Aerei private, case bunker e piccoli ospedali allestiti nel salone di casa, scorte di cibo e acqua. I ricchi del mondo si stanno preparando così all’epidemia di coronavirus. Non è più questione di se ma di quando, ormai. L’evoluzione della malattia in Cina ci ha insegnato che l’emergenza non è circoscritta ad alcuni paesi "infettati". La diffusione del Coronavirus non è una possibilità, ma una certezza. I casi confermati in tutto il mondo hanno superato i centomila e più di 3mila persone sono morte. L'Organizzazione mondiale della sanità ha aumentato la sua valutazione del rischio globale per la malattia a "molto alto". La paura per la ricaduta economica ha sconvolto i mercati globali. Il mondo, come lo conoscevamo, sta cambiando. Nulla sarà più uguale. Le grandi economie sono già in ginocchio e le conseguenze si faranno sentire presto. Bisogna adattarsi rapidamente, senza fermarsi a rimpiangere quel sistema che avevamo prima. Perché, semplicemente quel sistema non esiste più.

Nell’attesa, e con il crescere di soggetti contagiati e ammalati, i governi stanno cercando di riparare come possono. E ancora una volta, tristemente, il modo come lo conosciamo sembra dividersi tra ricchi e poveri. Milioni di persone non possono permettersi di fare scorta di provviste, perdere il lavoro o avere un medico fisso cui chiedere consiglio. Risorse come il denaro, i trasporti e le informazioni forniscono alle persone un vantaggio sulle misure di protezione e prevenzione e possono aiutare a creare scenari più confortevoli per far fronte alle catastrofi. I più ricchi, insomma, almeno apparentemente, sembrano avere tutto ciò che serve per fronteggiare l’epidemia. E si stanno organizzando, velocemente per non ammalarsi.

In Europa, i milionari, proprietari di aziende e multinazionali si organizzano discreti, mantenendo un profilo basso. Nessuna intervista su giornali o riviste, nessun accenno all’epidemia. Ma le grandi ville e residenze costose si svuotano lentamente. I super ricchi vanno verso paesi dove il contagio è minimo. E vanno preparati. Si attrezzano con tutto ciò che possono per affrontare la crisi. E i ricchi possono farlo, hanno i mezzi per procurarsi già da subito, scorte alimentari, scorte di medicinali e tutto quanto può servire in un’emergenza. Ma non basta. Oltre alle scorte, vengono allestiti in abitazioni, piccole sale di rianimazione, "ospedali casalinghi" attrezzati di respiratori automatici e tutto quanto serve per affrontare una possibile crisi respiratoria.

E poi c’è la questione vaccini. Secondo alcuni magazine americani, i super ricchi sarebbero in prima fila per accaparrarsi i primi vaccini disponibili, e sarebbero disposti a pagarli qualsiasi prezzo. Ma la messa in sicurezza e l’approvvigionamento non sono gli unici problemi da affrontare. Esiste un problema sociologico più grande. Un problema di "convivenza" che proprio i ricchi dovranno affrontare. Le coppie benestanti, che non sono abituate a trascorrere del tempo insieme sono nei guai, secondo Mitchell Moss, che studia politica urbana e pianificazione alla New York University. "L’epidemia da coronavirus sta per distruggere i matrimoni dei ricchi", giura lo studioso Moss. "Tutti questi mariti e mogli che viaggiano costantemente ora dovranno trascorrere del tempo con la persona con cui sono sposati". Cosa a cui non sono abituati. Sempre secondo Moss, le conseguenze saranno serie. Insomma gioie e dolori per tutti anche per i più ricchi...