Informazione, strumento di democrazia e civiltà ma a una condizione: che le notizie non dilaghino come materia prima allo stato puro, o brado, ma siano analizzate, approfondite e filtrate da specialisti, responsabili e affidabili. Il sottosegretario all’Editoria Andrea Martella ha affidato le sue riflessioni a un lungo articolo pubblicato sul quotidiano "Avvenire". Scrive Martella: "Se vogliamo che vengano costruiti ponti, e non muri, dobbiamo avere piena consapevolezza del valore e del ruolo dell’informazione. È la strada maestra anche per rafforzare gli anticorpi della nostra democrazia che per essere forte e compiuta deve avere tra i suoi pilastri la garanzia del pluralismo e dell’imparzialità dell’informazione".

Scrive ancora Andrea Martella: "Il cosiddetto hate speech, il discorso che fomenta odio, diventa non solo arma politica ma rischia purtroppo di diventare "cultura" diffusa. Una vera e propria alleanza per il futuro. È il motivo per cui ad esempio abbiamo promosso, nella recente legge di bilancio, una serie di incentivi per l’acquisto da parte delle scuole di abbonamenti a giornali e periodici, così da offrire ai giovani degli strumenti preziosi per la lettura critica e iniziare ad affrontare la vera e propria emergenza nazionale di un Paese dove si legge poco e spesso si comprende male- per primi proprio i ragazzi, raccontano purtroppo i dati- ciò che si legge".

Secondo Martella, invece è "necessaria anche l’alleanza con la Scuola". Sacrosanto invece è quanto segue: "Quella da portare avanti è una battaglia culturale contro ogni forma di discriminazione e di intolleranza, contro ogni atto di odio e di violenza. È fondamentale il ruolo che può avere l’informazione, il giornalismo vero, quello onesto, serio e documentato, che affonda le sue radici nei principi tante volte richiamati anche dallo stesso Papa Francesco, non da ultimo quando ricevette dirigenti e personale di "Avvenire" per i cinquant’anni dalla fondazione".

Ascoltare, approfondire, confrontarsi sempre, facendo attenzione "a custodire lo spessore del presente, a rifuggire l’informazione di facile consumo che non impegna, a ricostruire i contesti e spiegare le cause, ad avvicinare sempre le persone con grande rispetto, a scommettere sui legami che costituiscono e rafforzano la comunità. Tra questi legami io sono convinto che ci possa e debba essere quello tra giornalismo e scuola".