Luigi Di Maio si trova tra due fuochi. Uno “estero”, con le polemiche sulla strategia italiana di politica estera. Uno “interno”, con la rivolta dentro ai 5 stelle che prende la forma di un documento dei senatori che prende di mira la sua leadership, i doppi incarichi e Rousseau, e dell’emorragia continua di parlamentari che lasciano il Movimento.

In un’intervista al Corriere della Sera, il ministro degli Esteri difende il lavoro suo e di Giuseppe Conte e assicura che il governo marcia unito. “Non provate a metterci l’uno contro l’altro, perché non è così” afferma, “con Conte ci coordiniamo costantemente, così come ho sentito ripetutamente il ministro Guerini”.

Dopo il tentativo di mediazione sulla Libia, con l’incontro a Palazzo Chigi fra il premier e il generale Haftar che ha irritato Sarraj, Di Maio afferma che “gli attacchi rivolti a Conte sono gratuiti e ingiustificati, il presidente sta dando il massimo. Ricordo a tutti che è lui l’autore della Conferenza di Palermo”. Quanto al suo impegno, “in questi giorni sono stato a Bruxelles, Istanbul, Il Cairo e sono appena rientrato da Algeri. Dall’Iran alla Libia ci troviamo di fronte a cornici complesse, serve prudenza, bisogna agire con responsabilità”.

Di Maio assicura che “il Governo lavora insieme ed è giusto che da ministro degli Esteri debba avere buoni rapporti con tutti. In queste ore, sentendo il mio collega tedesco Maas, stiamo preparando la conferenza di Berlino. Siamo convinti che sia opportuno coinvolgere tutti gli interlocutori. Quella in corso è una guerra per procura e se non coinvolgiamo tutti non riusciamo a fermare le interferenze esterne”.

E gli italiani nel mondo? Il ministro é completamente assente...

Per quanto riguarda il fronte pentastellato, invece, dalle colonne del Fatto Quotidiano viene sganciata una bomba: “Di Maio vicino a lasciare la guida dei Cinquestella” titola il quotidiano diretto da Marco Travaglio, tradizionalmente vicino a M5S. Un articolo in cui si spiega che il leader nega, ma avanza l’idea di una mossa a sorpresa forse già prima delle Regionali. Lo staff di Di Maio definisce “decisamente surreale” la ricostruzione e smentisce l’ipotesi: “Appare anche singolare la scelta di aprire il giornale con questo falso retroscena quando lo stesso Di Maio in queste ore è impegnato in importanti dossier di politica estera, come la Libia, di forte interesse nazionale e che interessano la sicurezza del nostro Paese. È un fatto gravissimo, che ci sorprende”.