Ponte Morandi nuova edizione. Avanza la costruzione, la seconda campata già in bella vista. Posata la maxi trave di cento metri proprio dove crollò la decrepita struttura mai sottoposta a seri controlli. L’impalcato posato sopra il greto del Polcevera è una struttura di sostegno orizzontale del piano stradale di un ponte. Questa del nuovo Morandi presenta una forma che richiama la carena di una nave. È realizzata con una struttura mista acciaio-calcestruzzo. Gli elementi in acciaio sono stati verniciati con un colore bianco chiaro per rendere il nuovo ponte luminoso, armonizzandolo col paesaggio. Da Genova arriva una buona notizia in questi giorni dominati purtroppo dalle flagellanti informazioni a raffica sul virus Covid-19. Speriamo che il maledetto non ci mette ancora del suo, al di là della tragedia che sta spargendo, ormai in tutta Europa, non solo in Italia. Nel senso che non renda problematica anche la prosecuzione dei lavori di ricostruzione del ponte di Genova crollato il 14 agosto 2018, provocando la morte di 43 persone. Al nuovo ponte progettato da Renzo Piano lavorano 600 persone. Mille se si considera l’indotto. Il ponte, una volta ultimato, sarà costituito da un impalcato in acciaio, con una travata continua di1.067 metri costituita da diciannove campate. Il peso della maxi trave posata lunedì è di 1,8 milioni di chili. I metri del nuovo ponte realizzati finora sono 670 su 1.067 previsti. Il consorzio di imprese che lavora alla ricostruzione aveva già a febbraio già posizionato il maxi impalcato. Ma la posa vera e propria di quest’opera d’alta ingegneria ha richiesto un enorme impatto emotivo. Qualcosa di maestoso solo a vederla la campata da 1.800 tonnellate che scavalca il torrente Polcevera, proprio nel punto in cui avvenne il tragico crollo, che trascinò con sé 43 vite. Genova sconvolta e spezzata. Impossibile per chi ha assistito alla posa del maxi impalcato non rivedere le immagini della tragedia: le auto accartocciate, il camion bianco quasi intatto tra le macerie, il furgoncino fermo a pochi metri dal vuoto. E lo choc dei sopravvissuti e dei testimoni. Strette al cuore, rivissute nella posa della maxi campata contenitore di un altissimo significato simbolico. Ne ha parlato con toni di giusta misurata emozionata enfasi l’amministratore delegato della joint venture che unisce il gruppo Fincantieri e Salini Impregilo. Le aziende incaricate della ricostruzione del Ponte Morandi. L’operazione principale è consistita nell’innalzamento a quaranta metri di altezza della maxi trave lunga cento metri. Le maestranze hanno lavorato senza soste dalla mattina di lunedì per tutta la notte, nonostante la pioggia che ha reso difficile la movimentazione sul greto del torrente Polcevera. Innanzitutto è stato necessario posare a sbalzo l’impalcatura sul greto con l’utilizzazione di due carrelloni con ottanta ruote ciascuno. Poi la sollevazione della parte a sbalzo con un traliccio e consentire allo stesso lo scorrimento. Ruotato di novanta gradi, l’impalcato è stato portato in asse con piloni. Nella notte è iniziata l’azione di sollevamento con martinetti idraulici. Pessimo nemico quando si lavora con carichi, il vento per fortuna non si è alzato. La posa della campata è avvenuta col primo sole. Fa ora un certo effetto vedere e sapere che Genova ne parla come del "varo" delle parti del ponte-nave, come l’ha battezzato Renzo Piano. Il nuovo tratto allunga lo skyline del ponte sul Polcevera a 670 metri ed è visibile grazie alle ali della struttura a forma di carena di nave. Uno scafo d’acciaio nel cielo di Genova. L’effetto disegnato dall’architetto genovese Renzo Piano. L’ultimo impalcato da cento metri sarà posizionato nelle prossime settimane. Passerà sopra la ferrovia. E come le precedenti, anche questa fase della costruzione del ponte pone nuovi problemi di ingegneria. Il busillis gira sempre intorno al coronavirus. Anche il cantiere di Genova non è esente dall’allarme virus. I dirigenti di Fincantieri assicurano che imprese coinvolte stanno lavorando a tempo di record. Saranno attuate tutte le misure indicate dalle autorità a tutela della salute di tutti. Il ponte dovrebbe essere terminato entro giugno. L’impegno è questo, assunto nel momento in cui sono state aggiudicate le gare d’appalto. Portato avanti con la nomina a commissario del sindaco Bucci, il modello Genova continua a ricevere grandi apprezzamenti. La città già immagina quale potrà essere il suo futuro. "Le immagini del ponte dicono che ce la possiamo fare, mentre pensiamo a come risolvere i problemi del presente", comunica con convinzione assoluta e una buona dose d’ottimismo il presidente regionale Giovanni Toti. Inno e peana per il modello Genova, basato sulla semplicità. "Collaborazione e lealtà fra le varie istituzioni, obiettivi comuni, assunzione di responsabilità". La ricetta ricca per fare le cose. Non da genovesi, ritenuti da sempre grandi ricchi pari agli scozzesi.

FRANCO ESPOSITO