Sospettati di aver truffato la concessionaria della Milano-Serravalle-Milano Tangenziali spa, si ritrovano licenziati. In sette avrebbero truffato la concessionaria e si sarebbero appropriati di 200mila euro di pedaggi. Pagati dagli automobilisti, ma non riversati nelle casse societarie nel 2018. I sette sono stati iscritti nel registro degli indagati. Tre già si sono dimessi, uno non ha impugnato il licenziamento, gli altri sono in causa di lavoro.

Alcuni respingono le accuse; altri dicono che si è trattato di un equivoco indotto dai sistemi mal funzionanti degli apparecchi di registrazione. Milano-Serravalle-Milano Tangenziali spa opera nella gestione in concessione di tratti autostradali. Gestisce 189 chilometri di autostrade. La scoperta dei dipendenti presunti infedeli è stata possibile attraverso l’ingaggio da parte della concessionaria di una società investigativa.

La Axeta Investigation Consulting si è servita di un auto civetta ad Assago, periferia di Milano. Sarebbero circa cinquemila le anomalie accertate dalla società d’investigazione. I fatti criminosi si sarebbero verificati nei pedaggi alla barriera di Milano Ovest dell’autostrada A7. L’auto civetta ha raccolto almeno sei prove dei meccanismi che invece sarebbero stati adoperati 1.917 volte da un casellante, 2.704 da un altro e da sette a cinquantuno volte da altri cinque loro colleghi. L’intento, apparso subito chiaro, era quello di gabellare la concessionaria autostradale. E di appropriarsi indebitamente di quasi 200mila euro di pedaggi pagati dagli automobilisti.

Soldi mai versati nelle casse della società concessionaria tra marzo e dicembre 2108. I casellanti truffatori avrebbero escogitato tre tipi di trucco. Tutti ingegnosi. Il primo consisteva nell’oscuramento con un ostacolo fisico delle cellule ottiche della barriera, che a quel punto non potevano più rilevare il transito dei successivi veicoli. Veniva perciò richiesta la gestione manuale dell’operatore. La persona al casello incassava il pedaggio, ma poi non lo registrava nel sistema. Il secondo tipo di trucco consisteva nella sconnessione di una delle due testine di connessione della convalidatrice del biglietto. In modo che risultasse non obliterato e potesse quindi essere riutilizzato. Quando arrivava un altro veicolo che doveva pagare una tratta lunga, il casellante incassava dall’autista il corrispondente importo esatto.

Ma nel sistema riutilizzava uno dei biglietti in realtà già usati, abbinato a una tratta di una breve uscita a Milano Assago. Tratteneva per sé la differenza. Esempio: tra un ingresso a Taranto Nord, 184 euro, e un ingresso a Binasco, 1.40 euro. Il terzo escamotage o trucco consisteva nello spegnere artificiosamente il display, far posizionare leggermente più avanti l’automobilista, impedendo così che si accorgesse che, mentre pagava l’importo giusto, sul display veniva invece impostata dal casellante una tratta più breve. Anche in questo caso allo scopo di trattenere la differenza di pedaggio. Ingegnosi indubbiamente tutti i sette casellanti licenziati dalla concessionaria autostradale.

I pm Giovanni Polizzi ha chiesto per loro, in blocco, il rinvio a giudizio alla gip Raffaella Mascarino, L’udienza è fissata all’11 giugno. Alcuni degli indagati respingono le accuse. Giurano che, all’ora degli episodi contestati, erano o non in servizio o sostituiti da colleghi. Sul presunto equivoco alle base delle accuse, relativo ai sistematici irregolari funzionamenti degli apparecchi, si registra l’opposizione della Procura. "Palese l’assenza di segnalazioni all’azienda da parte dei lavoratori". In punta di diritto, poi, l’imputazione di appropriazione indebita aggravata" può stare in piedi solo se passa la tesi che "Milano Serravalle-Milano Tangenziali spa sia ente pubblico in quanto partecipata al 52% di Asam spa. A sua volta controllata da Regione Lombardia quasi del tutto. L’11 giugno sapremo. Facile pronosticare che ne ascolteremo e ne vedremo delle belle.

Franco Esposito