Ezio Greggio, una sveglia al vasto pubblico dei dormienti. Ma la sentiranno la sveglia, capiranno che suona anche per loro? Ezio Greggio ha detto: voi che rifiutate la cittadinanza onoraria a Liliana Segre io vi rifiuto, rifiuto la cittadinanza onoraria che mi offrite. Avrà voglia il vasto pubblico di capire che non è una questione di statuine medagliette e targhe da conferire e davanti alle quali mettersi in posa.

Più di un Comune d’Italia, tutti con sindaci della Lega o di Fratelli d’Italia, stanno in sequenza e catena ripetendo lo stesso gesto: rifiutare la cittadinanza a Liliana Segre in quanto questo riconoscimento non trova riscontro in "legami con il territorio". Questa dei legami di territorio che ci sono o non ci sono è una foglia e neanche di fico. E’ invece la formula furbastra ve un po’ codarda della vera ragione: si nega la cittadinanza alla Segre in quanto la Segre è ebrea. O meglio o di più: le si dice no perché la Segre rappresenta la Shoa, l’Olocausto e la storia che la Destra italiana non sopporta e tollera. La Destra italiana, Lega e FdI, Salvini e Meloni, non sopportano e tollerano una storia dove non vi sia par condicio tra nazifascismo e chi lo combatté. Vogliono la par condicio in sede storica tra Partigiani (a loro sentire tutti comunisti) e fascisti in armi di Salò. Vogliono una qualche par condicio anche tra ebrei ed SS. C’è stato chi, in piena coerenza con questo sentire, ha dichiarato Auschwitz "di parte".

Non sopportano e non tollerano vengano messi nell’inferno e alla dannazione eterna della storia valori e concetti che invece loro amano: il sangue puro, la terra natia, la stirpe superiore. Quindi non tollerano e sopportano Liliana Segre perché ebrea ed ebrea niente meno che senatrice a vita. Nei social le rimproverano con ferocia i soldi pubblici che sarebbero per lei sprecati e sempre nei social le rimproverano non di rado di essere sopravvissuta ad Auschwitz. I sindaci della Destra in una vasta catena di Comuni fanno quel che possono: le sbattono le porte in faccia con la scusa del territorio, la forma del territorio e la sostanza del No all’ebrea.

Il vasto pubblico dormiente non sa, non vede, non sente. Il vasto pubblico dormiente è sicuro non siano fatti suoi e una parte del vasto pubblico pure ci gode al tiro alla vecchia ebrea. Ezio Greggio è per così dire uno dei "maitre a penser" del vasto pubblico dormiente Ezio Greggio è personaggio televisivo amato e seguito da anni e sempre con successo, consenso, simpatia. Ezio Greggio è di casa e di famiglia tra il vasto pubblico dormiente, quello che si fa i fatti suoi, pensa a lavorare, non vuole sapere. Quello che si fa il prossimo week end? Quello che davvero è calato il mutuo? Quello che, alla bisogna, fascismo e nazismo? Roba vecchia, morta, roba di un secolo fa, roba che non si mangia, mai visti, mai saputo. Ezio Greggio ricorda a questo vasto pubblico dormiente che i campi di sterminio sono ancora nelle carni dell’Europa. Lo fa ricordando il padre che in campo di concentramento finì e lo fa ricordando niente meno che la storia e la memoria. Lo fa rompendo le regole e le parti fisse della narrazione cui ci si attiene per il vasto pubblico: sorridere, ridere, stare leggeri, svicolare, divertirsi e baloccarsi con ogni ignoranza civile e civica viltà. Ezio Greggio, l’uomo della commedia, sbatte in faccia al vasto pubblico dormiente la tragedia.

La tragedia di allora, quella degli uomini che macellavano uomini perché li consideravano sotto umani in quanto di altra razza o genia o cultura o terra. E la tragedia di oggi, quella di uomini e donne eletti dal popolo che si tengono lontani da Liliana Segre perché ebrea. Nota a margine ma neanche tanto a margine: Salvini ci fa o ci è quando ripetutamente dice che anche lui, proprio lui, riceve minacce pari e patta con quelle che riceve Liliana Segre? Ci fa o ci è quando racconta come fossero la stessa cosa le minacce ad un leader politico per quel che fa e le minacce ad una ebrea per quel che è? Ci fa o ci è Salvini quando propone e propina questa par condicio tra se stesso qui e oggi e quelli a suo tempo imbottiti di olio di ricino, bastonati, deportati, gasati?

di LUCIO FERO