Ogni epoca ha la sua cultura, i suoi problemi, modi di affrontare le disfunzionalitá delle nostre condotte. In questo inizio di secolo, la giusta affermazione dei diritti della donna ha come effetto una attenzione particolare su questioni concrete come ad esempio, le molestie sessuali sul lavoro. Nel passato molte volte il datore di lavoro in caso di avvertire molestie sessuali di un suo capoufficio o caporeparto nei confronti di una segretaria o di una operaia, lasciava perdere, ignorava e sperava che la condotta si risolvesse nella sfera del rapporto privato tra l’aggressore e l’aggredita. Altre volte la donna aggredita era licenziata, perché considerata causa del problema. Oggi le cose sono cambiate e il datore di lavoro informato sa che le normative dei diversi paesi pongono in testa a lui l’obbligo di vigilare sull’ambiente di lavoro, in primis nelle questioni di molestie sessuali, che sono considerate una sottospecie della violenza di genere.

Torno quindi su questo argomento che molto mi preme, perché recentemente nella 108a Conferenza della OIL (la Organizzazione Internazionale del Lavoro, la cosiddetta OIT in spagnolo) é stata approvata la Convenzione N° 190, che si riferisce proprio alla "Eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro". La Convenzione ricorda che "la violenza e le molestie sono incompatibili con lo sviluppo di imprese sostenibili e hanno un impatto negativo sull’organizzazione del lavoro, sui rapporti nei luoghi di lavoro, sulla partecipazione dei lavoratori, sulla reputazione delle imprese e sulla produttività" e aggiunge che "molestie e la violenza di genere colpiscono sproporzionatamente donne e ragazze" e sono espressione di "squilibri nei rapporti di potere dovuti al genere" nel mondo del lavoro. Ma cosa dobbiamo intendere per molestie sessuali e violenza nel lavoro? Ce lo dice la stessa Convenzione: "L’espressione violenza e molestie nel mondo del lavoro indica un insieme di pratiche e di comportamenti inaccettabili, o la minaccia di porli in essere, sia in un’unica occasione, sia ripetutamente, che si prefiggano, causino o possano comportare un danno fisico, psicologico, sessuale o economico al lavoratore/ lavoratrice".

In particolare - aggiunge la norma - l’espressione "violenza e molestie di genere" indica la violenza e le molestie nei confronti di persone in ragione del loro sesso o genere, o che colpiscano in modo sproporzionato persone di un sesso o genere specifico, ivi comprese le molestie sessuali. Il documento stabilisce che i datori di lavoro hanno precisi doveri in merito e sono responsabili non solo delle conseguenze e dei danni frutto di violenza e molestia sul lavoro provocati da subordinati e devono inoltre stabilire pratiche di prevenzione in materia. Le Convenzioni della OIL hanno la particolaritá di essere testi giuridici, che uno volta ratificati dai Parlamenti, diventano leggi nazionali. La vera finalitá di questa Convenzione, come di altre leggi che giá esistono in paesi come l’Italia e l’Uruguay, é quello di prevenire le situazioni e per raggiungere questo obiettivo l’azienda deve promuovere corsi di formazione in materia, cosí come stabilire politiche anti-molestie e violenza, per essere esente di responsabilitá.

Evidentemente tutto ció sta provocando alcune complicazioni a quei datori di lavoro che non si aggiornano in materia e hanno ancora la testa nel passato in rapporto a questa delicata materia. A volte sono gli stessi compagni di lavoro che, chiamati come testimoni, difendono l’aggressore e dicono "ma lui (l’aggressore) é cosí, non lo fa per cattiveria" o "é stato sempre giocherellone, bisogna prenderlo come é" o ancora "lui sempre minaccia licenziare al dipendente se non finisce il lavoro, ma é buono, non ha mai licenziato nessuno". Evidentemente sono dichiarazioni frequenti che mostrano come molte volte le molestie sessuali o la violenza sono fenomeni naturalizzati nella nostra cultura. Comunque oggi queste dichiarazioni solo possono provocare grandi grattacapi a datori di lavoro e aggressori in generale. Como accade in materia di regole del traffico, in cui molti paesi (come l’Uruguay) esigono "0 tolleranza alcohol" se guidi, anche nelle questioni di violenza e molestie sessuali nel lavoro, la tolleranza a partire da adesso dovrá essere zero. Quindi, piccoli seduttori e capi aggressivi, attenzione perché potete finire male. E se non ci credete, chiedetelo ad alcuni produttori di Hollywood o a un tenore spagnolo iperconosciuto oggi sotto sospetto.

JUAN RASO