Ricordare è semplice, perché dimenticarla è impossibile. Prima donna italiana negli equipaggi della Stazione Spaziale Europea, 199 giorni nello spazio alla sua prima missione, Samantha Cristoforetti lascia l’Aeronautica Militare. Sveste la divisa azzurra e i gradi da capitano. Questione di giorni, la spartana cerimonia è programmata nella base di Istrana, in provincia di Torino. Un addio non indolore. Samantha si ritiene tradita. E l’Aeronautica Militare perde un eccezionale testimonial. Il battesimo di Samantha Cristoforetti avvenne nel 2001, con il bacio alla statua del pinguino nella piscina del 70° Stormo, a Latina.

Samantha gode di una popolarità senza eguali. Con il suo addio all’Aereonautica Militare ci rimette anche l’Italia. Un altro cervello in fuga. Ma come spiegarlo il distacco annunciato e già codificato, alla luce del fatto che la Cristoforetti non ha più alcun legame istituzionale con l’Italia? Smesse le stellette, rimarrà un astronauta a disposizione dell’Esa. L’agenzia spaziale europea, nelle cui basi si sta già addestrando per tornare in orbita nel 2022. Il motivo (o i motivi) del distacco si possono immaginare, in presenza della discrezione dell’astronauta. Samantha preferisce non rilasciare dichiarazioni. E nulla (o pochissimo) trapela dagli ambienti dell’Aeronautica Militare.

I silenzi di parte alimentano fatalmente le ipotesi più disparate. Vengono ricostruiti scenari probabilmente prossimi alla realtà. Il gesto della prima italiana negli spazi è ritenuto comunque sorprendente quantomeno. Il punto di partenza e di arrivo viene individuato nella “ministeriale” di poche settimane fa. La delegazione italiana si è presentata a Siviglia alla “ministeriale” del 2019 (la riunione dei ministri europei che individua gli obiettivi della politica spaziale in Europa) con un assegno di 2.3 miliardi di euro. In cambio chiedeva all’Esa una nuova occasione di volo per un astronauta italiano.

Due i candidati, Samantha Cristoforetti e Walter Villadei. I presenti a Siviglia riferiscono di enormi pressioni da parte dei militari italiani perché fosse scelto Villadei. Tenente colonnello dell’Aeronautica Militare viene definito dai vertici italiani un cosmonauta. Espressione presente nella terminologia russa. In effetti, Villadei non ha mai superato il concorso dell’Agenzia Spaziale Europea. Di più, anni fa fu respinto in una fase preliminare delle selezioni.

Un pacco politico o che cosa, con tutto il rispetto per la persona e per i gradi? La Difesa ha comunque continuato a investire per prepararlo al meglio. Si parla di due milioni di euro. Soldi spesi per l’addestramento presso il Centro Cosmonauti Yuri Gagarin di Mosca. Il sito dello Stato Maggiore dell’Aeronautica, comunicava infatti, due mesi fa, che si riteneva “concluso in Russia l’addestramento di sopravvivenza in mare del tenente colonnello Villadei”.

Dichiarazioni facilmente spiegabili e ricollegabili all’ambizione principale dell’Aeronautica Militare a divenire il principale abilitante per l’accesso allo spazio. Ecco come: mediante lo sviluppo di competenze consolidate nel settore aerospaziale anche attraverso la formazione e lo sviluppo di percorsi “d’eccellenza del proprio personale”. Traduzione: lo scopo è individuare gli astronauti italiani del futuro. È così che Walter Villadei, tenente colonnello dell’Aeronautica Militare, si ritrova a operare nella doppia parte nello stesso tempo: candidato e selezionatore.

Villadei gode della stima indiscussa e dell’appoggio dei militari. E Samantha? Quando ha saputo, non l’ha presa bene. Malissimo poi. Villadei è nelle grazie dell’astronauta Roberto Vettori, volato tre volte nello spazio tra il 2002 e il 2011, oggi generale dell’Aeronautica e addetto spaziale presso l’ambasciata italiana di Washington. Dovendo inoltre considerare l’autorevolezza dell’ammiraglio Carlo Massagli, segretario del Comitato Interministeriale per lo spazio, presso Palazzo Chigi. Un organismo costituito quando il sottosegretario leghista Giorgetti era il domus della politica spaziale italiana.

Di Villadei, all’epoca, si interessò anche il premier Conte. In pressing su Vladimir Putin durante una riunione a Mosca. Il tenente colonnello sponsorizzato per una missione spaziale ad hoc, finanziata interamente dall’Italia. Ma tutto finì lì, davanti a costi proibitivi. Un muro da 60 milioni di euro. Manovre, tentativi, intrighi politici. Mosse destinate comunque all’insuccesso. Un anno intero non è servito a Villadei e ai suoi sponsor per spuntarla. L’Esa ha scelto ancora Samantha Cristoforetti. Un doppio volo per lei, gratificante il primo, significativo il secondo. Sarà lei ad andare nello spazio e via dall’Aeronautica Militare. La politica è servita.

Franco Esposito