Il Senatore Riccardo Merlo, capo del MAIE e Sottosegretario agli esteri, ha lavorato una vota, creandosi un movimento ad personam, per diventare sottosegretario e appena ci è riuscito si rimette l’abito movimentista, l’unico nel quale evidentemente si sente a suo agio. Così, anziché dirci qual è il suo programma per gli italiani all’estero, ora che è stato confermato nell’incarico del governo "Conte 2", non trova di meglio che prendersela con Zingaretti e con la manifestazione del PD, tenutasi a Bologna, che hanno rilanciato, tra le altre cose, lo jus soli e lo jus culturae. "La cittadinanza non si regala", tuona Merlo.

Come se risiedere in un paese con un regolare permesso di soggiorno, lavorare contribuendo al progresso comune, pagare le tasse, rispettarne le leggi e i principi significhi mettersi in fila per avere un regalo. O come se nascere in Italia da almeno un genitore regolarmente residente, frequentare un intero ciclo di studi, parlare la nostra lingua e spesso qualcuno dei nostri dialetti, significhi appendere la calza della Befana. Trascurando un particolare forse non insignificante: le normative di cui finora si è discusso per lo jus soli e lo jus culturae sono in ogni caso più severe e restrittive di quelle in vigore da tempo in molti dei paesi più avanzati d’Europa.

"Noi siamo per lo jus sanguinis", dice sempre Merlo. Lui, cittadino argentino perché discendente da emigrati italiani che come decine di milioni di italiani emigrati nel mondo sono diventati cittadini dei paesi di residenza in base allo jus soli. E in quanto cittadini di quei paesi, hanno contribuito al loro benessere familiare e al progresso collettivo. Francamente, ho sempre pensato che come eletti all’estero nelle istituzioni italiane dovremmo portare le nostre migliori esperienze e il senso di apertura e di coesione che sono state alla base del progresso dei paesi nei quali viviamo.

Lo jus sanguinis? E chi lo tocca! Ha saputo da qualcuno, il nostro Sottosegretario, che per ogni eventuale concessione di cittadinanza a un ragazzo nato, cresciuto e professionalizzato in Italia sarà negata o tolta la cittadinanza a un discendente di italiani all’estero? Personalmente credo che in questo momento di obiettiva difficoltà per tutti gli italiani, compresi quelli che risiedono all’estero, si debba fare uno sforzo per non sparare a salve, controllando la demagogia e il propagandismo. Anziché sollevare ombre, è necessario muoversi e unire le forze per raggiungere risultati concreti e attesi. Questo è quello che mi aspetto da un Sottosegretario per gli italiani nel mondo. Anche per evitare che il Senatore Merlo, sottosegretario agli esteri, quindi componente di questo governo, alla fine l’opposizione la faccia a sé stesso.

ANGELA SCHIRÒ

PARLAMENTARE PD ELETTA ALL'ESTERO