Sembrerebbe che il PD sottovaluti sia i problemi che il partito ha in America Latina, sia l'instancabile opera di Merlo che continua ad avvolgere il continente latino americano con la sua rete organizzativa molto simile a una ragnatela. Qual è la risposta del PD per contrastare il disegno di Merlo? Sia la logica che la opportunità politica vorrebbero che si organizzasse per difendere la posizione di maggioranza che ha avuto da sempre in America Latina, dove eleggeva un senatore e un deputato. Alle ultime elezioni però, questa posizione è saltata per un errore banale nel formare le liste, scambiando all’ultimo momento le candidature.

Fausto Longo senatore uscente, invece di essere confermato al Senato come era naturale, all’ultimo momento con la campagna elettorale già avviata, con accordi fatti con il PS Argentino e con altri alleati, con i circoli sulla base della certezza che il candidato al senato sarebbe stato Longo mentre alla camera veniva riconfermato Fabio Porta, arriva la comunicazione che a Roma si era deciso di invertire le candidature. Una scelta che ha demotivato i circoli non coinvolti nella stessa ed ha indebolito tutta la campagna elettorale, per altro in seguito caratterizzata da brogli che sono ancora sotto la lente della magistratura. Il risultato finale di questa scelta è sotto gli occhi di tutti, ma lo ricordo lo stesso per rinfrescare la mia memoria sulla vicenda.

Abbiamo perso il senatore che avevamo sempre eletto, ci siamo ritrovati con un rapporto in crisi con il PSA e se ci pensiamo bene, abbiamo perso anche il deputato. Già, perché dell’eletto Fausto Longo non si hanno notizie né del suo operato in parlamento dove pare abbia presentato solo un disegno di legge, oltre a qualche emendamento a una legge esistente né di altre attività in favore della comunità. Migliore sorte non riscontriamo sulla sua presenza in mezzo alla comunità che lo ha eletto infatti, che sembra non l’abbia più visto e una parte non lo ha ma visto né prima né dopo le elezioni. Mi riferisco ad esempio all’Argentina e al Cile. Questo metodo pare corrisponda anche a quello utilizzato dopo la prima elezione.

Ma forse la sua assenza è dovuta all’impegno della campagna elettorale che conduceva in Brasile dove si era candidato per le politiche, raccogliendo appena 9042 voti risultando il 278° su 70 deputati da eleggere. Questo parlamentare a cavallo tra due patrie indeciso su quale scegliere, non ha certo portato grande apporto in termini di voti, alla causa della sinistra italiana. Nel 2008 si candidò nelle liste del PSI senza successo pigliando appena 1377 voti. Per essere eletto ha dovuto puntare sulla generosità del PD, che per fare sopravvivere una sigla ormai priva di contenuto anche politico, lo ha candidato al senato nel 2013 servendogli su un piatto d’argento ben 29077 voti ed il seggio a Palazzo Madama. Esiste una vecchia massima latina che così recita: "errare umanum est sed perseverare est diabolicus". Bastava applicare il vecchio metodo che usava una volta, quando prima di scegliere un candidato per riconfermarlo, si tiravano le somme sull’attività e l’impegno del personaggio per capire che Longo non era riconfermabile. Invece si è voluto insistere riportandolo in parlamento, non si sa per quali meriti, considerando come si era comportato precedentemente.

Forse non era sbagliato chiedere le dimissioni a Longo, nel momento in cui ha ufficializzato la sua candidatura in Brasile, come non sarebbe sbagliato ora chiedere le sue dimissioni, considerato come continua a rappresentare l’area politica che lo ha riportato in parlamento nel continente Latino Americano, dove ormai il PD risulta completamente scoperto ed in balia della politica espansionistica di Merlo e delle sue truppe. Ma il PD, continua a sottovalutare l’America Latina, se alla fine con una decisione certamente non illuminata, fa rappresentare quel continente ad uno che non è nemmeno iscritto all’AIRE, che in America Latina ha creato un poco di confusione che stiamo ancora pagando, mentre era giusto aspettarsi che a quel posto venisse chiamato chi di America Latina si è sempre occupato con capacità ed attaccamento politico garantendo la sua presenza instancabile in mezzo alle comunità. Ma forse a qualcuno potrà venire in mente, speriamo, che si è sempre in tempo per chiedere le dimissioni di Longo, per avere una rappresentanza vera dell’America Latina in parlamento.

SALVATORE AUGELLO

SEGRETARIO GENERALE USEF