La quinta categoria che va censita e conteggiata dopo quella dei sani, dei malati, dei pauci sintomatici, degli asintomatici. L’Istituto Superiore di Sanità e la Protezione Civile non contemplano questa categoria, sbagliano. Organizzazione Mondiale della Sanità non la mette in conto. Sbaglia. Nelle quotidiane conferenze stampa che aggiornano (per quanto e come possono i numeri dell’epidemia) la categoria invulnerabili non appare in tabella e in elencazione. Eppure la categoria invulnerabili alle conferenze stampa c’è ed è abbondantemente rappresentata.

In rappresentanza della categoria degli invulnerabili la gran parte se non la totalità della stampa alla conferenza stampa. Ecco il tono, l’assunto, la trama, il tessuto della domande: se i tagli alla Sanità non fossero stati fatti…se gli avvertimenti fossero stati prima…se le mascherine non si fosse smesso di produrle… se i tamponi fossero per tutta la popolazione… In genere, anzi quasi sempre non sono domande, sono piccoli comizi. In genere, anzi quasi sempre non sono giornalisti a porgere questo tipo di domande, sono portavoce. Sono portavoce della tanta gente che reclama il diritto alla invulnerabilità.

Tutti quei se che ogni giorno si moltiplicano e si replicano si riassumono nella rivendicazione, a volte sommessa altre gridata, che suona così: se voi aveste fatto questo o quello, noi saremmo al sicuro, al riparo, invulnerabili. Sono dei se oltre ogni limite di plausibilità: il Servizio Sanitario nazionale italiano, l’unico al mondo (al mondo!) che dà tutte le cure a tutti gratis viene tacciato di far morire la gente per avarizia. Ai governi e a chiunque abbia qualche responsabilità viene rimproverato di fatto di aver chiuso tutto troppo tardi e insieme troppo presto. Si esigono mascherine per tutti, subito. Ma ci si indigna che le mascherine non vadano prima al personale sanitario. Costante e ripetuto il tentativo di far dire che si muore perché non si ricovera. Sono dei se sotto livello e limite di ruolo sociale dell’informazione competenza minima di chi informazione fa.

Ma questa è circostanza marginale e accessoria. Perché dietro e dentro quei se c’è un gigantesco Se con la maiuscola che i giornalisti interpretano e incarnano: Se facevate questo io ero invulnerabile. Invulnerabili lo potevamo essere se negli ultimi decenni invece che indirizzare la medicina verso la cura della malattie croniche l’avessimo concentrata sulle malattie infettive. Questo pazzesco se campeggia nelle domande. Invulnerabili potevamo essere se fossimo stati avvertiti prima dell’arrivo di coronavirus, prima ancora che arrivasse s’intende. E fornito di mascherine che nessuno fabbricava più da anni. Invulnerabili potevamo essere se ci aveste sottoposto tutti tamponi.

Come si fa a far tamponi a 60 milioni di persone una volta ogni quindici giorni? Se ci aveste pensato… Ecco, questi sono i se innalzati e vissuti per nome e per conto degli Invulnerabili, la quinta categoria, quella di cui con forza e in massa si reclama l’appartenenza. Diritto all’invulnerabilità. E gratis, senza pagare prezzo all’epidemia anche se epidemia c’è. Stampa registra e diffonde, mai così vicina al senso comune, sempre più lontana dal buon senso.

ALESSANDRO CAMILLI