di Franco Esposito
Ignara di essere ripresa dalle telecamere della polizia incassa una mazzetta da 700 euro da un’imprenditrice. Imprenditrice anche lei, funzionario di banca, insegnante, comune cittadina o che cosa? Prefetto a Cosenza, oggi una ex bastonata, Paola Galeone. Il gip ha firmato il provvedimento di arresto. È ai domiciliari e risulta tutti gli effetti sospesa dall’incarico. Decaduta dall’incarico di alto dirigente dello Stato, sospesa dal servizio dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Una squallida storia per un pugno di euro, 700 appena, culminata nell’arresto della corruttrice e seminato tracce chiare di scandalo a Cosenza.
Il pessimo inizio del 2020, che al contrario sembrava promettere le inversioni di tendenza auspicato dal presidente Mattarella in occasione del discorso di fine d’anno alla Nazione. L’ex prefetto Paola Galeone è ai domiciliari nella sua casa di Taranto. L’accusa è “induzione indebita a dare o promettere utilità”. Dolorosa la contestazione: se anche un prefetto, alto dirigente dello Stato, si presta a proporre mazzette siamo messi male davvero. L’ex prefetto Paola Galeone ha incassato una mazzetta di 700 euro frutto di una trattativa con un’imprenditrice, Cinzia Falcone, 46 anni. E’ lei, impegnata nell’organizzazione di eventi, amica della corruttrice, la persona al centro della vicenda. L’ex prefetto le aveva chiesto di emettere una fattura falsa di 1.200 euro, motivandola con le spese sostenute durante l’evento del 29 novembre al teatro Rendano di Cosenza, nel quale si è discusso di “violenza di genere”. Le telecamere hanno ripreso e registrato l’incontro e la voce dell’allora prefetto. “Cinzia, tu hai sostenuto dei costi...io ho un fondo di rappresentanza in cui residuano 1.200 euro...ho pensato che se tu mi fai una fattura da 1.200, ti tieni 500 e la differenza la giri a me”. Squallida proposta per una tangente minima, un’idea comunque miserabile, ma anche questa è corruzione al cento per cento. Paola Galeone probabilmente non si aspettava che l’amica la tradisse. E soprattutto per una cifra irrisoria, che le è costata l’arresto e la carriera.

Referente di un centro di accoglienza straordinario a Camigliatello Silano, l’imprenditrice amica presidente anche dell’associazione interculturale mediterraneo, l’ha denunciata. La proposta indecente è datata 23 dicembre, antivigilia del Natale 2019. Le due si sono incontrate in Prefettura in occasione del riconoscimento della benemerenza a Cinzia Falcone “per le sua attività in difesa delle donne”.
Proprio in quella circostanza la corruttrice alta funzionario dello Stato ha avanzato la richiesta. La Falcone, sgomenta, si è rivolta alla polizia. Informato il capo della Procura, Mario Spagnolo, gli inquirenti hanno messo a punto il piano per incastrare l’ex prefetto. Cinzia Falcone invitata a far finta di accettare la proposta indecente. “Buongiorno, quando vuoi per quel caffè”, ha scritto su WhatsApp, seguendo alla lettera le istruzioni degli inquirenti. Immediata la risposta di Paola Galeone, ormai sicura di aver centrato il bersaglio. Lei corruttrice, l’amica disponibile a fare da corrotta. L’ex prefetto ha espresso il proprio grande compiacimento con lo stesso mezzo usato dall’amica. Il WhatsApp: “Ok, hai tutta la mia stima. Vedrai insieme faremo grandi cose”. La promessa di coinvolgimento in successivi episodi di malaffare. Visto da fuori, l’episodio chiaramente provoca sconcerto, soprattutto per quanto attiene la miserabile quantità di denaro in ballo. Paola Galeone, l’ex prefetto, ha convocato l’amica per la mattina del 26 dicembre. Appuntamento al bar di fronte alla Prefettura. La strategia della polizia ha avuto il pregio dell’immediatezza: un microfono e una telecamera sono stati sistemati addosso all’imprenditrice Cinzia Falcone.
Fotocopiate le banconote da 50 euro, sistemate in una busta rosa. La Galeone è arrivata all’appuntamento con l’auto di servizio guidata dall’autista. In un angolo del bar pieno di clienti, la consegna. L’ex prefetto ha contato le banconote. Rispettati i patti, la somma è quella giusta. “Stai tranquilla, stai calma, respira”, rivolta all’amica imprenditrice, ignara della trappola. Il linguaggio e il comportamento di Paola Galeone farebbero pensare ad una certa dimestichezza con questo genere di operazioni illegali. Appariva tesa Cinzia Falcone. L’ex prefetto le ha allungato due banconote da 50 euro. “Tieni, con questi comprati i biscotti”.
Capito, gente? Appena fuori del bar, la brutta sgradita sorpresa per la Galeone. I poliziotti avevano seguito a distanza la scena. “Prefetto, ci segua in questura”, perentorio nelle parole e nei gesti il capo della squadra mobile, Fabio Catalano. La borsa è stata aperta in presenza del questore di Cosenza, Giovanna Petrocca: trovate le banconote marchiate.
A seguire la perquisizione nello studio del prefetto. Le indagini proseguono. La polizia sta passando al setaccio tutti i documenti amministrativi firmati dall’ex prefetto sospeso. Si cercano prove di eventuali altri atti di corruzione posti in essere e portati a compimento da Paola Galeone, ex prefetto di Cosenza ora agli arresti domiciliari.