Otto aprilanti, quando ce lo leveremo davanti? C’è Speranza ministro, c’è speranza per noi? Siamo a li cunti de lo Conte. Quarantasettesimo giorno d.C. (dopo Coronavirus). Amen. Banane, tamponi, chi c’è là con te? Post-catastrofismo: quando tutto finirà, ci sarà un assalto ai parrucchieri. Parola di Ornella Vanoni. Pandemia, pandemia, tu mi sembri una follia. Ci voleva questa catastrofe per farci amare dal mondo, Paesi del Nord-Europa esclusi. Ha scritto Le Soir, quotidiano belga in lingua francese: "Ma che crimine hanno commesso gli italiani per far sì che diecimila morti non bastino per attrarre un sostegno senza divisioni da parte dei loro pari europei?". Bella domanda. Girarla a Mark Rutte, altissimo premier dei Paesi Bassi (1,93), single, 53 anni, suonatore di pianoforte, tifoso del Feyenoord, pazzo per le auto Saab. Questo po’ po’ di uomo si oppone ad ogni aiuto. Olanda ingrata. Ti abbiamo comprato i più bei gioielli, molti diamanti, tanti brillanti, pietre preziose e parecchi zirconi, pagando in dollari e fiorini, ed ora, Olanda, che cosa fai? Ti metti di traverso, al Consiglio europeo, negli aiuti all’Italia.

O l’Olanda stai avviando un atto ostile nei miei confronti, canta Giorgia Meloni nella parodia di Fabio Celenza. Ma che cosa fai, Olanda? Era appena finita la guerra e ti abbiamo preso Faas Wilkes, il tulipano volante sposato a una principessa di Giava, Faas tuto mi si diceva, fuoriclasse individualista. Era il 1949 e l’Inter pagò un mucchio di quattrini. In campo, senza palla, sembrava un uomo triste e dinoccolato. Ma, presa palla, se la portava via, dribbling, scatti, ondeggiamenti e finte, da un capo all’altro del campo, come fece una volta al Vomero, un fenomeno, un capolavoro, lo chiamavano la Monna Lisa di Rotterdam, il primo calciatore olandese in Italia. E, allora, Olanda perché fai la stupida stasera e anche domani? E quanto devi dare grazie al nostro Mino Raiola di Nocera Inferiore che venne ad Haarlem a fare il cameriere nel ristorante del padre e a vent’anni già spostava giocatori, ed era il 1992 quando portò Bryan Roy al Foggia per 2,2 miliardi, mica bruscolini, caro Mark Rutte, primo ministro dei Paesi Bassi Olanda, e nel 1993 Denis Bergkamp (18 miliardi) e Wim Jonk (10 miliardi) all’Inter, crescevi bei giocatori, o l’Olanda, e ti pagavamo fiori di fiorini.

Ho qui una lista di una trentina di tuoi figli di piede pregiato o meno, Olanda dei mulini a vento, che ti abbiamo preso recapitandoti dollari, molti dollari. Persino Romeo Anconetani, magnifico furbone dei nostri tempi del calcio romantico, sole e sale, ti pagò per avere Wim Kieft nel 1983 che fece bella figura da noi e, quando se ne andò, finì nell’alcol e nella droga, perduto bad boy. E Silvio, quanti dollari ti ha sganciato Silvio? In lire 14,8 miliardi nel 1987-88 per prenderti Van Basten (2,3 miliardi), Gullit (10) e Rijkaard (2,5), un magnifico stock. E incassavi, perfida Olanda, incassavi. Perfino quando ti prendevamo delle scartine come Michel Kreek al Padova nel 1994 per due miliardi e Marciano Vink al Genoa nel 1993 per 9,5 miliardi tramite Raiola inevitabilmente. Senza contare i tulipani, i sette milioni di tulipani del Parco Keukenhof, quanti tulipani ti abbiamo comprato anno dopo anno, uno dei tuoi migliori affari, Olanda dei miei tulipani?

Te li comprò anche il carissimo petisso, Bruno Pesaola, per la sua serra al Lago Patria, rimettendoci ovviamente, zuccone com’era fuori dal calcio. Palanche, baiocchi, sghèi, money, ‘o renàro come si dice a Napoli. Anche euri! Sei milioni di euri per Andy Van der Meyde all’Inter nel 2003. Ma venti milioni per Clarence Seedorf alla Sampdoria nel 2002. Ti abbiamo fatto campare, Olanda dei miei canali. Cinque miliardi di lire per Aron Winter alla Lazio nel 1992. Quindici milioni per Wesley Sneijder all’Inter nel 2009. Solo a Napoli ti abbiamo fregato, Olanda irriconoscente, quando prendemmo Ruud Krol per un miliardo nel 1980, ma lo versammo ai canadesi del Vancouver. Abbassa la cresta, Olanda delle luci rosse e della cannabis. Sei un paese basso, tieniti basso. E dillo al tuo primo ministro con quel nome onomatopeico da dopo-birra, Mark Rutte, che non faccia il rigido, ma ccu sti mode, oje rigido, che vi credite ‘e fa?

Mimmo Carratelli