La sperimentazione interessa cinque regioni. Toscana, Lazio, Marche, Campania, Molise. Gli specialisti le provano tutte, tentano da mattina a sera, inseguono soluzioni adatte per combattere l’epidemia del coronavirus in Italia. Lavorano duro due professori, impegnati da giorni nella difficile, improba, partita col virus. I professori Menichetti e Briani dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Pisa. E le loro equipe. L’ospedale Cisanello è il campo di battaglia della sperimentazione che potrebbe mettere a disposizione un qualcosa di veramente utile alla causa per la quale sta combattendo tutto il mondo. Intanto il nome della sperimentazione, indubbiamente di sicura presa e se vogliamo fotografica degli effetti provocati dall’invisibile tremendo aggressore. "TsunamiStudy", dove Tsunami è l’acronimo di "TranSUsion of NovalescentplAsma for the treatment of severe pneuMonla due to SARS-CoV2". Ridotto in parole povere, lo studio sperimentale multicentrico, no-profit, che prenderà il via all’ospedale Cisanello. Il centro coordinatore e promotore a livello regionale per l’utilizzo a scopo terapeutico del "plasma iperimmune di pazienti convalescenti e guariti dal Covid-19".

Malati critici con polmonite in ventilazione assistita. Il plasma di un guarito per provare a curare tre soggetti positivi. Pisa si candida quindi a essere capofila di un progetto che coinvolge le quattro regioni sopra citate. E anche le forze armate. La sperimentazione sembra destinata ad aprire a nuove speranze nella lotta all’infezione da coronavirus. La partenza è prevista nei prossimi giorni, l’annuncio è stato dato dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. Il governatore si è premurato di riferire il pensiero tecnico degli specialisti che lavorano alla sperimentazione della terapia che si basa "sull’infusione di anticorpi provenienti da pazienti che hanno sconfitto la malattia nel sangue di chi lotta fra la vita e la morte". L’infettivologo Francesco Menichetti ha posto l’accento su un aspetto molto importante ai fini della sperimentazione e della successiva terapia nella fase d’avvio. "La cura si fonda anche sulla donazione di plasma: la generosità è molto importante, visto che ogni donatore può aiutare tre malati critici".

L’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, nei prossimi giorni, selezionerà i candidati alla "plasmaferesi", ovvero la tecnica che permette di estrarre il sangue dal plasma, la cui inattivazione verrà centralizzata. Il professore Menichetti spiega come: "Tramite il trasporto di sacche di sangue nell’Officina trasfusionale dell’Area vasta Nord-ovest dell’ospedale Cisanello di Pisa". La sollecitazione primaria è l’invito a partecipare alla ricerca e sfruttare la terribile epidemia per compiere gli indispensabili passi avanti. L’utilizzo del plasma iperimmune da pazienti guariti su pazienti critici "esiste già in letteratura e noi crediamo che possa influenzare positivamente la prognosi", sostengono con convinzione e una discreta dose di fiducia i professori Menichetti e Briani. "Questo significa anche essere agganciati ai protocolli nazionali Aifa". Gli specialisti ritengono che fare ricerca, capirne di più, sia un preciso dovere e impegno primario, per un medico ricercatore. "Oltretutto il plasma di un donatore potrà essere utilizzato su tre pazienti, e questa è una prospettiva terapeutica interessante".

La notizia della sperimentazione arriva nel primo giorno in cui, in regione, il numero dei guariti supera quello dei morti. Il governatore Rossi ha incontrato i professori Menichetti e Silvia Briani, lei anche nel ruolo di direttore generale dell’Azienda Ospedaliera. Enrico Rossi ha potuto inoltre constatare come a Pisa si stanno sperimentando due farmaci dei sette protocolli Aifa. "Questo significa che le possibilità di cura aumentano sensibilmente". Ma a quale tipologia appartengono i pazienti selezionati per la sperimentazione della cura? Saranno adulti positivi al Covid-19, con polmonite grave da almeno dieci giorni, insufficienza respiratorie grave e necessità di ventilazione assistita. La Toscana, con Pisa, si pone all’avanguardia nella lotta al Coronavirus. Almeno ci prova. La professione di fiducia e di pacato ottimismo di specialisti e governatore è intanto una lucina nel buio di una tragedia epocale.

Si è accesa la fiammella. Da domani o dopo tutti i residenti in Toscana dovranno indossare la mascherina. Che diventa obbligatoria sul bus o al supermercato. Le mascherine saranno distribuite gratis casa per casa, tre a testa per ogni toscano. Tre milioni e 700mila persone con la mascherina. Imminente la distribuzione di dieci milioni di dispositivi. Basteranno per pochi giorni, e poi? Il governatore Rossi ha già provveduto a ordinarne altri venti milioni. Modello Ffp1, equivalenti alle mascherine chirurgiche monouso. Multe in vista, comunque guai, per chi, in Toscana, non si atterà all’obbligo di indossare la mascherina.

Franco Esposito