Addio a Emanuele Severino, uno dei maggiori filosofi italiani del secondo Novecento, famoso soprattutto per i suoi studi sull'ontologia, influente pensatore del nichilismo contemporaneo. Aveva 90 anni. È morto venerdì 17 gennaio ma la notizia della scomparsa è stata diffusa soltanto ieri, a funerali avvenuti.

Era nato a Brescia il 26 febbraio 1929, città dove ha sempre vissuto, fino all'ultimo. Laureato all'Università di Pavia nel 1950 discutendo una tesi su Heidegger e la metafisica sotto la supervisione di Gustavo Bontadini, Severino l'anno successivo ottenne la libera docenza in filosofia teoretica. Dal 1954 al 1969 ha insegnato filosofia all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

I libri pubblicati in quegli anni entrarono in forte conflitto con la dottrina ufficiale della Chiesa cattolica, suscitando vivaci discussioni all'interno dell'Ateneo fondato da padre Agostino Gemelli e nella Congregazione per la dottrina della fede (l'ex Sant'Uffizio). In particolare suscitò scalpore il saggio 'Ritornare a Parmenide', fulcro del suo pensiero che lo ha portato a teorizzare che l'intera storia dell'Occidente è storia del nichilismo.

Dopo un lungo e accurato esame (condotto da Cornelio Fabro) la Chiesa proclamò ufficialmente nel 1969 l'insanabile opposizione tra il pensiero di Severino e il cristianesimo e il filosofo fu costretto a lasciare l'Università Cattolica.