C’è attesa per l’esito finale della settantesima edizione del Festival della Canzone Italiana. Stasera a Sanremo si chiude una settimana d’oro per la Rai che ha raggiunto quote di share d’ascolto superiori al 50 per cento, con medie più alte degli ultimi decenni, addirittura bisogna tornare agli anni Novanta di Pippo Baudo e Mike Bongiorno per scovare cifre simili.

La corazzata Rai Uno ha piazzato tutte le star possibili – da Fiorello a Benigni – per toccare queste vette d’ascolto. Un’edizione di stampo televisivo che ha finito per mettere in un angolo il concorso canoro vero e proprio, anche perché la direzione artistica ha puntato molto sui giovani e meno sui nomi collaudati da palco Ariston. Così, giunti alla serata finale, la classifica provvisoria vede in testa Francesco Gabbani, già vincitore nella categoria giovani nel 1016 con "Amen" e nel 1017 con "Occidentali’s Karma", seguito dal gruppo delle Vibrazioni e dal rockettaro anni ottanta Piero Pelù.

A ruota altri giovani: il gruppo dei Pinguini Tattici Nucleari, Eloide e Diodato. Gabbani ha optato per una canzone romantica con un testo stile Francesco Guccini e una musica stile Lucio Dalla: "Viceversa", scritta con Pacifico, nel settembre scorso. "Ho scelto una dimensione più emozionale, più intimista, che non si dimentica di mettere in confronto l’equilibro tra gli opposti. Gioco un po’ con le parole, come è nel mio stile. E’ una canzone che deve far rivalutare il senso di condivisione" ha detto il cantante carrarino. Una chiarificazione un po’ in contrasto con le sue vicende personali poiché Gabbani ha chiuso la storia con la tatuatrice Dalila Iardella e ha avviato una nuova relazione con Giulia. Si era parlato anche di un Gabbani sovranista, a proposito nella sua interpretazione della canzone "L’Italiano" di Toto Cutugno nella serata delle cover dedicata ai gradi successi sanremesi.

Vestito da astronauta, il cantante sventolava una bandiera italiana. Lui stesso ha smentito su Twitter: alle sue spalle infatti ci sono ragazze e ragazzi di tutto il mondo. E lui scrive: "Siamo tutti italiani.. anche sulla Luna". Sovranismo respinto per un autore che è nato nella Carrara anarchica e che vive nella vicina provincia della Spezia, di tradizioni progressiste. Di certo al Festival sono piaciuti soprattutto i richiami di memoria: Domenico Modugno, Fabrizio Frizzi, Sergio Endrigo, Nilla Pizzi. Non a caso una delle punte di massimo ascolto è stata la "reunion" dei Ricchi e Poveri nella formazione originale, di nuovo insieme, dopo 40 anni. Il gruppo genovese, formato da Angela Brambati, Marina Occhiena, Franco Gatti, Angelo Sotgiu, si è ricongiunto grazie al lavoro del manager Danilo Mancuso che ha lavorato un anno, in segreto, per rimettere insieme i quattro. Marina è sempre bionda, con una cascata di ricci, Angela la brunetta ha sempre i capelli corti, Franco i baffoni e Angelo non è più biondo ma sfoggia una chioma color topo. La formazione si era "rotta" nel 1981 con l’uscita di Marina Occhiena, a causa di contrasti con Angela Brambati, sembra per questioni di tradimenti.

I Ricchi e Poveri hanno quindi continuato come trio portando sui palcoscenici i loro successi internazionali. Sono passati 50 anni da "La prima cosa bella", il pezzo che il gruppo presentò nell’edizione del 1970 del Festival, assieme a Nicola di Bari, raggiungendo la seconda posizione. Nell’esibizione di mercoledì sera i Ricchi e Poveri hanno riproposto il primo brano della loro carriera, inciso nel 1968, "L'ultimo amore", la versione italiana di "Everlasting love", portata al successo dai Love Affair. Dopo aver partecipato dodici volte al Festival di Sanremo, il 27 marzo uscirà il doppio album con tutti i loro successi.

"C'è la gioia di ritrovarci insieme" ha detto Angela. In verità i motivi del distacco di Marina dal gruppo, nato negli anni Settanta a Genova, non sono mai stati chiariti. C’è chi dice che Marina pensasse di ottenere più successo come solista, chi riferisce di una lite tra Marina e Angela a causa di un flirt della prima con Marcello Brocheret, all’epoca compagno della brunetta dei Ricchi e Poveri. Uscita Marina, come trio i Ricchi e Poveri hanno continuato a suonare, tenere spettacoli e incidere dischi sino al 2016 quando Franco Gatti ha perso il figlio Alessio, di soli 23 anni, e non è stato in grado di continuare. "A Sanremo facciamo parte dell'arredamento" sostiene Franco. "Eravamo un gruppo di ragazzotti, - prosegue - poi la vita ci ha separato. Ma ora siamo qui, siamo partiti in quattro, e stiamo tornando in quattro.

L'amicizia è uno dei pochi valori che ci rimane in questa Italia un po' sgangherata. Per me loro sono una famiglia, bello avere due famiglie, ma è costoso: il genovese doc ogni anno fa un viaggio in Scozia per aggiornarsi". E a proposito della rottura, Franco rammenta: "Marina non è stata cacciata, se n'è andata spontaneamente, non ha rubato niente ad Angela, non le ha rubato il marito, hanno detto tante cose, che il nonno le ha buttato una seggiola dalla finestra. Ma non è vero. Marina non ha rubato niente a nessuno, la vita ogni tanto ti dà un inciampo, pensate cosa ha tolto a me che ho perso un figlio". A Sanremo hanno cantato i loro grandi successi, "Sarà perché ti amo", "La prima cosa bella", "Mamma Maria". "L'edizione del Festival più bella per noi è quella del 1971, quando abbiamo proposto la canzone sull'emigrazione, Che sarà. Ha fatto il giro del mondo" dice Franco. Il ritorno del gruppo originale ha creato anche sui social grande attesa ed entusiasmo. "Siamo talmente entrati nelle famiglie che ormai ci sentiamo parenti del pubblico; abbiamo ritrovato l'affetto delle persone, ci hanno sempre voluto bene" spiega Angela.

di MARCO FERRARI