Gente d'Italia

I nostri antenati italiani: l’origine del cognome Natale

Habiendo visto en Gente d’Italia el artículo sobre la búsqueda de los orígenes, tema que me apasiona, envío los nombres de mis abuelos con los datos correspondientes a la Línea paterna y ver dentro de las posibilidades, hasta donde podemos llegar. O Tal vez podrán indicarme como hacer para continuar con una línea de consulta: Andrea Natale 04.07.1890 /21.07.1969, Caserta lugar de nacimiento y fallecimiento; María Della Valle 20.04.1896/21.05.1937, Caserta lugar de fallecimiento. Desde ya muchas gracias.

Cordiales Saludos, Andrés

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Caro Andrés,

ho consultato il sito Antenati degli Archivi di Stato della Repubblica Italiana e sfortunatamente gli atti dell’Archivio di Stato di Caserta non sono ancora on line perché per adesso sono limitati solo agli atti del periodo napoleonico e della Restaurazione. Fra un po’ di tempo se lei cercherà sul sito troverà senza dubbio gli atti di stato civile dei suoi nonni.

In ogni modo fornisco alcuni dati generali di famiglie omonime. L’origine del cognome Natale, come la sua etimologia e la storia del nome, sono tutte informazioni conosciute e ben documentate. Presente sull'intera penisola italiana, il cognome si trova all'interno del Paese sotto diverse varianti. Se, infatti, Natale gode di un buon successo nel Centro Sud, i Natali si impongono di prepotenza nel Centro Nord, i Natalini occupano la zona del bolognese, la Toscana, l'Umbria, le Marche e il Lazio, mentre il raro Natalino ha qualche raro esponente fra i cognomi italiani in Campania.

Il significato e le origini del cognome Natale e di tutte le sue derivazioni sono radicate nel latino Natalis, come testimonia la sua presenza nell'iscrizione di una lapide dell'epoca. Anche nel Medioevo lombardo un atto del Codice Diplomatico risalente al 1131, parla di un certo Natalis e dei suoi possedimenti terrieri. L'etimologia del cognome, che al femminile si trasforma in Natalia, trova fondamento nell'usanza iniziata nel Medioevo di attribuire il nome Natale ai bambini che nascevano il 25 dicembre o, comunque, in prossimità del periodo natalizio. Una versione alternativa ipotizza invece che sia avvenuta un'italianizzazione dell'ebraico Nathanael che significa "dono di Dio", "donato da Dio".

Probabilmente le due fonti, quella latina e quella ebraica, si sono fuse tra loro contribuendo entrambe alla diffusione del cognome Natale sul suolo italiano. Il nome in questione è dovuto alla cognominizzazione del nome proprio del capostipite. Per quanto riguarda l'araldica dei cognomi, vengono riportate notizie di una nobile famiglia di Palermo registrata all'ordine senatorio e che vedeva fra i suoi insigni membri un tale Domenico, già possessore del titolo di marchese di Monterosato e successivamente dichiarato nell'anno 1726, anche maestro portulano del regno. Un Tommaso Natale si guadagna invece, nel 1725, il titolo di letterato di merito in aggiunta a quello di portulano del regno. Un altro ramo della famiglia pare invece essere stata originaria di Lucera ma, contrariamente ai parenti palermitani, si fregiava del titolo di nobile e fa uso di stemma, da questo ramo discese quello della famiglia storica di Trani, ove fu del Seggio di San Marco, sin dal 1657 e che si propagò nel corso dei secoli, in diverse regioni d'Italia Come detto, il cognome Natale è diffuso in tutto il centro sud, ed in Italia il cognome Natale ha ben 3378 famiglie sparse in 956 comuni e diffuse nelle seguenti regioni: 1265 in Campania, 414 in Puglia, 294 in Abruzzo, 275 nel Lazio, 268 in Lombardia, 138 in Calabria, 137 in Piemonte, 117 in Sicilia, 81 in Basilicata, 79 in Liguria, 74 in Toscana, 62 in Emilia-Romagna, 37 in Veneto, 29 nelle Marche, 24 in Sardegna, 22 nel Friuli Venezia Giulia, 21 in Molise e Trentino Alto Adige, 19 in Umbria, 1 in Valle d'Aosta.

L'origine di tale cognominizzazione, al dir di illustri genealogisti, andrebbe ricercata nel nome medievale "Natale", derivato, a sua volta, dal personale latino "Natalis", appartenuto, probabilmente, ad un, oggi ignoto, capostipite. In ogni modo, tal casato, in ogni epoca, sempre riuscì a distinguersi, grazie agli elevati personaggi, a cui diede i natali. Essa, infatti, ha dato alla Chiesa, alla patria e allo Stato, uomini preclari in ogni fatta di buone discipline. Nella gerarchia ecclesiastica vanta di fatto un Alberto, Cardinale di Santa Romana Chiesa, un Pietro Vescovo di Aquila, un Gherardo, ministro generale dell'Ordine Domenicano, un Protasio che ebbe la stessa carica nell'Ordine degli Olivetani, ed un Girolamo che fu uno dei primi fondatori e quindi vicario generale della Compagnia di Gesù. Un'altra famiglia storica fu Famiglia nobile palermitana, ascritta all'ordine senatorio, alla quale appartiene, al dire del Villabianca, un Domenico marchese di Monterosato, investito nel 1726, maestro portulano del regno, ed un Tommaso investito nel 1752 letterato di merito e portulano del regno. Fra i personaggi famosi ricordiamo: Michele Natale (Casapulla, 23 agosto 1751 – Napoli, 20 agosto 1799) che fu un vescovo cattolico italiano. Era figlio di Alessandro "di" o "de Natale", o semplicemente "Natale", e di Grazia Monte, fu battezzato come Michele Arcangelo. Il suo nome fu poi semplificato in Michele. Ordinato presbitero il 23 dicembre 1775, il 21 dicembre 1797 fu consacrato vescovo. Fu l'ultimo vescovo di Vico Equense. Aderì alla Repubblica Napoletana del 1799, e divenne sindaco della municipalità di Vico Equense. Dopo la caduta della repubblica napoletana, nel corso della sanguinosa repressione antirepubblicana voluta da re Ferdinando IV, fu arrestato e imprigionato nel carcere della Vicaria. Dopo essere stato dimesso dallo stato clericale il 19 agosto, fu condannato a morte mediante impiccagione, il giorno seguente sulla piazza del Mercato di Napoli. La sua figura fu sottoposta ad una damnatio memoriae, con la cancellazione del nome e del suo ritratto, affrescato nella serie dei ritratti vescovili dipinti nella sagrestia della cattedrale della Santissima Annunziata, sostituendolo con l'immagine di un putto che chiede il silenzio, inoltre la diocesi di Vico Equense fu soppressa e inclusa in quella di Sorrento, nessun vescovo succedette a Natale.

Gli fu attribuita (Migliaccio, Jannelli e, successivamente, Renzo De Felice) la paternità del cosiddetto Catechismo repubblicano per l'istruzione del popolo e la rovina dei tiranni, attribuzione documentatamente e definitivamente negata da Arnaldo Di Benedetto e da Antonino Trombetta; Natale probabilmente si limitò a curarne la ristampa.

Pier Felice degli Uberti, Presidente Istituto Araldico Genealogico Italiano

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