È un fenomeno di moda e come tale non ci si può permettere di sottovalutarlo: le Sardine. Il primo che farà bene a prenderle sul serio sarà Matteo Salvini, che non è un idiota malgrado le apparenze. E il secondo è Matteo Renzi, che a volte tende ad esserlo, malgrado le apparenze. Idiota, si badi bene, nel senso etimologico del termine, che significa "chiuso nel proprio narcisismo". Esistenziale, culturale, politico. Le mode della politica hanno sostituito quelle dell’abbigliamento, tra i giovani e non. Ieri i grillini, oggi le "sardine". L’inconsistenza è la stessa, ma la radice del movimento sembra differente. Se i Cinque Stelle – come suggerisce l’esperto Jacopo Iacoboni (scrittore de "La Stampa") – altro non sarebbero che l’evoluzione di quell’esperimento, sempre incubato dalla Casaleggio Associati, che fu il progetto dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, ma senza la sua ingombrante e prepotente presenza sostituita da quella ambigua del comico Beppe Grillo, le Sardine vengono date come partorite dal milieu di Romano Prodi.

Addirittura circolano leggende metropolitane su parentele acquisite tra leaderini in fieri e lo stesso professore. E questo renderebbe eventualmente il fenomeno ancora più da non sminuire. Prodi, infatti, anche in passato si è dimostrato come l’unico antidoto di sinistra efficace contro la consolidata preponderanza elettorale del voto italiano al centrodestra. Silvio Berlusconi ne sa qualcosa. Se il famoso popolo vuole una qualche forma di illusione populista con cui sentirsi forte, questo "quid" può essere una volta destrorso e un’altra sinistrorso. Il compiacimento di una certa fascia della popolazione, ignorante per deliberata scelta, per l’umiliazione delle élite – intellettuali e non – fa sì che anche a sinistra sia stata studiata una reazione che potesse essere usata come contraltare e antidoto al successo di gente come Salvini. Si era già capito con il fenomeno mondiale montato a tavolino dell’ideologismo para-ecologista e dei simboli calati dall’alto come Greta Thunberg.

Adesso sullo scenario italiano irrompono le sardine. E subito vengono pompate come per anni è stato pompato Grillo e i suoi "Vaffa tour". Non si sa cosa ne verrà fuori da questa mossa delle sardine. L’impressione è che potrebbe funzionare. E Salvini sa bene che con un po’ di ammuina sui sondaggi – tutti pilotati dagli amici degli amici – e con una "sana" campagna mediatica e social-mediatica, con contorno di fake news, si possono fare miracoli. In fondo anche Salvini, sia pure partendo da un partito con una base di buona amministrazione sul territorio (non di certo per suo merito), ha sfondato così. Come escludere che le sardine alla fine partoriscano un leader simpatico che si trascina poi dietro tutto il carrozzone di sinistra?

Vincendo le elezioni e poi partorendo l’ennesimo Governo fatto di tasse dal lato economico, e di moralismo para-manettaro dal lato dei diritti civili. Per procedere ulteriormente verso il tramonto dello stato di diritto grazie alla propagandata cultura del sospetto verso gli imprenditori e i professionisti che sono sempre stati la spina dorsale dell’Italia. Ecco, le sardine sono già pronte per la loro missione di tramandare ai posteri i governi di sinistra in Italia. Mettiamocelo subito in testa.

Dimitri Buffa