È l’emergenza del coronavirus a scandire l’incontro con il nuovo ambasciatore Giovanni Battista Iannuzzi che visita la redazione di Gente d’Italia a Montevideo nel primo lunedì di semi quarantena stabilito nel paese con scuole chiuse ed eventi sospesi in attesa di nuove notizie. L’ambasciatore arriva con il primo segretario Alessandro Costa intorno alle ore 11; ci si saluta, come impongono le nuove abitudini, con il gomito anziché con la classica stretta di mano. "In un momento così delicato come quello che stiamo vivendo oggi vorrei mandare un messaggio ai connazionali con poche e semplici osservazioni". Al tavolo con il Direttore Mimmo Porpiglia, Stefano Casini, Matteo Forciniti, Gianni Raso e Matilde Gericke, collegati via skipe Stefano Ghionni e la redazione romana. Con noi anche Esteban Valenti direttore dell'agenzia stampa Uypress. La testa -e soprattutto il cuore- dall’Uruguay è rivolta all’Italia e non può essere altrimenti vista la drammatica situazione che sta vivendo il bel paese. Qui ancora ci sono solo i primi timidi segnali di un’apparente tranquillità. Già, ma fino a quando sarà così?

Per l’ambasciatore Iannuzzi c’è bisogno innanzitutto di "raccogliere informazioni vere" cercando di saper distinguere tra le diverse notizie che riceviamo: "In questa epoca dove l’informazione circola così velocemente ogni persona deve assumersi il compito di verificare e cercare di differenziare il vero dal falso. Sono convinto che bisogna vivere serenamente e rendersi conto dell’esistenza di un male che si sta diffondendo in tutti i paesi. Solo seguendo le regole igienico sanitarie che ci raccomandano le autorità potremmo fare molto rallentando l’espansione del virus. Ovviamente sono regole che riguardano noi stessi ma i cui benefici vanno a vantaggio di tutti. L’Italia oggi ha bisogno di tutte le sue risorse per riuscire a risollevarsi e alla luce di questo anche gli italiani all’estero possono dare il loro contributo. Non si tratta di una normale influenza come qualcuno vuole fare credere ma in ogni caso il mio appello è quello di cercare di affrontarlo con serenità e senza problemi. Credo, inoltre, che la globalizzazione ne uscirà rafforzata nonostante il pessimismo di qualcuno".

Dal coronavirus si passa poi all’attualità e al vero motivo dell’incontro con la nuova sfida che lo attende. Romano di origini pugliesi classe 1960, il nuovo numero uno italiano arriva in Uruguay con un’esperienza trentennale alla Farnesina di cui ricorda l’esperienza al servizio stampa nel suo incontro odierno con Gente d’Italia: "Oggi considero che sia l’inizio di un rapporto sinergico tra l’Ambasciata e il giornale. Ciascuno nel proprio ruolo può lavorare per migliorare i rapporti tra Italia e Uruguay. Qui trovo una collettività molto numerosa, un’enorme risorsa che però va valorizzata e anche avvicinata all’attualità italiana tanto a livello economico e sociale come in quello politico e scientifico. È normale che i rapporti tra i due paesi attualmente possono essere un po’ allentati rispetto al passato ma in ogni caso si può fare ancora tanto per riprendere questo rapporto". A differenza del suo predecessore, l’ambasciatore Iannuzzi appare subito più "alla mano" , più preparato e non solo nel linguaggio "diplomatico".… Due caratteristiche che in Uruguay mancavano da troppo tempo.

"Anziché dire cosa mi aspetto io dagli italiani prima vorrei capire cosa si aspettano gli italiani da me. Da parte dell’Ambasciata posso assicurare che ci sarà la massima attenzione e l’amicizia verso coloro che cercheranno di diffondere l’italianità in questo paese. Porteremo un’immagine moderna e attuale di un paese all’avanguardia. Spero che il 2 giugno possa essere una grande occasione per incontrare la collettività". Ecco il primo grande punto a favore di Giovan Battista Iannuzzi: la riapertura della splendida residenza, la mitica Casa Towers che ha una storia più che centenaria e che gli italiani che vivono in Uruguay da sempre reputano ‘casa propria’ e il posto dove tutti si sentono un po’ più ‘patriottici’. L'ambasciatore sta anche cercando sponsor affinché la festa della Repubblica Italiana torni a essere un grande evento non solo per gli italiani di Montevideo, ma per tutti gli italo-uruguagi.

Tra le tematiche trattate c’è spazio per la lingua italiana e la cucina. Sul progetto di costruzione del nuovo consolato non c’è ancora nessuna novità e si attendono gli ordini che arrivano da Roma. Molto deciso appare invece sulla diffusione della lingua italiana in Uruguay che "sarà al centro dei prossimi incontri previsti con il ministero di Educazione e Cultura". Quasi beffardamente dietro di lui campeggia il riquadro di una vecchia pagina di Gente d’Italia datata 2006 quando l’Uruguay decise di togliere l’obbligatorietà dell’italiano dai licei e il ministro di allora, Brovetto, rassicurava: "Sarà un provvedimento transitorio". E invece non fu così.

L’ultimo punto affrontato è stato la gastronomia, vero motore del Made in Italy così amato in tutto il mondo da essere anche falsamente replicato come denuncia subito l’ambasciatore: "Quando si parla di cucina, una delle tante eccellenze italiane, bisogna parlare anche dei prodotti che l’accompagnano con un valore di export che si aggira sui 50 miliardi di euro. Io capisco che all’estero alcuni prodotti possano mancare ma ciò non giustifica l’utilizzo di un’etichettatura falsa con nomi ingannevoli come il caso del parmesano che è una truffa. Ecco, mi auguro che l’accordo tra l’Unione Europea e il Mercosur possa porre fine a queste cose". Auguri dottor Iannuzzi, siamo certi che finalmente ci sarà controtendenza nei rapporti dell'Italia che lei rappresenta con la collettività e con il nuovo governo uruguaiano...