In piena pandemia, in un momento delicato come non mai, ecco la notizia che non ti aspetti che da ieri campeggia sul sito dell’ambasciata italiana a Montevideo. In pratica si è alla ricerca di una società appaltante per la realizzazione "di un nuovo edificio da adibire a cancelleria consolare dell’Ambasciata".

Sì, avete capito bene. Altro che emergenza Coronavirus, altro che lockdown, altro che rimpatri di italiani. In Uruguay, in questo preciso periodo storico, c’è bisogno di costruire una cancelleria consolare. Priorità assoluta. Altro che dare magari una mano alle persone bloccate per farle rientrare ognuna nelle proprie nazioni (compresi gli italiani che si trovano nell’impossibilità di tornare nel BelPaese). Macché, la Farnesina (leggasi Ricardo Merlo e Luigi Di Maio) ha un’urgenza mica da ridere: mettere in piedi un nuovo locale da affiancare all’Ambasciata. Mentre scriviamo ci vengono in mente le immagini provenienti da tutto il mondo, dall’Italia in primis, dove non si fa altro che cercare di contrastare questo maledetto virus. Abbiamo nel cuore anche la nostra amata Patria che ha avuto varie impellenze, anch’essa impegnata in ‘costruzioni’.

Sì, ma di spazi dove poter curare i malati, di convertire per esempio l’ex Fiera di Milano in un ospedale per gli infettati. Stesse scene a Parigi, a Madrid, Londra, New York… E invece ora scopriamo che la premura per la Farnesina a Montevideo è quella di dare il là all’appalto per la costruzione della cancelleria? È proprio vero, non si finisce mai di imparare. La domanda è: ma stiamo scherzando? Diteci che sul sito dell’Ambasciata è entrato un hacker e ha fatto a tutti noi questo scherzo di pessimo gusto. Magari siamo su ‘Scherzi a parte’.

Ma come si fa a pensare, oggi come oggi, con una pandemia che non sappiamo ancora come finirà qui in Uruguay, a un’idea del genere, di un’operazione che a noi sembra bieca e senza un minimo di logica? E di certo non intelligente. Come può essere questa una necessità impellente? Ci farebbe piacere sapere il nome e il cognome di quella ‘mente geniale’ che ha indirizzato il tutto verso questo avviso pubblico che definire di cattivo gusto è fargli un complimento. Di certo è assolutamente irrispettoso verso la comunità non solo italiana, ma anche sudamericana.

Chi ci segue, sa che noi di ‘Gente d’Italia’ non abbiamo mai amato più di tanto l’idea di questa nuova costruzione e ci siamo fatti sentire non poco. Non siamo mai stati contrari alla realizzazione in sé, ma ci siamo fatti portavoce di tutte quelle persone che più che di un consolato ex novo chiedeva e chiede magari meno burocrazia. L’avviso pubblicato ieri però è la classica gocciolina che fa traboccare il vaso. Ci viene in mente un adagio di Giulio Andreotti, a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Non è che c’è qualche interesse sotto affinché si inizi quanto prima questa edificazione? Magari un po’ sottobanco, quando l’attenzione dell’opinione pubblica è ovviamente e giustamente spostata sull’emergenza Coronavirus?

E siamo cattivi, sì... devono forse volare bustarelle? È cosa nota che una volta ‘edificata’ la prima pietra è difficile poi tornare indietro. E lei, sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo, deus ex machina dell’intera vicenda, cosa ne pensa? No, stia tranquillo, non ci passa nemmeno lontanamente per la testa di dar voce ai soliti maligni e malpensanti che ricordano che lei ha interessi in società di costruzioni argentine e che il suo principale referente in Uruguay è un architetto costruttore, molto chiacchierato, è vero per il vizietto di non pagare 'i debiti contratti... Ma arrivare a questo no! Però un dubbio e un interrogativo ci assalgono: perché questa fretta? In questo momento davvero c’è l’urgenza di posare questa prima pietra?

E allora ricordiamo di aver studiato legge... se entro il 2 giugno ci sarà anche una sola azienda che parteciperà al bando... è fatta... non si potrà più tornare indietro... Alla faccia di quei poveri italiani che aspettano in Argentina e in America Latina e anche qui in Uruguay, senza più soldi e con flebili piccole speranze di poter rientrare a casa... Alla faccia di quei poveri nostri anziani relegati nelle case di riposo che vanno avanti grazie anche a "canaste" regalate dal buon cuore di chi ha un po' di più. A loro sì in questo momento avrebbero fatto comodo una piccolissima parte di quel milione e più di euro che servirà per Innalzare in questo momento storico una nuova cattedrale dell'emigrazione...

Come direbbe il cantautore Franco Battiato… povera Patria… cha sia Italia o Uruguay. Poveri noi... Ma i politici, quelli che hanno giurato di fare solo e soltanto gli interessi degli italiani nel mondo dove stanno? Approvano anche loro questa iniziativa? Non è al momento inopportuna per Luciano Vecchi (Pd), Roberto Menia (Fdi), Paolo Borchia (Lega), Manlio Di Stefano (M5s)???