Alle 3.54 di ieri mattina la terra ha tremato nel nord dell’Albania. Una scossa violenta di magnitudo 6.2 avvertita anche in Italia, che ha fatto subito temere il peggio, facendo precipitare il paese nella paura e nel caos. Con il passare delle ore il bilancio delle vittime e dei danni è via via peggiorato, tanto che ormai si temono decine di morti, tra gli oltre 20 accertati in serata (21 poco dopo le ore 19 secondo l’Ansa che racconta di un giovane di 24 anni estratto dalle macerie di un palazzo di sei piani crollato a Durazzo ndr) e l’imprecisato numero di dispersi ancora sotto le macerie.

I feriti sono più di 700 e la città di Durazzo è sfigurata dal crollo degli edifici. La scossa principale, a cui ne sono seguite oltre cento di assestamento avvertite in tutti i Balcani, ha avuto l’epicentro tra Shijak e Durazzo, poco lontano dalla costa, e ha fatto tremare anche la capitale Tirana, dove la gente è scesa in strada nel panico. La profondità del sisma, tra dieci e venti chilometri, secondo alcuni esperti ha scongiurato il rischio di tsunami, ma non ha risparmiato morte e distruzione. Soprattutto a Durazzo, seconda città e porto principale del Paese, investita nel pomeriggio anche da un’altra scossa di magnitudo 5.

“È successo il finimondo. Gli intonaci venivano giù uno dopo l’altro, si vedevano i mattoni spuntare fuori dai muri, mi sono sentito dentro un film apocalittico”, ha raccontato Antonio Imperiale, uno dei tantissimi italiani che da tempo si sono stabiliti in Albania. La furia del sisma ha sgretolato due hotel della zona balneare, uccidendo almeno cinque persone. Altre otto, secondo alcuni testimoni, sono rimaste intrappolate tra le macerie di una villetta. Danni ingenti e vittime anche nel villaggio di Thumana, circa quaranta chilometri a nord di Tirana, dove si registrano almeno cinque morti e sono crollate diverse palazzine.

LORENZO BRIOTTI