Dunque, già alla fine del 18 maggio (e non più dal 1 giugno) in Italia potrebbero aprire negozi di parrucchieri, bar e ristoranti. Ma solo nelle regioni che reagiranno meglio ‘all’apertura’ post ‘lockdown’. La conferma è arrivata ieri da Francesco Boccia, ospite della trasmissione ‘L’aria che tira’ su La7 e dal premier Conte: "Tra l’11 e il 15 di maggio – le parole del ministro degli Affari regionali e delle Autonomie - ci saranno le nuove linee guida per bar, ristoranti, centri estetici, parrucchieri, negozi al dettaglio. Poi, dal 18 maggio, probabilmente ci saranno regioni che potranno fare in sicurezza. Dopo il 18 ci sarà una valutazione del Cdm su base scientifica e la differenziazione territoriale sarà molto probabile". Insomma, lo scenario potrebbe essere questo: ok alle regioni del Sud e alcune del Centro, mentre il Nord probabilmente attenderà ancora un po’, presumibilmente fino all’inizio di giugno. Boccia però ha mandato un avvertimento a tutti quei governatori che vorrebbero anticipare le aperture: "Se c'è una Regione che per propaganda politica anticipa di 5 giorni, ma senza le linee guida dell'Inail, si assume responsabilità enormi. Bisogna muoversi in sicurezza". Già, perché alcune Regioni stanno programmando, in autonomia, riaperture già a partire dal prossimo lunedì. Quella di oggi però può essere una giornata decisiva affinché ci si possa muovere tutti con un ordine ‘governativo’: difatti è prevista la conferenza tra Stato e Regioni appunto. Anche il premier ha aperto: "Se ci sarà la possibilità di anticipare qualche data, potremmo anche valutare ultieriori aperture". Il Pd, comunque, sembra essere a un rallentamento delle restrizioni: "Bisogna fare di tutto per assicurare l'apertura di bar, ristoranti, estetiste, parrucchieri, il prima possibile. Farlo intanto dal 18 maggio nelle regioni che avranno curve epidemiologiche sotto controllo, e con il rispetto dei protocolli Inail, sarebbe una prima decisione fondamentale", le parole del capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci che ha poi continuato così: "E' dal 26 aprile dalla data ipotizzata allora dal presidente Conte, che avverto che il 1 giugno rischia di essere troppo tardi per moltissimi operatori. Sono contento che oggi sia il ministro Boccia, che lo stesso premier Conte, siano tornati su questa possibilità. Dobbiamo fare tutto il possibile per raggiungere questo traguardo".

STEFANO GHIONNI