Molte volte abbiamo ascoltato, sicuramente con molti dubbi, che l’Italia possiede la metà del patrimonio storico di tutto il mondo. Se pensiamo che ci sono oltre 200 paesi nel nostro pianeta, il fatto che solo uno abbia la metà della storia vivente, sicuramente pare una vera e propria balla. Ma, se cominciamo a cercare le risposte, potremo capire perché non siamo tanto distanti da questa pazzia!

Cominciamo dai musei. In Italia ci sono quasi 500 musei  statali che però rappresentano solo una frazione del patrimonio culturale visitabile nel nostro Paese. L’Istat ha registrato, nel 2016,  4.158 musei, 282 aree archeologiche e 536 zone di monumenti, per un totale di 4.976 luoghi, all’incirca uno ogni 12.000 abitanti dell’Italia, ma, se aggiungiamo i 25.000 castelli esistenti, i numeri crescono esponenzialmente.

I centri storici, per la maggior parte, sono in mano ai Comuni, ma anche a Province o Regioni. Quasi 2.000 sono gestiti da enti culturali, istituti religiosi, associazioni, fondazioni o anche da privati. Tutti questi numeri insieme hanno raccolto nel 2016 oltre 119 milioni di persone, che per oltre la metà (il 57%) sono stati disposti a pagare un biglietto per entrare in uno di questi luoghi. I prezzi sono svariati ma oscillano fra 3 e 30 Euro. Lo Stato italiano, negli ultimi anni, in media ricava 200 milioni di Euro.

Se vediamo i numeri ufficiali dell’ISTAT, questi rivelano che il 69% degli italiani di più di 6 anni dichiarano di non aver mai messo piede nell’ultimo anno in un museo, il 75% non è stato mai a vedere una mostra e l’80% non è mai entrata in un sito archeologico, dimostrando così, che la parte del leone nei ricavati, la fanno i turisti provenienti dall’estero.

Per ordinare un po’ questi numeri freddi, significa che quasi un comune su tre possiede almeno un museo. Abbiamo 1,5 musei o istituti simili ogni 100 kmq. Le regioni con il maggior numero di istituti museali sono la Toscana (550), l'Emilia-Romagna (440) e il Piemonte (397): nel Sud e nelle Isole è concentrato il 52,1% delle aree archeologiche, mentre al Nord sono localizzati il 48% dei musei e il 43,1% dei monumenti. Nelle Marche la percentuale di comuni con almeno una struttura di raccolta e di esposizione al pubblico è del 57,3%, in Toscana del 66,6% e in Umbria addirittura del 67,4%. In altre Regioni gli istituti sono concentrati sul territorio: in Lombardia il patrimonio si addensa nel 15,5% dei comuni, in Molise nel 17,6% e in Campania nel 21,1%. Le tipologie prevalenti delle collezioni dei musei sono: etnografia e antropologia (16,9%), archeologia (15,5%), arte (11,9%), storia (11,4%), arte sacra (10,2%) e arte moderna e contemporanea (9,9%).

Il pubblico tende a concentrarsi fra poche destinazioni. Soltanto 3 Regioni si assicurano il 51% degli ingressi: Toscana (22,1%), Lazio (20,1%) e Lombardia (8,8%). Le tre Regioni con il più alto numero medio di visitatori per singolo istituto sono Lazio (67.746), Toscana (42.359) e Campania (37.646), mentre in fondo alla graduatoria si collocano Marche (5.323), Abruzzo (4.428) e Molise (4.319). Le spese di funzionamento rappresentano oltre il 90% dei costi sostenuti dagli istituti. Meno di un quinto delle unità dichiara che la loro incidenza non supera il 25% delle spese complessive. Se potessero aumentare del 10% il proprio budget di spesa, i musei e gli istituti similari destinerebbero queste risorse a:

1) Campagne di informazione e comunicazione

2) Aumento del pubblico dei visitatori (23,5%)

3) Rinnovamento degli allestimenti (12,2%)

4) Interventi urgenti di manutenzione o restauro dei beni e delle collezioni (11,4%)

5) Ristrutturazione dell’edificio o adeguamento degli impianti (11,3%)

6) Organizzazione di manifestazioni ed eventi per ampliare l’offerta (10,2%).

Solo lo 0,9% del totale utilizzerebbe la maggiore disponibilità per realizzare interventi formativi per la qualificazione del personale.

Anche se il Ministero dei Beni Culturali (pochi paesi nel mondo possono vantare un Ministero del genere) ha un budget abbastanza importante, per molti è considerato assolutamente insufficiente. Nel 2013 il budget disponibile di questo Ministero era di 1.6 miliardi di Euro. Oggi potrebbe raggiungere i 2 miliardi. L’esercito di specialisti in arte, restauro, organizzazione museale è il più grande del mondo. Lo statale Istituto Superiore della Conservazione e Restauro (ISCR) è, il più importante centro di formazione artistica per resauratori del mondo.

Se pensiamo che, soltanto a Roma, ci sono oltre 1.500 chiese possiamo cominciare a capire l’importanza del nostro paese per la storia del mondo. Ricordo, tanti anni fa a Roma quando, parlando con un “tassinaro”, gli chiesi: “ Se lei mi dice che è romano, è cosciente di quante volte al giorno passa davanti al Colosseo?”. In perfetto romanaccio mi rispose “Boh! Ecchénnesó!”. Gli dissi allora:”Lo sapeva che il Colosseo è il primo vero e proprio stadio dell’umanità? Che all’epoca poteva ricevere 50.000 spettatori quando la seconda città più popolata d’Italia aveva 20.000 abitanti?”. Frenò improvvisamente e mi disse: “Ahó!!! Anvedi, nun lo sapevo?….adesso ce passerò con nartro rispetto!”. Quanti romani sanno che all’epoca d’oro dell’Impero la capitale aveva 1 milione di abitanti, quando la seconda città più popolata nel mondo non superava i 100.000? Insomma, questa firma d’autore della storia non ce la toglierà mai nessuno!

Stefano Casini