Hanno fatto della piattaforma Rousseau un luogo di culto. Ma non solo. Per il MoVimento 5 Stelle-Casaleggio Associati, internet è stato il nuovo mondo. Quello a cui hanno dovuto buona parte dei loro antichi successi. Fatto sta che la Lega ha presentato un emendamento per far votare gli italiani all'estero tramite - udite udite - voto elettronico. Sissignori, il Carroccio si è affidato proprio a quel web così tanto osannato dai pentastellati per consentire ai nostri connazionali che vivono oltre confine, di partecipare alle elezioni. E che ti ha fatto il M5S (e la maggioranza giallorossa)? Hanno...respinto "questa proposta di libertà e trasparenza", come ci hanno tenuto a spiegare ieri i deputati del Carroccio Paolo Formentini e Igor Iezzi. Ed è un bel peccato perché quella che è stata una conquista di civiltà e democrazia come il voto degli italiani all’estero poteva non essere più inficiata "da abusi e truffe documentate, come purtroppo abbiamo visto in questi ultimi anni".

Evidentemente, "a questa maggioranza di governo non interessa affatto restituire dignità al voto di tanti connazionali che vivono fuori dal nostro Paese", hanno poi aggiunto i due leghisti. Insomma, un'altra dimostrazione di come gli italiani all'estero siano quasi un disturbo per l'esecutivo di palazzo Chigi. Effettivamente fa specie che sia stato proprio il partito grillino, che da sempre sbandiera la volontà del voto elettronico, alla fine della fiera, il primo a negarlo. Inutile girarci intorno: il voto elettronico potrebbe davvero essere utile affinché si possano evitare polemiche. È dall’introduzione del voto degli italiani all’estero che ad ogni elezione ci sono sospetti di brogli (non dimentichiamoci le polemiche per lo spoglio elettorale avvenuto due anni fa a Castelnuovo di Porto, vicino Roma e il tutt'ora presente e vegeto reclamo di Fabio Porta per i brogli in Argentina).

Il meccanismo è semplice e in parte inevitabile per questo tipo di consultazione. Il voto all’estero infatti avviene per corrispondenza. Gli italiani iscritti all’Anagrafe dei residenti all’estero ricevono una busta con la scheda su cui votare, il materiale informativo sulle liste ed una seconda busta, già indirizzata al consolato più vicino, in cui depositare la scheda. Non c'è modo di verificare che chi compila la scheda e la invia al consolato sia effettivamente anche la persona cui era indirizzata. Senza dimenticare che in passato numerose persone hanno denunciato di non aver ricevuto la busta con la scheda elettorale: è un altro problema frequente nel voto oltre confine. A dire il vero, qualche volta è anche colpa degli elettori, che non aggiornano correttamente il loro indirizzo all’anagrafe dei residenti all’estero, ma in altri casi la colpa è dei servizi postali del Paese di residenza o di altri errori compiuti nei consolati italiani. Parecchi, per esempio, hanno denunciato di aver ricevuto le schede troppo tardi per poterle inviare nuovamente al consolato prima della scadenza dei termini per votare.

Con il voto elettronico non ci sarebbe stata tutta questa problematica. Anzi, il vantaggio principale di una macchina per il voto elettronico è la sua velocità. Con i metodi cartacei tradizionali, invece, le schede elettorali devono essere raccolte e conteggiate dai seggi elettorali. Questo processo richiede molto tempo e ritarda il risultato finale. E invece no. Nulla da fare. Gli italiani all'estero si arrangino. Evidentemente il web ha smesso di sedurre la platea pentastellata. E la rete non rappresenta più quel "nuovo mondo" in cui avevano ciecamente creduto i fedelissimi di Grillo e Casaleggio...

Stefano Ghionni