La Cancelliera tedesca Angela Merkel e il Presidente francese Emmanuel Macron, assieme ad altri quattro leader - Danimarca, Spagna, Belgio e Polonia - hanno inviato una lettera alla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, per chiedere un piano uniforme e organico per affrontare la prossima ondata di contagi da coronavirus o nuove future pandemie. Tra i sei firmatari manca l’Italia, pur essendo stato il Paese dell’Ue più colpito dalla pandemia, assieme alla Spagna quantomeno per entità del prezzo pagato in termini di vittime e impatto sulla propria economia.

Nella lettera, intitolata "Come assicurarci che la Ue sia preparata alla pandemia" i leader europei sottolineano la caotica risposta all’infezione da Covid19, nella quale sono morte 184.256 persone. I leader dunque sollevano interrogativi sulla effettiva preparazione dell'Ue ad affrontare problemi simili. Macron e Merkel sottolineano dunque la necessità di un approccio comune europeo, soprattutto in vista di una possibile seconda ondata. Lo scopo del piano sarebbe quello di rafforzare la "resilienza" dell'UE a nuove crisi pandemiche, investendo anche la gestione comune della sanità: dispositivi di protezione, macchinari, farmaci, vaccini ecc.

Attualmente, la Commissione non ha competenza in materia sanitaria, che è demandata invece alla discrezionalità dei singoli Stati membri. La proposta nei suoi aspetti più significativi sarebbe quella di centralizzare i dati, monitorarli costantemente e confrontarli, ma nello stesso tempo includerebbe la fissazione di "stock minimi" di materiale sanitario per assicurare la corretta gestione della crisi e il coordinamento delle forniture. Proprio sul fronte dei dispositivi di protezione, l’Ue dovrà trovare "nuovi partner commerciali", per ridurre la "dipendenza dalle catene di fornitura dei singoli Paesi".

Così come è accaduto dallo scorso marzo, con mascherine e ogni altro tipo di dispositivo di protezione diventato quasi introvabile sul mercato, considerando che buona parte della produzione mondiale arrivava dalla Cina, alle prese essa stessa con la pandemia. Ma la preoccupazione di una seconda ondata della pandemia non è solo europea. Dagli Stati Uniti si fa sentire il professor Anthony Fauci, virologo consigliere del presidente Trump. Secondo Fauci le future infezioni sono inevitabili e si deve avere personale, test e risorse per identificare i casi e tracciare i contatti.

Su quanto accaduto e sulla diffusione del virus il virologo osserva che a dicembre e gennaio i cinesi non sono stati molto trasparenti nel dare informazioni. Fauci promette che in autunno ci saranno abbastanza informazioni per sapere se i vaccini sono sicuri ed efficaci. C'è ottimismo, promette il virologo, la speranza è di averli disponibili tra fine anno e inizio 2021. Una buona notizia certamente, anche se i prossimi mesi saranno tutti da monitorare in vista della seconda ondata di contagi che appare sempre più inevitabile. Questa volta però, giurano gli esperti, saremo più preparati e pronti ad affrontare le emergenze.

Margareth Porpiglia