Mai come adesso, anche nel grande, ricco, opulento sport USA, due domande fondamentali non hanno risposta: quando e come. Non si conosce il mese del rientro in campo, in pista, sul ring, ma forse, se non soprattutto, non c'è la minima idea di come si potrà farlo. Nel 2018 il mercato dello sport nel Nord America ha raggiunto un valore di 71,06 miliardi di dollari. Una cifra che fino a qualche settimana fa era solo destinata a salire, le previsioni parlavano di crescita con 83,1 miliardi nel 2023, come dire oltre 10 miliardi in più nello spazio di 5 anni. Ma ora il futuro rappresenta una incredibile incognita.

Se sotto l'amministrazione Trump, il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti aveva raggiunto i minimi storici, alla fine di marzo, a causa del Coronavirus, le domande per benefici dovuti alla perdita di lavoro avevano superato i 10 milioni. I lockdown, gli ordini di stare chiusi in casa, stanno moltiplicando, ogni ora che passa, i licenziamenti. Solo la settimana scorsa ci sono state 6,6 milioni di domande per i sussidi. E quando, la speranza è al più presto, anche lo sport potrà tornare a fare ciò che faceva prima, si troverà gli spalti vuoti per l'emergenza salute, ma anche perchè non ci saranno, almeno all'inizio tutte le possibilità economiche di prima. Quando si tornò dopo 'attacco terroristico del settembre 2001, si riprese una vita normale, i tifosi, appassionati di sport, colsero quel momento per mostrare un ritrovato patriottismo anche sugli spalti degli stadi. Ma adesso è diverso, quando sarà nuovamente sicuro uscire per strada, i fan vorranno sedersi uno accanto all'altro? E se ci sarà chi vorrà farlo, ne avrà, finanziariamente la possibilità?

"In passato - ha sottolineato Victor Matheson, esperto di economia dello sport al College of the Holy Cross nel Massachusetts - abbiamo celebrato lo sport come un grande ritorno alla normalità. Questa volta credo che ci sarà una atmosfera molto più silenziosa perchè si guarderà la persona che sarà seduta vicino a te. Sarà problematico fino a quando tutto non sarà più chiaro. E quella prima partita credo proprio che sarà anche parecchio nervosa".

I problemi economici, i timori per la salute, potranno essere superati dalla grande passione, dal tifo per la propria squadra represso dal virus? "La mancanza rende la passione più forte - questa la convinzione di Bob Dorfman esperto di marketing sportivo della Baker Street Advertising di San Francisco - e presumendo che il mondo ritornerà a una parvenza di normalità, mi aspetto che i tifosi apprezzino lo sport in modo maggiore. Essere presenti ad avvenimenti sportivi assumerà un significato più importante, il tifo per la propria squadra e i propri giocatori aumenterà". Ma gli stessi tifosi dovranno ridurre il loro budget per lo sport, non solo biglietti e abbonamenti, ma tutto il marketing, dalle magliette fino al cibo consumato nelle arene, negli stadi.

"Credo - ha continuato Mr. Dorfman - che le leghe e i proprietari delle franchigie mostreranno un maggior apprezzamento nei confronti dei loro fan, con prezzi ridotti per i biglietti d'ingresso, concessioni a costi ribassati, parcheggi gratuiti o scontati, più omaggi e un numero elevato di promozioni speciali. Il 'Fan Appreciation Day' (giorno a prezzi scontati dedicato ai tifosi ndr) diventerà il 'Fan Appreciaton Season'. Le ripercussioni economiche di questa pandemia potrebbero durare parecchio e i tifosi con un basso reddito non dovranno essere ignorati". Dipenderà, spiegano gli specialisti, se si tratterà di una crisi a V oppure a U: nel primo caso l'attività economica si ripresenta rapidamente, con un ritorno alla normalità veloce. Nel secondo invece la recessione è più lunga e potrebbero essere necessari anni per una ripresa. E chi potrebbe subire i danni più evidenti sono i nuovi stadi multi-miliardari, come quelli della NFL che apriranno a Los Angeles e Las Vegas.

"Non credo che in questo momento ci sia un economista che possa avere una buona risposta - ha continuato il prof. Matheson - tutti sperano che si possa riprendere da dove si era interrotto. La concorrenza della tv già era forte e in un mondo dove puoi acquistare una televisione da 65" allo stesso costo che si avrebbe portando la famiglia una domenica allo stadio, ecco questo è il problema e credo che continueremo con questa tendenza: allontanandoci dagli stadi per privilegiare gli home theater. Lo sport ha un problema a lungo che potrebbe essere accelerato da questa crisi". D'accordo anche Mr. Dorfman: "Se i tifosi saranno riluttanti a radunarsi in grandi gruppi - ha aggiunto - vedremo in tv maggiori opzioni di visualizzazione, giocatori e tecnici con più microfoni: i fan vorranno continuare a sentirsi vicini ai loro idoli, pur preferendo restare a casa".

di ROBERTO ZANNI