Al Tar, De Luca batte De Magistris. Risultato finale classico, due a zero. Vale l’ordinanza del Governatore della Regione Campania, quella del 29 maggio per le regole della movida a Napoli. Il Tar sospende quindi l’ordinanza firmata dal sindaco. Vincono gli orari small; bocciati gli orari lunghi proposti dal primo cittadino. "La chiusura dei bar è alle 3:30", ha sentenziato il Tar. Laddove De Magistris aveva autorizzato la Napoli Open, aperta notte e giorno. Le motivazioni sono attese a stretto giro. Il sindaco chiederà lumi al premier Conte. "Strana cosa, questa. Riducendo luoghi e orari, si spingono le persone a concentramenti più affollati. Il presidente De Luca sta mettendo a rischio la salute dei napoletani. Dovrebbe spiegare perché non possiamo uscire la sera, ma possiamo fare la campagna elettorale". Il sindaco di Napoli auspica l’intervento del primo ministro. "Conte ci ha rassicurato che siamo nella piena legittimità di operare ordinanze che hanno a che fare con la regolamentazione delle attività cittadine". Necessita quindi un chiarimento del Governo. "Se passa la tesi di De Luca, i sindaci vengono spogliati delle loro funzioni. E sarà caos istituzionale".

Si è risolto quindi in extremis il conflitto istituzionale causa di aspre contrapposizioni. Resta comunque valida quella parte dell’ordinanza De Magistris dove tutti i siti pubblici vengono riaperti? Anche quelli chiusi come l’ex area Nato? I giudici amministrativi hanno in sintesi estrema motivato la sospensione pro De Luca e contro De Magistris. "Consente di evitare il rischio sanitario conseguente a eventuali attività ludiche sul territorio della Provincia e del Comune di Napoli". De Magistris, imperterrito, però non intende fermarsi. Mentre De Luca, soddisfatto della decisione del Tar, si mette comodo in poltrona. L’ex pm rivela alcuni retroscena di questa cosiddetta guerra dell’aperitivo. Le telefonate con il ministro dell’Interno Lamorgese e con i vertici dell’Anci. "Dai quali ho avuto il via libera". Il sindaco auspica una sfida questa volta istituzionale. Campo di gara, un tavolo – ha scritto al premier e al governatore – "per discutere della problematica di chi è senza lavoro e senza nessuna tutela, e delle risorse da mettere in campo. Risorse che il Comune non ha e la Regione sì. La sentenza del Tar non pregiudica il merito, che si discuterà nei prossimi giorni".

De Magistris non accetta la sconfitta, ritenendo sia prematuro e improprio parlare in questi termini della guerra della movida a Napoli. "Il provvedimento non boccia e non sospende l’ordinanza sindacale. Dice una cosa persino comprensibile: la contestazione degli orari è giustificata semplicemente da un’ordinanza di natura sanitaria". Nella diatriba De Luca-De Magistris, governatore e sindaco divisi da profonda inimicizia, si inserisce e provoca rumore la reazione degli abitanti del quartiere Chiaia. Il gran casotto della movida scomposta e maleducata danneggia soprattutto loro. I residenti di Chiaia hanno festeggiato la vittoria di De Luca al Tar. "Il sindaco crea confusione, il divieto già esiste in altre città". Delusi i gestori dei baretti della zona, rimasti col fiato sospeso fino al momento della comunicazione del Tar. La lamentela è generale. Quasi un grido disperato. "Qui si dimentica che veniamo da tre mesi di lockdown e da una situazione economica disastrosa. Il risultato? All’una chiudi i bar, e la gente si riversa in massa e in pochi metri all’esterno di un paio di take away aperti".

Grida forti, i baretti non intravvedono prospettive. "Siamo davanti all’ennesimo teatrino politico, e a rimetterci siamo sempre noi. La creazione di fazioni non genera azioni virtuose. La politica non ha una visione profonda dei fenomeni, non si assume la responsabilità delle proprie scelte". I gestori dei baretti ritengono che l’imposizione dello stop all’asporto alle 22 crei molte difficoltà. Succede a Napoli come altrove, come in tutte le città costrette a fare i conti con la movida. "Soffriranno soprattutto quei locali che vivono sull’asporto. Questa è un’ordinanza anti movida piuttosto che un’ordinanza anti Covid 19". Noi vittime di giochi politici, è il commento amaro dei barettari di Chiaia. Un unico sentimento li unisce, almeno in questa battaglia. "Il concetto di non servire alcolici da asporto e di non consumare alcol all’aperto e in luoghi pubblici non risolverà il problema. La decisione del sindaco di allungare gli orari di chiusura avrebbe limitato gli assembramenti. La vittoria del presidente De Luca è tranchant, per noi. Il governatore è distante migliaio di chilometri da ciò che sta facendo. Segue consigli che rendono complicato il nostro lavoro".

Il problema della movida napoletana impone una riflessione profonda. Soprattutto definitiva, non temporanea. I residenti nel Quartiere Chiaia ritengono blande le ordinanze di De Magistris. Troppo populiste. Giudicano al contrario efficaci e condivisibili le misure adottate, ad oggi, dal presidente De Luca per l’emergenza Covid. Auspicano che Napoli si adegui alle grandi capitali europee. A Madrid è vietato di norma consumare fuori dei locali; a Londra è famosa nei bar la campanella. Conclusione, al netto delle responsabilità del sindaco De Magistris: coloro che inneggiato a una presunta libertà, si rendano conto che diventa sopruso quando non contempera la libertà degli altri cittadini.

Franco Esposito