Il grido degli italiani bloccati e dimenticati dalla Farnesina di Luigi Di Maio avvolge il Sud America. Dopo aver dato ampio spazio all’Uruguay e all’Argentina oggi Gente d’Italia attraversa la cordigliera delle Ande per dar voce alle testimonianze che arrivano dal Cile con diversi connazionali in difficoltà economica nel pieno dell’emergenza del coronavirus che in questo paese rischia di avere ulteriori risvolti drammatici: curarsi qui è un privilegio, le costose assicurazioni sanitarie potrebbero non essere sufficienti per un sistema sanitario al limite del collasso per la diffusione del Covid 19. Per l’Ambasciata gli italiani bloccati attualmente sono pochi ma non ha precisato il numero. Alcuni di loro hanno formato un gruppo su WhatsApp per condividere le poche informazioni disponibili. Sono stati due, fino ad ora, i voli organizzati dal ministero degli Esteri attraverso la compagnia Neos (il 30 marzo e il 19 maggio) partiti da Santiago al prezzo di 900 euro e che hanno lasciato a terra tante persone.

SIMONE BUFFARDI IN DIFFICOLTÀ ECONOMICA

"Abbandonato no, abbandonatissimo" dice subito Simone Buffardi, napoletano a Valparaíso. "Sono bloccato qui dal mese di marzo. Ho informato l’Ambasciata della mia situazione ma fino ad ora le proposte sono state dei voli con prezzi inaccessibili per me che non lavoro dal mese di settembre 2019, l’ultimo della Neos costava 930 euro. Perché non si utilizzano i fondi europei per rimpatriare noi connazionali?". Trovarsi nel mezzo di una pandemia in un paese come il Cile con un sistema sanitario privato è un grosso rischio come avverte Buffardi: "Devo tornare al più presto sia per motivi economici che per una questione di salute. Io non ho un medico e se qui mi dovessi ammalare avrei tanta paura dato che non ho l’assistenza sanitaria. Qui anche una semplice siringa te la fanno pagare, curarsi è un privilegio e se non hai soldi puoi morire. Ho la fortuna di vivere a casa dei miei suoceri, ci arrangiamo e facciamo i salti mortali per mangiare. Insomma, è una brutta situazione".

GIOVANNI CESCHIA, L’ANNIVERSARIO DI MATRIMONIO CON LE DISAVVENTURE

Tante disavventure sono capitate al trentino Giovanni Ceschia insieme alla moglie in questo viaggio lungo il Cile per il loro anniversario di matrimonio. "Siamo rimasti bloccati con la nostra auto nella provincia di Chiloè, avevamo in programma di ritornare a Santiago ma è scattata la quarantena con l’avanzare del coronavirus e siamo rimasti fermi 3 giorni in un parcheggio a Puerto Montt prima di ripartire. Rispetto ad altri siamo fortunati perché adesso siamo ospiti a casa di amici ma siamo rimasti senza soldi per via delle spese che abbiamo dovuto affrontare in tutto questo periodo. Dall’Italia i nostri figli sono riusciti a comprarci i biglietti per un volo a Francoforte per fine giugno sempre se tutto andrà bene".

CARLOS SENZACQUA: "DEVO TORNARE PER LE MIE BIMBE"

Carlos Senzacqua è residente a Santiago ma afferma di dover tornare a Milano dove lo aspettano le sue due figlie piccole che vivono con la mamma: "Devo tornare perché altrimenti lei farà fatica a riprendere l’attività lavorativa e siccome io lavoro per via telematica posso darle una mano con le bimbe. L’Ambasciata ha organizzato due voli con la compagnia Neos, il primo riservato a chi residente in Italia escludendo gli iscritti all’Aire, il secondo aperto a tutti gli italiani in assoluta necessità di rientrare. Entrambi costosissimi, dai 900 euro in su". Così come tanti altri, anche Carlos Senzacqua chiama in causa il meccanismo di protezione civile europea: "Tante persone non possono permettersi questi 900 euro per i voli, vorrei sapere perché l’Italia non richiede questi fondi".

GIORGIA BARBETTA: "VOLI CON PREZZI IMPROPONIBILI"

"Dovevo restare 2 mesi ma con l’inizio dell’emergenza in Italia hanno iniziato a cancellarmi un volo dietro l’altro a partire dal 10 marzo e adesso sono ancora qua a Providencia" racconta Giorgia Barbetta di Rapallo (Genova). "Fino ad ora l’Ambasciata italiana ha messo a disposizione dei voli di rimpatrio ma con prezzi improponibili. Mi ritengo fortunata perché ho famiglia qui in Cile e non sto vivendo un vero e proprio disagio, ma ciò non toglie che vorrei tornarmene a casa dalla mia famiglia e al mio lavoro. Al momento per quanto ne so non sono in programma altri voli speciali, spero che a luglio la situazione si sblocchi e si riprenda a volare per l’Europa".

VALENTINA DI PALERMO: SIAMO MOLTI DI PIÙ"

"Le persone presenti nel gruppo di WhatsApp sono solo una minima parte di quelle che sarebbero disposte a rientrare in Italia". La supposizione è fatta da Valentina di Palermo che preferisce restare anonima. "A parte il prezzo esagerato, nelle proposte fatte dall’Ambasciata fino ad ora, la cosa più problematica era poi muoversi all’interno dell’Europa con tutte le restrizioni e alla ricerca di mezzi propri. I voli offerti arrivavano a Milano, anche il primo, nel centro dell’emergenza italiana: e come facevano le persone a muoversi? Adesso che la situazione si sta sbloccando in Italia sarebbe auspicabile organizzare un volo di rimpatrio verso Roma così com’è stato organizzato in Uruguay". Secondo lei molti italiani non sono riusciti a prendere i voli precedenti per svariati motivi tra cui il "poco preavviso per poter prenotare un posto e i pochi collegamenti interni". "Il problema denaro, non è cosa da poco" aggiunge. "Molta gente bloccata qui ha finito i soldi, chi è a Santiago sta nel cuore della pandemia, privo di assicurazione sanitaria (perché le assicurazioni internazionali, in molti casi scadute, non coprono per Covid) e con gli ospedali completamente collassati".

ROBERTO CATALANO INDIGNATO CONTRO LA FARNESINA

Roberto Catalano, romano residente in Cile, sarebbe dovuto tornare in Italia a metà marzo per chiudere una vendita che però nel frattempo ha perso. "Con le compagnie aeree la fregatura è dietro l’angolo, c’è sempre il rischio che qualcosa vada storto. Gli avvisi che mandano per mail non sono mai così precisi. Per esempio a me avevano annullato il volo Madrid-Roma ma non il Santiago-Madrid. Dopo varie vicissitudini comunque sono riuscito a cambiare il mio volo con Iberia per i primi di luglio, speriamo. I prezzi proposti dalla compagnia Neos erano assurdi considerando che io a dicembre del 2019 ho pagato 600 euro per il viaggio di andata e ritorno. Perché non ci potevano essere degli sconti di gruppo?". In questa vicenda di cui è stato vittima si è fatto un’idea precisa: "Con i pochi mezzi a disposizione qui l’Ambasciata ha fatto quello che ha potuto cercando di tappare qualche buco all’abisso creato dal ministero degli Esteri. Questo è quello che ho potuto constatare in prima persona. La cosa più brutta come cittadino italiano è vedere l’atteggiamento avuto dalla Farnesina nella comunicazione. Non hanno fatto niente ma si sono continuamente auto-celebrati".

Matteo Forciniti