È un messaggio ancora molto attuale quello che ci lascia, oltre 4 secoli dopo, il concilio di Trento. A darne testimonianza è stato padre Guillermo Buzzo che ha tenuto una conferenza presso la sede del Circolo Trentino di Montevideo, la prima di una serie di appuntamenti che ricorderanno temi storici e culturali vissuti dalla città. Iniziatosi nel 1545 e andato avanti con diverse interruzioni fino al 1563, questo concilio nacque dall’esigenza di rispondere alla diffusione della riforma protestante di Martin Lutero. "Nel contesto di un cristianesimo diviso c’era in quegli anni una forte preoccupazione riguardo l’aspetto dottrinale, c’era bisogno di mettere ordine alla fede e così è stato" ha osservato il teologo uruguaiano aprendo il suo intervento con una descrizione del contesto politico presente.

La stessa scelta del luogo dove celebrare il concilio rispose a un compromesso tra il centro del cattolicesimo e i protestanti: "Sarebbe stato logico organizzarlo a Roma ma tale scelta avrebbe sicuramente trasmesso un messaggio divisivo. Andava nella stessa direzione anche l’opzione della Germania. Sorse allora l’idea di Trento che era governata da un principe-vescovo. Il concilio si sviluppò in 3 tappe diverse e arrivò a durare in totale 18 anni. Per Trento fu un grandissimo avvenimento anche se non aveva le infrastrutture adeguate per ricevere un evento del genere. Alcuni proposero di cambiare città ma tali proposte vennero scartate. Furono 12 inizialmente i vescovi che parteciparono al sinodo ma nelle ultime sessioni si arrivò fino a più di 200 vescovi. Un numero, questo, estremamente significativo considerati i numeri".

Il concilio di Trento non raggiunse l’obiettivo che si era prefissato nell’unione tra i cristiani. "In ogni caso" -ha precisato Buzzo- "per l’epoca di cui stiamo parlando è degna di essere sottolineata l’apertura fatta ai protestanti che parteciparono in alcune sessioni pur non avendo il diritto di voto. Questo concilio rappresentò inoltre un punto importante nella concezione della fede e diede allo stesso tempo grande impulso alle diocesi e alla diffusione dei seminari".

Al termine della presentazione è stato letto il messaggio di Alberto Tafner, presidente della Trentini nel mondo: "Il concilio fu un avvenimento che cambiò molto Trento e il mondo in un’epoca di grande fermento economico, sociale e politico. Oggi, oltre quattrocento anni dopo, viviamo una situazione analoga ed è necessario ricordare gli errori del passato per non ripeterli perché si può uscire positivamente dai momenti difficili. Questo è il messaggio che la storia ci insegna e che dobbiamo diffondere. Uno dei tratti fondamentali della Trento di quegli anni fu la convivenza tra culture diverse, una caratteristica che continua ad essere presente ancora oggi e che va difesa".

L’iniziativa del Circolo Trentino si è conclusa con la cerimonia per l’onorificenza ricevuta da Pedro Wolcan, discendente trentino e attuale vescovo di Tacuarembó, che è stato nominato cavaliere dell’ordine della stella d’Italia. Wolcan è stato in passato presidente del Circolo Trentino di Colonia e, durante gli anni del suo mandato a Carmelo, ha intrattenuto una stretta collaborazione con il locale Circolo Trentino.

Matteo Forciniti