È la stampa, bellezza. I media italiani hanno dato enfasi alla liberazione di Silvia Romano riportando le parole di giubilo del governo che si è preso il merito per via di una delicata e ‘grande operazione di intelligence italiana’. La realtà è più semplice: lo Stato si è piegato alle richieste dei sequestratori somali e ha pagato il riscatto. Di positivo, il rientro nel BelPaese della cooperante, viva. Peccato non aver sentito da Palazzo Chigi o dalla Farnesina alcuna parola per Giulio Regeni, ma andiamo avanti. Insomma, il governo si è arreso all’unico obiettivo che avevano i malviventi africani: ottenere del denaro. Lo hanno ottenuto e sono felici e contenti. Sono stati arrestati? No. Un’operazione di intelligence (come Dio comanda) poteva essere più o meno questa: nessun pagamento del riscatto, liberamento della Romano e il fermo dei somali. Poco di tutto questo, vero? Ma forse la parola intelligence non va d’accordo con chi ci governa. Dunque, ieri il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri non hanno trovato di meglio che andare a ricevere la Romano a Ciampino. Quando si tratta di farsi vedere da telecamere e fotografi, sono in prima fila, gli uomini delle nostre istituzioni (in altri tempi avremmo scritto questa parola con la I maiuscola, ora la minuscola basta e avanza). Complimenti a te, caro Luigi. Sei stato grande tu, esimio Giuseppe. Davvero stucchevole ascoltare gli autoelogi del presidente del Consiglio e dell’uomo di punta della Farnesina (che sembra inoltre non sapesse nulla dell’operazione…). In una brevissima conferenza (senza che però i giornalisti potessero fare domande, non potevano inviare una nota stampa?) Di Maio ha detto testuali parole: "Lo Stato non lascia indietro nessuno. Il lavoro fatto dalla Farnesina, dall'intelligence, dal presidente del Consiglio e da tutti gli uomini e le donne che hanno lavorato a riportarla a casa è un lavoro che andrà avanti non da domani Silvia Romano accolta dal premier Giuseppe Conte ma dalle prossime ore come abbiamo sempre fatto". Lo vada a dire, l’ex vicepremier, agli italiani bloccati all’estero che da mesi non riescono a tornare in Patria. Facciamo gli esempi più vicino a noi e dunque parliamo dei connazionali fermi in Uruguay e in Argentina. I loro appelli e le richieste d’aiuto sono rimasti inascoltati. "Lo Stato non lascia indietro nessuno" ha voluto specificare Di Maio. A parlare sono tutti bravi, ministro. Si vada a leggere le gaffe e gli errori che ha fatto la Farnesina e poi dia una risposta a questi italiani che chiedono di tornare ognuno nelle proprie case. No, per loro non c’è bisogno di pagare alcun riscatto o a prostrarsi ad alcun ricatto. Bisognerebbe cercare di organizzare alcuni voli da Montevideo o Buenos Aires e rappresentare degnamente gli italiani all’estero. In Uruguay l’urgenza primaria sembra quella di costruire un consolato, vero sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo? A proposito, ma lo sa colui che è anche l’anima del Maie che la pandemia sta cominciando, purtroppo, a espandersi anche in Sud-America? In Brasile si contano più di 10mila decessi, crede ancora che la premura sia questa edificazione? Ultima riflessione sulla Romano, che è scesa dall’aereo a Ciampino con un vestito tradizionale africano. Ha confermato di essersi convertita all’Islam e che nessuna l’ha costretta. Niente di male, ognuno decide per la propria religione. Ma ieri forse poteva atterrare sull’italico suolo con un abito normale, almeno di rappresentanza sapendo comunque che sarebbe stata ripresa dai mezzi d’informazione di tutto il mondo. C’è sembrata una mancanza di rispetto per il BelPaese che ha pagato per riportarla in Patria. Contenta lei, contenti tutti. Avrà ringraziato Allah per la fine della sua ‘brutta avventura’, anche se in realtà un ringraziamento speriamo lo faccia quanto prima a chi ha contribuito economicamente alla sua liberazione: gli italiani. A proposito, si parla di un riscatto da 4 milioni di euro...

STEFANO GHIONNI