Ieri ho ascoltato alla radio una bella notizia: si é aperta una gara di idee per ridare vita alla "Estación Central" di treni di Montevideo. Pare che ben 12 studi di professionisti e imprese - tra cui due straniere - si sono presentati con proposte per riabbellire e dare un degno uso urbano ad uno degli edifici piú significativi di questa cittá.

Naturalmente, la "Estación", come tante altre opere presenti nella cittá é opera dell’ingegno italiano, nella persona dell’Ing. Luigi Andreoni. In questa tormentata epoca della nostra comunitá, quando molte cose si dimenticano, ben vale riscostruire la memoria della presenza italiana nel Paese, che pare dileguarsi inesorabilmente. La storia dei trasporti ferroviari in Uruguay inizió a fine degli anni ’60 del XIX secolo, quando gli inglesi introdussero tecnologie e mezzi per stendere binari e fare andare locomotive. Con i treni, gli inglesi portarono anche il calcio, e non a caso la squadra del Peñarol nascerá nel quartiere omonimo dove erano istallati i capannoni e gli uffici della compagnia inglese dei treni.

La prima stazione di Montevideo fu inaugurata nel 1871 in una casa affittata nella strada "Orillas del Plata" (oggi via Galicia) ad angolo con la strada Rio Negro L’occasione era propizia perche nasceva il servizio tra Montevideo e la lontana Bella Unión. Lo sviluppo del trasporto ferroviario esigeva bene altra infrastruttura e cosí la Societá "Ferrocarril Central" promosse una gara per costruire un grande edificio terminale su dei terreni che si erano conquistati al mare, affianco della strada Rio Negro La Stazione venne inaugurata il 23 giugno 1897 e il suo disegno, ancora oggi una delle piú care espressioni della nostra cittá, fu dell’Ing. Luigi Andreoni, autore di altri emblematici edifici della cittá.

L’Ing. Andreoni era nato a Vercelli il 7 ottobre 1853, in pieno Regno d’Italia. Studió in Italia e si laureó a Torino nel 1875. Subito dopo la laurea partí per Montevideo, dove svolse le professioni di ingegnere e architetto, coltivando anche l’arte della pittura. Fu forse il piú importante rappresentante in Uruguay della corrente denominata "eccletticismo storico" e contribuí affiché la cittá, che guardava all’Europa como modello da imitare, avesse i suoi edifici che ricordavano la belle epoque. Innumerevoli sono gli edifici che costruí Andreoni e tra questi particore significato hanno - in primis per la nostra comunitá - l’Ospedale Italiano Umberto I, e poi tanti altri como il Club Uruguay, la Casa Buxareo (attuale sede dell’Ambasciata francese), il Teatro Stella d’Italia, e quello stupendo edificio (che vale la pena visitare) in calle Zabala e 25 de Mayo, oggi occupato dalla Banca BBVA. Andreoni lavoró anche nel settore dell’ingegnería idraulica ed fu autore del cosiddetto "Canale Andreoni" nella zona di Rocha.

Fu anche un collezionista di archeología classica e donó alla sua morte il 20 maggio 1936 tutta la sua collezione, che puó ammirarsi (e vale la pena anche qui una visita) nel Palacio Taranco. Ma probabilmente insieme all’Ospedale Italiano, il segno urbano piú prestigioso e visibile dell’Ing. Andreoni é propio la Estación Central de Trenes. Lo stile ecclettico, ma molto rappresentativo di una certa solennitá di fine del secolo XIX, accompagnó la storia dei treni in Uruguay. Dopo il grande sviluppo della prima metá del secolo scorso, la nazionalizzazione del servizio condusse anche a un degrado che si concluse prima con la soppressione dei servizi per passeggeri e poi di quasi tutti gli altri servizi, e infise la chiusura della Stazione stessa. Agli inizi del secolo XX un fallito "Plán Fenix" determinó che i pochi servizi ferroviari passasseró a una piccola stazione sita vicino alla torre di ANTEL, la telefónica di Stato.

Da allora cause in tribunale portarono al totale abbando della Estación Central, che durante quasi vent’anni é ferma lí, vicino al porto, sotto i segni di un inevitabile invecchiamento. Nel settembre scorso il Ministero dei Trasporti aprí una gara per una presentazione di idee al fine di ridare vita all’edificio. Questa settimana si é chiusa la gara con la presentazione di dodici proposte di professionisti ed imprenditori, che coincidono nell’interesse di dare uso pubblico alla stazione, per lo sviluppo di attivitá ricreative, culturale e di innovazioni. Si pensa nell’istallazione di musei, terminals di treni passeggeri e autobus, biblioteche, aree commerciali e zone gastronomiche, mentre non mancano idee sulla costituzione di centri educativi.

La speranza é che queste proposte - almeno una - sia portata avanti, per cosí ridare vita ad un edificio simbolo dell’architettura della cittá a fine del secolo XIX, opera di un grande italiano che studió per proiettare le sue conoscenze in questo paese.

JUAN RASO