Dopo il boom degli scorsi anni il turismo in Uruguay oggi sta vivendo una fase di rallentamento. L’ultima conferma emerge dalle prime analisi sul mese di gennaio che si è appena concluso, il picco della stagione estiva che sembra aver confermato le aspettative. Seppur leggera, la diminuzione del numero di arrivi, e in modo particolare di argentini, sta facendo sentire i suoi effetti con un panorama che appare ancora abbastanza incerto. Per provare a capire come stanno le cose bisogna partire dai dati diffusi dal Ministero del Turismo relativi all’intero anno 2019: 3,2 milioni di turisti, il 13% in meno rispetto al 2018, che tradotto in termini economici indica un calo del 18,6% per il volume d’affari. Numeri, sia chiaro, che continuano a restare alti se comparati a quelli di qualche anno fa.

E il primo mese di questo nuovo anno? Secondo Benjamín Liberoff, ministro ad interim del Turismo, è andato meglio del previsto grazie alle misure adottate dal governo che aveva previsto le difficoltà. Più cauta appare invece la Cámara Uruguaya de Turismo che attraverso il suo presidente Juan Martínez Escrich si limita a parlare di un "gennaio molto simile a quello del 2019 ma" -avverte- "il panorama di febbraio è preoccupante". C’è un fattore che è fondamentale per capire come sta andando la stagione turistica ed è stato ampiamente sottolineato dagli operatori del settore: l’abbassamento dei prezzi. La Cámara Uruguaya de Turismo lo ha stimato intorno al -25%. Tali misure sono state pensate principalmente per favorire il turismo argentino che continua ad essere il vero motore della vacanza uruguaiana, l’unico capace di spostare veramente gli equilibri che contano.

Ecco perché da queste parti è stato fortemente criticato il primo provvedimento del nuovo presidente argentino Fernandez che -in nome dell’emergenza economica ha introdotto una tassa del 30% sui consumi realizzati all’estero. Mostra una certa preoccupazione sull’andamento della stagione anche Pier Luigi Taliento direttore del Punta del Este Resort: "Le aspettative sono state confermate. È stato un mese di gennaio non molto esaltante dal punto di vista dei ricavi. Lo sapevamo, abbiamo dovuto lavorare tanto per cercare di migliorare un’annata che si prevede fiacca come quella del 2019". Il manager italiano racconta di un "punto di svolta" avuto durante il mese di dicembre che ha fatto diminuire notevolmente le prenotazioni a causa della tassa per gli argentini all’estero: "L’Uruguay paga immediatamente gli effetti e le instabilità dei mercati vicini da cui proviene la stragrande maggioranza dei flussi turistici. Le politiche del nuovo governo argentino stanno provocando effetti abbastanza negativi, si è creata una paura diffusa tra gli argentini che viaggiano all’estero. In ambito internazionale l’Uruguay dovrebbe fare maggiore pressione".

Sono due le particolarità negative segnalate da Taliento in questi mesi a Punta del Este, meta per eccellenza del turismo di lusso in Uruguay: "Nell’ottica della diminuzione generale delle spese, abbiamo notato che si è ridotta al minimo la permanenza dei turisti. Un’altra caratteristica sono le previsioni relative al periodo di carnevale che, a differenza degli scorsi anni, si annuncia meno frequentato. In ogni caso - aggiunge - per noi è andata un po’ meglio perché abbiamo potuto controllare leggermente i costi e abbiamo avuto un effetto positivo del cambio del peso uruguaiano con il dollaro che ha avuto una svalutazione del 15%. Per chi come noi ha le tariffe in dollari questa situazione può avere un effetto positivo, nel nostro caso c’è stato un miglioramento tra il 4% e il 6%. Ma in ogni caso questo beneficio non risolve il problema di un’annata fiacca".

M. F.