Di Stefano Casini

La salsa Caruso è una salsa per accompagnare la pasta i cui ingredienti di base sono crema di latte, prosciutto cotto, funghi ed estratto di carne. Alcune versioni possono includere la cipolla. Chi ha avuto questa idea  è stato un piemontese che aveva un Ristorante a Montevideo: si chiamava Riccardo Monti ed era un cuoco rinnomato che, nel 1954, nella cucina del Ristorante  “Mario e Alberto”, decise di accompagnare i Cappelletti con una salsa tutta sua. Erano trascorsi 40 anni da quando, nel 1915, arrivò a Montevideo il famoso tenore napoletano Enrico Caruso (1873-1921), che creò nel Teatro Solis e dintorni, un'enorme aspettativa e concentrazione di persone, motivando lodi accesi sulla stampa montevidea dell'epoca. Caruso, ammirato da personaggi come Carlos Gardel, fu ricevuto in Uruguay da sovrani e intellettuali dell'epoca. Italiano e buongustaio, Caruso assaggiò vari piatti, preferibilmente la pasta, durante il suo soggiorno a Montevideo.

Ma fu appunto diversi anni dopo, a metà dell'anno 1954, quando nel ristorante «Mario e Alberto», nell'angolo tra le vie Costituyente e Tacuarembó, nacque la salsa Caruso. Monti decise di accompagnare un piatto di Cappelletti con la sua salsa. La prima versione aveva come ingredienti: crema di latte, prosciutto cotto, funghi saltati nel burro e un cucchiaio di estratto di carne. Monti nominò la salsa in onore di Caruso. Nacque quindi il "Carpe capeletis", che il grande tenore italiano non provò mai.

Con il passare del tempo si sono tenuti numerosi seminari culinari e la salsa Caruso ha guadagnato popolarità nella regione e da lì è passata al resto dei paesi sudamericani ed europei, in misura minore. Attualmente è considerato patrimonio nazionale uruguaiano. Il suo uso è profondamente radicato nel regionalismo piuttosto che nella scena internazionale, quindi è molto frequente nelle cucine in Uruguay, ma anche in Argentina e Brasile, ma con meno enfasi.