ci si aspetta una certa democrazia interna nelle decisioni che vengono prese. Mi piacerebbe vedere il verbale dove è stata approvata questa decisione perché esistono delle regole interne che devono essere rispettate. Io ho sempre difeso l’assistenza e lo farò sempre anche e soprattutto alla luce della tendenza degli ultimi anni che ha visto l’Italia diminuire costantemente le spese verso i suoi connazionali più bisognosi all’estero" ha concluso nel suo intervento. "Dato che arrivano e arriveranno sempre meno soldi da Roma noi dobbiamo fare le cose per bene altrimenti otterremmo poca credibilità di fronte al Ministero".

Una linea più morbida è stata quella di Renato Palermo che ha sottolineato "l’urgenza di votare al più presto il parere vista l’imminente scadenza e la situazione speciale che si è venuta a creare" pur condividendo la richiesta di ottenere maggiori informazioni. "Per esperienza" -ha spiegato Palermo- "sappiamo che al Ministero in genere si chiede una cifra più alta tanto poi nella realtà questa diminuisce considerevolmente. Tra l’altro abbiamo anche l’approvazione dell’Ambasciata che fa da garanzia". Pur votando all’unanimità favorevolmente il parere, il Comites chiederà all’Aiuda maggiori informazioni sul funzionamento interno e su quanto è stato fatto lo scorso anno. Un caso molto particolare è stato quello della consigliere Claudia Arman che in palese conflitto d’interesse ha votato favorevolmente alla richiesta della stessa associazione di cui fa parte.

Matteo Forciniti