Il grido degli italiani dimenticati dalla Farnesina di Luigi Di Maio avvolge il Sud America. Dopo aver dato ampio spazio all’Uruguay e poi anche all’Argentina e al Cile oggi Gente d’Italia approda in Brasile per dar voce alle numerose testimonianze dei connazionali bloccati. Oggi gli occhi di tutto il mondo sono puntati sul gigante sudamericano che si è trasformato nel principale focolaio della pandemia nonostante la continua negazione del presidente Bolsonaro. Seppur notevolmente diminuiti rispetto alle settimane scorse, sono ancora tanti gli italiani che vorrebbero tornare a casa. Anche qui per salire sul volo speciale del 14 maggio operato dalla Neos bisognava sborsare una cifra esorbitante, quasi mille euro per un San Paolo-Roma-Milano. Oltre ai prezzi altissimi, la scelta di partire solo da San Paolo ha di fatto tagliato fuori tutti gli altri italiani bloccati in Brasile viste le enormi distanze. Chi ha potuto ha cercato di arrangiarsi con altri viaggi anche se molti accusano le compagnie aeree di vendere continuamente voli che poi cancellano subito dopo.

Nicola Guidotti bloccato su un’isola

Nicola Guidotti, lucchese, si trova a IlhaBela, un’isola nello stato di San Paolo dove è stato bloccato l’accesso con l’avanzare del coronavirus e che a breve lo farà entrare nella clandestinità. "Per le mie condizioni di salute vivo tra l’Italia e il Sud America cercando di evitare il freddo per un problema alle gambe. Il mio volo di rientro è stato cancellato già 4 volte, le cose cambiano continuamente ma per il momento il volo dovrebbe esserci il 24 luglio ma non si sa mai. Io sto in un'isola, qui hanno bloccato il traghetto da più di 2 mesi, non si esce e non si entra. Ci vuole un autorizzazione del sindaco che è impossibile ottenere. Ho mandato email a tutti, anche alla Polizia federale per vedere se mi prolungavano il visto dato che è in scadenza e rischio una multa di 100 reais (circa 30 euro) al giorno. C’è bisogno di un accordo bilaterale tra il Brasile e l’Italia per consentire a tutte quelle persone che si trovano con il visto in scadenza di poterlo prolungare".

Matteo Guerra e Larissa de Almeida: "Più di 300 italiani bloccati nel nordest"

Matteo Guerra e Larissa de Almeida Medeiros vivono a Trieste ma adesso si trovano a Natal. A loro il volo della Tap è stato cancellato ben 7 volte in questo periodo di emergenza: "La previsione è che qui l’aeroporto possa riaprire solo a settembre. Proprio per questo abbiamo comprato un altro volo a fine giugno con partenza da San Paolo anche se ci dobbiamo fare carico del viaggio per arrivare lì. Si dice che ci sono più di 300 concittadini bloccati nel nordest brasiliano, perché allora non si può organizzare un volo di rimpatrio anziché andare a San Paolo?". Larissa interviene poi sul tema dell’assistenza che offre il Consolato agli italiani in difficoltà e che potrebbe non essere sufficiente in questo contesto paradossale: "Offrono un prestito da restituire in breve tempo ma se le compagnie aeree vendono voli e poi li cancellano subito dopo come fa uno a tornare a casa? Mio marito ha sospeso l’attività e io ho perso il lavoro. Siamo qui con la mia famiglia (per fortuna) ma uno che non ha nessuno come fa? Le risposte del Consolato per e-mail sono tipo copia incolla, questo non mi sembra umanitario e nemmeno rispettoso verso di noi. Abbiamo la sensazione di essere dimenticati. Il sentimento è di angoscia, di non poter rivolgersi alle autorità competenti per richiedere aiuto".

Massimiliano La Masa con la preoccupazione della madre anziana

A Salvador de Bahia si trovano invece, fermi dal 17 marzo, Massimiliano La Masa e la madre settantottenne che abitano a Roma. "Visto che continuano a cancellarci i voli ormai non sappiamo più quando potremmo tornare a casa. L’ultima prenotazione è per il 12 luglio ma dobbiamo arrivare a Recife. Noi dobbiamo rientrare al più presto perché mia madre ha problemi di salute e ha bisogno di assistenza. Fino ad ora non abbiamo ricevuto nessuno aiuto dallo Stato italiano che qui non ha organizzato nessun volo umanitario".

Loredana Caniglia e Marco Tonon: "Tante spese non previste in questi mesi"

"Dovevamo restare 3 mesi e invece sembra che almeno fino a luglio non ci sarà la possibilità di tornare" raccontano Loredana Caniglia e Marco Tonon, una coppia trevisana venuta in vacanza a Natal. "Noi siamo in affitto e stiamo sostenendo delle spese non previste, tra cui anche l’assicurazione sanitaria perché non c’è alcuna convenzione tra Italia e Brasile. Il comportamento anomalo delle compagnie aeree che cancellano continuamente i viaggi e di alcune agenzie non ci permette di pianificare il rientro serenamente. Siamo ultrasettantenni, per noi affrontare un viaggio di 2 o 3 giorni e senza poi avere la certezza del collegamento per l’Italia come successo per noi sarebbe molto difficile".

Vilma Ferreira: "Noi abbandonati dall’Italia. Una vergogna"

"Sono ancora giù di morale, ieri il Consolato mi ha confermato ancora una volta che siamo abbandonati" dice da Recife Vilma Ferreira, italobrasiliana da venticinque anni residente nella provincia di Pordenone. "Questa situazione mi sta provocando stress attacchi di panico, sto veramente male. In Italia ho lasciato mio figlio e la mia vita, ho dovuto anche chiudere il locale che avevo. Mi stanno arrivando bollette una dietro l’altra e non so più come fare. Sono disperata". Recentemente Vilma ha portato alle autorità italiane l’elenco dei 6 italiani bloccati a Recife chiedendo se può essere organizzato un volo speciale con tariffe ridotte: "Molti di noi hanno finito i soldi dato che sono rimasti oltre il previsto. Loro mi hanno detto che bisogna solo aspettare se ci saranno i voli di linea ma noi non abbiamo più tempo. La situazione è diventata assurda, gli altri europei sono riusciti a partire ma qui per noi non è stato mai organizzato un volo con i fondi europei. Il comportamento del ministero degli Esteri nella gestione di questa emergenza è stato vergognoso".

MATTEO FORCINITI