Cinquantacinque anni, campano di Ceppaloni, in provincia di Benevento, il paese che ha dato i natali a Clemente Mastella, concorre in qualità di finalista al concorso di migliore professore del mondo.

Carlo Mazzone il nome, docente di informatica, ha sbaragliato la concorrenza. Qualcosa come dodicimila candidati per il Globl Teacher Prize, in palio un milione di euro da destinare a un progetto scolastico ancora in embrione. E pensare che era la pecora nera della famiglia, il papà preside, la mamma maestra, i fratelli tutti al liceo classico, la sorella docente di latino e greco. E lui, Carlo Mazzone, completamente fuori razza. I suoi amanti dei classici, il latino, il greco, le materie umanistiche. Il prof di informatica impazziva invece per i computer. Il primo approccio quarant’anni fa.

"Io allora un alieno, oggi i miei genitori sarebbero fieri di me". Di lui entrato di prepotenza, con classe e capacità, tra i cinquanta finalisti che si contenderanno il Global Teacher Prize organizzato dalla Varkey Fundation. Alla gara hanno partecipato concorrenti i 140 nazioni. Carlo Mazzone ha lasciato il lavoro nelle aziende per le aule scolastiche. Ha scritto libri sull’informatica, tra i primi in assoluto in commercio, e inventato piattaforme per l’insegnamento a distanza. Diventate queste indispensabili nell’era ora nefasta dell’epidemia da coronavirus. Da bambino sognava di diventare scienziato.

Il futuro professore sbavava per l’energia elettrica. Voleva capire come funzionava. "Mettevo le dita nelle prese, aprivo le spine per scoprire come erano fatte, scardinavo i pulsanti dell’illuminazione", rivela oggi mentre già accarezza intanto col pensiero l’idea di diventare il migliore professore al mondo. Ha studiato allo scientifico, seminando scandalo nell’ambito familiare. Studiava al mattino e quasi di nascosto si è iscritto a Radio Elettra. Ma per fare cosa? "Mi mandavano i fascicoli di informatica, li divoravo letteralmente chiuso nella mia stanzetta. Programmi, valvole, computer: il mio sogno segreto. Una passione portata avanti fino alla laurea in informatica".

L’informatica, per lui, è stimolo intellettuale, bisogno di logica, rigore scientifico del pensiero, sapere di matematica e immaginazione. "Creare un programma, anche se solo di giochi, è un atto di fantasia". Cerca di insegnare il suo credo a giovani, nei giorni del virus. Instilla concetti, fa lezioni in video agli studenti, i suoi studenti dell’istituto tecnico di Benevento. "Mie moglie insegnante alle elementari prepara i compiti per i suoi alunni, i nostri due figli seguono i loro professori al computer". Ma lui, il prof prossimo a gareggiare con quarantanove agguerriti avversari nella finale per il titolo di migliore professore al mondo? "MI ingegno come tanti colleghi che con la piattaforma ‘we school’ insegnano, fanno video, organizzano lezioni in diretta".

La reazione degli studenti? All’inizio contenti dell’improvvisa chiusura delle scuole, "ora mi sembrano spesati, gli mancano i compagni, ma la classe virtuale ristabilisce il senso del gruppo, la normalità. E forse forse…". Sentiamo: potrebbe risultare istruttivo e interessante seguire il discorso del professore Carlo Mazzone. "Forse dopo tutto questo qualcosa resterà. Servirà a non demonizzare la tecnologia". Resta comunque una curiosità, grande e pungente, non da pettegolezzo, semplicemente da esigenza di conoscenza. Come e perché il professore beneventano si è ritrovato a essere candidato al concorso per il Global Teacher Prize? "Faccio un’ipotesi, non ho una certezza vera propria". Vediamo cos’è questa ipotesi e di cosa si tratta. "Forse perché in classe porto la realtà. Insegno l’informatica con simulazioni di lavoro in azienda, in una start up".

Insegnamenti che hanno consentito alla sua classe di vincere l’anno scorso un concorso europeo di imprenditoria con il programma Farmer Animal Trade. "Un servizio web che all’interno di compravendite di animali di allevamento consente di saltare l’intermediario". Il programma è piaciuto alla Coldiretti e gli ex studenti stanno ora creando una vera azienda. Il pensiero del professore è rivolto in questi giorni alla finale, non solo alle lezioni in video a beneficio degli studenti dell’istituto tecnico di Benevento. Le scuole chiuse dal coronavirus, lui concentrato sul milione. Il premio che spetta al vincitore del titolo di miglior professore del mondo. Un milione di euro in caso di vittoria, ma come impiegarlo, cosa farne? "Vorrei aiutare i ragazzi a non lasciare la scuola, da noi al Sud l’abbandono scolastico è una piaga. Ogni giovane che smette di studiare è per tutti un pezzo di futuro migliore in meno". Crepi il lupo, professore Mazzone.

Franco Esposito