Non ci saranno messe e processioni, feste e raduni intorno al classico asado. Non ci sarà la Vuelta Ciclista e neanche i tradizionali appuntamenti come la Semana Criolla e la Semana de la Cerveza. La pandemia di Covid-19 sta trascinando via tutto e inevitabilmente inciderà anche su questa settimana di Pasqua anomala che passerà alla storia in tutto il mondo. Così come altrove anche in Uruguay questa "Semana de Turismo" -nome imposto per legge nel 1919 all’interno di un grande processo di laicizzazione della Repubblica- sarà vissuta all’insegna dell’isolamento. Del turismo in movimento alla scoperta del paese tipico di questi giorni ne resterà solo un ricordo visto il pericolo di contagio come avvertono da giorni le autorità promuovendo campagne di sensibilizzazione. Le spiagge e le terme sono chiuse, gli spettacoli sospesi mentre aumentano i controlli di polizia in un clima che sembra sospeso.

Per gli italiani che vivono in Uruguay si tratta di una festa dal sapore amaro: sarà un’occasione persa per stare insieme in famiglia che potrebbe però essere allietata dal massiccio uso della tecnologia per mantenere i contatti con le persone più care. Tra questi italiani ci sono molti anziani, la popolazione più a rischio coronavirus, che stanno vivendo giorni di paura. "Non sembra di essere nella Settimana Santa. È una sensazione molto strana" riconosce subito Livia Boschiero del Cavu (Comitato delle Associazioni Venete in Uruguay). "Ogni anno ci riuniamo con i miei fratelli e con i nipoti a pranzo ma questa volta dovremo rinunciare. Seguirò la messa virtuale, tanto quella del Papa a Roma come quella del cardinale Sturla a Montevideo, ma devo ammettere che non sarà la stessa cosa. Ci adattiamo alle circostanze ma a tutti noi è come se ci mancherà qualcosa".

Malato già da tempo, Pompeo Vassallo dice di essere ormai abituato alla quarantena che si è rafforzata ulteriormente con la diffusione del coronavirus. "Io sto rispettando le raccomandazioni al massimo e non sto uscendo mai da casa. Vedo i miei nipotini via internet e questo mi rallegra, passeremo questa Pasqua così". Socio di diverse associazioni, cantante nelle feste della comunità italiana, Vassallo spera solo che questa emergenza "possa finire al più presto anche se è chiaro a tutti che questa pandemia sta cambiando il mondo che non sarà mai più come prima".

Roque Pascale della Collettività Satrianese San Rocco si affida alla tecnologia per superare le distanze: "Dobbiamo stare attenti, siamo due anziani e per questo stiamo facendo una quarantena obbligatoria. Cerchiamo di fare le cose online il più possibile e per questa Pasqua faremo un grande uso del cellulare per stare vicino ai nostri familiari, insomma tanto WhatsApp con foto e video. Sarà una Pasqua strana, totalmente virtuale sperando che il momento si possa al più presto superare".

Uno dei più preoccupati appare Giuseppe Crescentini dell’Associazione Abruzzese dove prepara i grandi pranzi nelle feste: "Sono asmatico e soffro di bronchite cronica, ho paura e sono chiuso in casa. È un po’ triste non poter vedere da un mese i nipotini ma la situazione è molto delicata e bisogna rispettare le regole. Sarà una Pasqua diversa senza le grandi riunioni familiari a cui siamo abituati".

Uno dei simboli della Semana de Turismo targata Uruguay è la Semana de la Cerveza che si svolge da 55 anni a Paysandú radunando migliaia di persone, giovani e non solo: "È la prima volta che si sospende la festa, sarà un duro colpo per la nostra comunità" spiega Flavio Fuccaro del Centro Culturale Italiano. "Per tutta la nostra zona rappresenta una festa molto importante, direi storica, anche se negli ultimi anni l’offerta di attività durante questi giorni è cresciuta molto. Io sono cresciuto partecipando sempre a questa festa ma purtroppo adesso dobbiamo rinunciare. Sarà una settimana molto tranquilla, a casa, in attesa che migliori la situazione".

Matteo Forciniti