La polizia boliviana ha arrestato la ex presidente e l'ex vicepresidente del Tribunale Supremo Elettorale (Tse), Maria Eugenia Choque e Antonio Costas, per presunte frodi e brogli legati alle elezioni presidenziali del 20 ottobre, all'origine delle contestazioni di piazza che hanno costretto il presidente Evo Morales a rinunciare al suo incarico. Contro i due sospetti è stata aperta un'inchiesta per falsificazione di documenti, manipolazione di dati informatici, alterazione e occultamento di risultati e altri reati. Poche ore prima Morales - messo di fronte alla denuncia di irregolarità elettorali da parte dell'Organizzazione degli Stati americani (Osa)- ha rinunciato alla propria contestatissima rielezione.

Lo stesso Morales, dopo aver perso il sostegno dell'esercito e della polizia, ha detto che c’è un mandato di arresto contro di lui. "Dichiaro al mondo e al popolo boliviano che un funzionario di polizia ha detto pubblicamente di avere istruzioni per eseguire un ordine di arresto illegale contro la mia persona", ha messaggiato Morales. Ha anche detto che "gruppi violenti" hanno attaccato la sua casa: I golpisti stanno distruggendo lo stato di diritto", ha continuato. Inoltre Morales ha accusato il leader dell'opposizione, Carlos Mesa, e il leader delle proteste di piazza, Luis Fernando Camacho, di essere razzisti e golpisti".

"Mesa e Camacho passeranno alla storia come razzisti e golpisti, si assumano la responsabilità di pacificare il Paese e di garantire la stabilità politica e la coesistenza pacifica del nostro popolo. Il mondo e i patrioti boliviani ripudiano il colpo di stato". Sull’argomento è intervenuto anche il governo uruguaiano che tramite una nota ha espresso sgomento per la rottura dello Stato di diritto in Bolivia che ha costretto il presidente Evo Morales a lasciare il potere e fatto precipitare il Paese nel caos e nella violenza: "L'Uruguay ritiene che non vi siano argomenti che possano giustificare questi atti, soprattutto alla luce del fatto che il presidente Morales aveva annunciato poche ore prima la sua intenzione di convocare nuove elezioni, sulla base del rapporto prodotto dalla missione elettorale dell'Organizzazione degli Stati americani".

E poi ancora: "Il governo di Montevideo lancia un appello urgente a tutti gli attori boliviani affinché cessino gli atti di violenza e assicurino che il processo elettorale si svolga in conformità con le disposizioni della Costituzione, ripristinando immediatamente lo Stato di diritto e nel pieno rispetto dei diritti umani e civili di tutti gli abitanti e in particolare dell'inviolabilità delle rappresentanze diplomatiche straniere e dei loro funzionari".