Dopo la tregua siglata dagli Stati Uniti con la Cina adesso va cercata la pace anche con la Ue contro la quale Donald Trump è pronto ad aumentare i dazi fino al 100% in valore su una nuova black list allargata dei prodotti che comprende tra l'altro vinoolio e pasta Made in Italy oltre ad alcuni tipi di biscotti e caffè esportati negli Usa per un valore complessivo di circa 3 miliardi.

È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che l'intesa con Pechino è destinata ad avere effetti rilevanti anche sull'Unione Europea e sull'Italia che nel primo mese successivo all'entrata in vigore dei dazi ha visto crollare le esportazioni complessive del Made in Italy negli States del 10,4% con una drastica inversione di tendenza rispetto ai dieci mesi precedenti in cui erano aumentate in media del 11,3% secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat a novembre.

Si apre infatti un nuovo fronte con gli Usa dopo che l'accordo di Washington con il gigante asiatico ha garantito l'aumento significativo delle importazioni cinesi di prodotti agricoli americani, come carne di maiale, pollame, grano, mais, riso e soprattutto soia, per rispondere alle forti proteste dei farmers statunitensi storici elettori di Donald Trump che - ricorda la Coldiretti - aveva stanziato in aiuto un piano di 16 miliardi di dollari per far fronte al pesante impatto della guerra commerciale con Pechino.

A sbloccare l'intesa tra Usa e Cina è stato - precisa la Coldiretti - l'aumento record del 67% delle importazioni di soia da parte del gigante asiatico a dicembre ma anche il balzo del 75% nel 2019 degli arrivi di carne di maiale per effetto della peste suina che ha decimato gli allevamenti locali. Ora l'intesa raggiunta - sostiene la Coldiretti - è destinata a modificare in futuro la domanda di materie prime con scenari inediti nel commercio mondiale che - sostiene e la Coldiretti - vanno attentamente monitorati perché gli Usa sono il primo fornitore di soia sul mercato europeo.

Una cambiamento che riguarda direttamente l'Italia che è il primo produttore europeo con circa il 50% della soia coltivata ma che è comunque deficitaria e deve importare dall'estero.

Una situazione che potrebbe precipitare dopo la conclusione della procedura di consultazione avviata dal Dipartimento del Commercio (Ustr) degli Usa, con Trump che - sottolinea la Coldiretti - minaccia di aumentare e di estendere i dazi a prodotti simbolo del Made in Italy, a quasi tre mesi dall'entrata in vigore il 18 ottobre 2019 dei dazi aggiuntivi del 25% che hanno colpito per un valore di mezzo miliardo di euro prodotti agroalimentari italiani come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello.

La nuova black list - continua la Coldiretti - rischia di colpire circa i 2/3 del valore dell'export del Made in Italy agroalimentare in Usa che è risultato pari al 4,5 miliardi in crescita del 13% nei primi nove mesi del 2019, secondo l'analisi della Coldiretti.

Il vino, precisa la Coldiretti, con un valore delle esportazioni di quasi 1,5 miliardi di euro in aumento del 5% nel 2019 è il prodotto agroalimentare italiano più venduto negli States mentre le esportazioni di olio di oliva sono state pari a 436 milioni anch'esse in aumento del 5% nel 2019 ma a rischio è anche la pasta con 305 milioni di valore delle esportazioni con un aumento record del 19% nel 2019 secondo l'analisi Coldiretti su dati Istat relativi ai primi nove mesi dell'anno.

Se entrassero in vigore dazi del 100% ad valorem sul vino italiano una bottiglia di prosecco venduta in media oggi al dettaglio in Usa a 10 dollari ne verrebbe a costare 15, con una rilevante perdita di competitività rispetto alle produzioni non colpite.

"Una eventualità devastante per il Made in Italy agroalimentare che mette a rischio il principale mercato di sbocco dei prodotti agroalimentari Made in Italy fuori dai confini comunitari e sul terzo a livello generale dopo Germania e Francia" denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che "l'Unione Europea ha appoggiato gli Stati Uniti per le sanzioni alla Russia che come ritorsione ha posto l'embargo totale su molti prodotti agroalimentari, come i formaggi, che e' costato al Made in Italy oltre un miliardo in cinque anni ed e' ora paradossale che l'Italia si ritrovi nel mirino proprio dello storico alleato, con pesanti ipoteche sul nostro export negli Usa".

Prandini chiede pertanto a Bruxelles "di trovare risorse sufficienti e misure di compensazione per gli agricoltori e apprezza gli sforzi messi in campo per cercare di bloccare la disputa commerciale con l'amministrazione USA anche alla luce della missione del commissario al commercio Phil Hogan a Washington.

Il braccio di ferro tra Usa e Unione europea si riferisce alla disputa nel settore aereonautico che coinvolge l'americana Boeing e l'europea Airbus dopo che il Wto ha autorizzato gli Usa ad applicare un limite massimo di 7,5 miliardi di dollari delle sanzioni alla Ue. Per l'Italia al danno si aggiunge la beffa poiche' il nostro Paese si ritrova ad essere punito dai dazi Usa nonostante l'Airbus sia essenzialmente un progetto francotedesco al quale si sono aggiunti Spagna e Gran Bretagna.