Le notizie di accordi tra piattaforme social e gruppi editoriali sono sempre buone notizie perché rafforzano l’idea collaborativa della filiera di produzione e distribuzione dei contenuti. In particolare Facebook negli ultimi mesi si sta attivando, non solo sul fronte della stipula di intese aziendali con gli editori, ma anche per creare una sezione news che possa contrastare efficacemente le fake news e rilanciare l’informazione di qualità.

È un proposito da salutare con interesse perché accredita una visione integrata dei soggetti coinvolti nel mondo dell’informazione in Rete: non più mondi separati, non più l’idea che i giganti del web vogliano vampirizzare le aziende editoriali tradizionali senza contribuire ai costi di produzione, bensì una nuova concertazione nell’interesse degli utenti, per una Rete più affidabile sul piano dei contenuti e più inclusiva.

Ora però alle dichiarazioni di intenti devono seguire i fatti, cioè l’applicazione pratica di questi accordi e la definizione di meccanismi di automatica remunerazione dei prodotti editoriali on line e dei contenuti. Senza dimenticare la valorizzazione delle professionalità. Produrre contenuti di qualità e professionalmente curati costa ed è nell’interesse di tutti che chi li sa produrre possa continuare a vivere del suo lavoro e a produrli.

I colossi di internet lo hanno capito e stanno facendo fronte comune con gli editori. È una nuova alleanza, con regole scritte e formalizzate. Se ne gioveranno anche gli aspiranti giornalisti, che troveranno nuovi stimoli e capiranno che la loro professione nell’era multimediale è profondamente cambiata ma non per questo meno preziosa.

RUBEN RAZZANTE