Gente d'Italia

“Aiuto, ci costringono a lavorare”: il grido disperato dalla Cina in un biglietto di Natale

"Siamo prigionieri stranieri nella prigione di Qingpu, a Shanghai, in Cina. Siamo costretti a lavorare contro la nostra volontà. Per favore, aiutateci e avvertite un'organizzazione per i diritti umani".

IL FATTO Queste le parole che hanno sconvolto Florence Widdicombe, una bimba di 6 anni residente in Regno Unito. Il messaggio era riportato sul retro del tenerissimo messaggio di auguri che la bimba aveva acquistato. Il grido si chiude con "contattate Peter Humphrey", un giornalista che ha raccontato gli orrori della detenzione nello stesso carcere.

LA CINA NEGA Il portavoce del Ministro degli Esteri Geng Shuan nega ogni collegamento tra la prigione sopra citata e i presunti lavori forzati a cui sarebbero sottoposti i detenuti. Di fatto però non è da escludere che il messaggio abbia più che un fondamento: nel 2017 nella prigione di Canton (Cina), un messaggio simile era stato ritrovato in una scatola di cartoline di Natale.

TESCO SOSPENDE LA COLLABORAZIONE Lo shock è palpabile, soprattutto per la catena di supermercati Tesco, colosso britannico. Annunciata - a poche ore dall'avvenimento - la sospensione della collaborazione con la Zheijiang Yunguang Printing, azienda che produce le cartoline, e aperta un'inchiesta.

 

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