Ieri c'era oggi non c'è più..". Una volta, dicevamo, la maggior parte di politici e governanti pensavano veramente al bene della collettività. La Farnesina pullulava di ambasciatori, pochi quelli di rango, cioè nominati con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta motivata del Ministro degli Affari esteri, che avevano molto a cuore l'Italia e gli italiani. Questi quando erano inviati in una determinata di. solito grande nazione per rappresentare l'Italia lperendevano le loro decisioni consultando sempre i rappresentanti italiani che vivevano nel paese. E gli altri? Quelle decine e decine di diplomatici arrivati ai gradi alti della carriera e in odore di pensione, vengono spesso gratificati e inviati con il titolo di ambasciatore non "di rango" però, in un paese tranquillo, a volte bollato come "sede disagiata". Come lo è da qualche anno Montevideo. Solo "sulla carta", però. Solo di nome, perchè per quanto riguarda la parte economica la Farnesina non ha ancora adeguato gli stipendi ai funzionari di cancelleria trasferiti dall'Italia, ragion per cui sono in pochi a chiedere di venire in Uruguay..( ecco l'abbondanza di contrattisti...). Ne abbiamo conosciuti tanti, di ambasciatori nel corso della nostra vita professionale in giro per il mondo e quasi tutti "di rango": da Boris Bianchieri a Umberto Vattani, Francesco Malfatti, Sergio Vento, Giampiero Massolo, Pasquale Terracciano, Armando Varricchio...personaggi che all'occorrenza hanno saputo affrontare senza paura referenziale e senza peli sulla lingua i diktat di politici e ministri ignoranti ( nel senso che ignoravano la materia "esteri" ) mettendo in pratica il "sì, ministro, ha ragione, ma..." di diplomatico insegnamento. Siamo sicuri che una buona parte di loro, oggi, avrebbe alzato il telefono, composto il numero della Farnesina a Roma e parlato con il ministro o il sottosegretario agli Esteri di turno dicendo: "Sì, ha ragione sottosegretario, ma prima di costruire un nuovo consolato a Montevideo o in altra parte del mondo diamo alla nostra comunità quello che chiede. E cioè prima una massiccia sburocratizzazione delle migliaia di pratiche in piedi da anni, e poi sedie più comode o spazi più ampi. Insomma, prima di investire nel mattone, investiamo negli uomini: assumiamo più personale affinché le varie richieste della comunità possano essere licenziate velocemente". Sarebbe stato bello che l’ex ambasciatore facente funzione in Uruguay Gianni Piccato avesse risposto mesi fa così al sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo quando quest'ultimo pressato anche dall'architetto costruttore suo referente Maie in Uruguay decise di dare inizio all’iter per la costruzione della nuova unità consolare a Montevideo. Invece, purtroppo, nisba. Forse Piccato vedeva il fondatore del Maie un po’ come un padre padrone, cui non poter dire di no. E forse anche pressato - raccontano i bene informati alla Farnesina - dalle lunghe e decise telefonate che Merlo aveva l'abitudine di fare quasi tutti i giorni, e negli orari più strani... appoggiò con un "sì" la richiesta del fondatore del Maie. Perchè questa premessa? Negli ultimi giorni, come avrete avuto modo di leggere, siamo tornati sull’argomento della costruzione del nuovo consolato a Montevideo, affermando che in questo momento storico non vi è alcuna necessità di accelerare sull’edificazione (ricordiamo che è partito il bando per la ricerca della società che si occuperà materialmente della realizzazione della struttura). Noi de ‘La Gente d’Italia’ non siamo stati mai particolarmente convinti da quest’idea anche prima del Coronavirus. Nonostante ciò abbiamo sempre detto che era un progetto che ci poteva anche stare, ma, confortati anche dal parere di Comites e rappresentanti di associazioni - prima bisognava pensare a velocizzare le tante operazioni che si svolgono normalmente all’interno di un’ambasciata con l’assunzione di più impiegati e funzionari. A tal proposito, purtroppo, anche l’attuale Giovanni Battista Iannuzzi sembra seguire la scia di Piccato: non sminuire assolutamente il programma del politico di turno alla Farnesina, Ricardo Merlo. Certo, da poco titolato a svolgere le funzioni di ambasciatore a Montevideo non può certo mettersi contro una disposizione della Farnesina. Il "povero" Iannuzzi dopo anni di lavoro pensava magari di terminare la sua carriera diplomatica gratificato e in un posto più o meno tranquillo. A quattro passi dal Paese di nascita l'Argentina. Non è stato così. Si è trovato, suo malgrado a dover affrontare il Coronavirus prima e la grana consolato oggi. Altro che tranquilla prepensione...il ruolo che gioco forza dovrà ricoprire in questi ultimi anni di carriera è di alta responsabilità e il suo dovere è quello di assistere la collettività italiana (appoggiare per esempio al meglio e tutti i giorni i connazionali rimasti bloccati in Uruguay). Il nuovo Consolato? Che fare se non eseguire gli ordini dall'alto? Iannuzzi, arrivato da poco tempo a Montevideo, probabilmente non è ancora al corrente di tutti i problemi della collettività ( che poi sono sempre e solamente legati al rilascio di passaporti e cittadinanze) gli va dato quindi ancora del tempo per ambientarsi, ci mancherebbe altro. Ma il fatto che tutti gli schieramenti politici abbiano contestato la fretta che ha Merlo di costruire il nuovo consolato dovebbe fargli aprire gli occhi sulle vere esigenze della nostra collettività. E magari farsi sentire.... Secondo il nostro parere, espresso chiaramente anche dal Comites e dalla stragrande maggioranza dei rappresentanti la collettività itallouruguaiana, sarebbe meglio investire il denaro pronto per la realizzazione del consolato in persone umane. Di certo le nostre pagine dedicate da qualche giorno al tema stanno facendo parlare. E anche tanto. Ci arrivano mail d’incoraggiamento da parte dei lettori, attestati di stima anche da chi non ci aspettavamo proprio. Con messaggi di incitamento e di solidarietà per le minacce ricevute...(silenzio assoluto invece da Montevideo... meglio non fare nulla di pubblico se lo scopre Merlo si arrabbia.... Minacce strane, insolite...diciamo avvertimenti. Telefonate nel cuore della notte e sul cellulare personale al direttore Mimmo Porpiglia. Interlocutori anonimi che sùbito attaccano non appena si risponde "pronto?...". Una strana casualità che però non ci intacca minimamente, ci mancherebbe altro. Perchè non fanno altro che confermare la nostra tesi: c'è uno strano sottobosco che si sta interessando alla costruzione. E che non si muove solo dal Sud-America... Vuoi vedere che intorno a questa gara come stiamo denunciando da tempo, ballano anche altri interessi??? Forse è il caso di informare la Corte dei Conti e la Procura della Repubblica... Che s'inizi a indagare come e perché, i personaggi coinvolti, i verbali delle sedute, i regolamenti che disciplinano gli appalti e prima ancora le manifestazioni di interesse... e soprattutto se ci sono conflitti d'interessi... Perchè chi detiene azioni o maggioranze in imprese di costruzioni non può assolutamente ordinare o essere fautore di edificare o fare edificare immobili pagati dal ministero, quindi dalla collettività... Ma stiano. certi coloro i quali si faranno avanti per la gara... sarà nostra premura e non solo nostra di passarli tutti ai raggi X qualunque azione faranno... Non è una minaccia ma una promessa...

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