Gli unici due gruppi parlamentari che non perdono eurodeputati con l’addio dei 73 parlamentari britannici sono i Popolari e i sovranisti di Identità e Democrazia, che comprendono tra gli altri gli eletti di Salvini e della Le Pen. Il Ppe si conferma primo partito e anzi guadagna 5 eletti in più distribuiti tra i vari paesi Ue per un totale di 187 membri. I sovranisti acquisiscono 3 nuovi ingressi, passando da 73 a 76 eurodeputati, e superano quindi i Verdi che finiscono quinti nella classifica dei gruppi dell’Eurocamera. P

erdite che si materializzano anche in termini di soldi: ogni eurodeputato porta una dote di 30mila euro al suo gruppo, garantita dal Parlamento. Ma nemmeno questo calcolo puramnente economico ha smosso il dialogo tra Verdi e M5s per l’adesione dei 14 pentastellati alla casa ecologista: tutto fermo. Quelli che perdono di più sono i liberali di Renew Europe, che comprendono gli eletti del partito di Emmanuel Macron: passano da 108 a 97 deputati, perdono ben 17 liberali britannici che tornano a casa e guadagnano 6 nuovi ingressi, tra cui l’italiano Sandro Gozi, primo tra i non eletti ne ‘La Republique en marche’. Perde anche per il gruppo Socialisti&Democratici: da 154 a 148, ben 10 laburisti in meno, solo 4 nuovi ingressi.

I Verdi soffrono la Brexit: da 74 a 67 eurodeputati, vanno via 11 Greens del Regno Unito, entrano in 4. Ma soprattutto i Verdi vengono superati dai sovranisti: ora sono quinti per numeri di deputati nell’Eurocamera. Nello specifico, il gruppo di Identità e Democrazia guadagna: il giovane leghista Vincenzo Sofo, (noto anche per essere il fidanzato di Marion Le Pen, nipote di Marine), un francese del Rassemblement National e un olandese del ‘Partij voor de Vrijheid’.

I Conservatori e Riformisti, gruppo di cui fanno parte anche gli eletti di Fratelli d’Italia, vanno a saldo -1: perdono 4 Conservatori britannici, guadagnano 3 nuovi ingressi (da 62 a 61 eurodeputati). La sinistra del Gue perde l’irlandese Martina Anderson dello Sinn Fein: non entra nessuno dagli altri Stati (da 41 a 40 membri). Tra i non iscritti vanno via in 30, tra cui Nigel Farage e i suoi eletti del Brexit party, entrano in 2. Ne restano 26, tra cui i 14 eletti del M5s ancora in cerca di una ‘casa’ all’Europarlamento. Da considerare che ogni parlamentare ‘vale’ 30mila euro per il gruppo di cui fa parte. E’ questa la ‘dote’ che il Parlamento passa ai gruppi, per ogni componente.

Ma nemmeno questo calcolo puramente economico ha smosso i Verdi, che da mesi sono in trattative con il M5s per accogliere i 14 eletti pentastellati rimasti tra i ‘non iscritti’. Restano fortemente contrari i tedeschi, che temono un asse del sud tra cinquestelle e verdi francesi, questi ultimi infatti sono più inclini ad accogliere gli eletti del Movimento italiano. Con la Brexit i parlamentari europei diminuiscono da 751 a 705. Dei 73 seggi lasciati dai britannici, 27 vengono ridistribuiti tra i paesi membri e 46 lasciati a disposizione per eventuali allargamenti dell’Unione ad altri Stati.

L’Italia guadagna tre parlamentari in più (da 73 a 76 eurodeputati), tutti della destra, che ha preso più seggi alle ultime europee. Oltre al leghista Sofo, arrivano Salvatore De Meo di Forza Italia e Sergio Antonio Berlato di Fratelli d’Italia. Gli altri posti redistribuiti andranno a Francia e Spagna (5 a testa), Olanda (3), Irlanda (2) e uno a testa per Polonia, Romania, Svezia, Austria, Danimarca, Slovacchia, Finlandia, Croazia ed Estonia.

di ANGELA MAURO