Un timido segnale di ripresa per la letteratura italiana: dopo gli anni d’oro delle grandi traduzioni all’estero (Calvino, Vittorini, Bassani, Quasimodo, Montale ecc.), gli stranieri hanno ripreso a corteggiare i libri di casa nostra. In testa alle nuove tendenze troviamo i compianti Umberto Eco e Andrea Camilleri, Alessandro Baricco ed Elena Ferrante. I dati sono incoraggianti e non riguardano solo le grandi firme della letteratura nostrana. Anche se nella classifica dei best seller più gettonati all’estero troviamo, nell’ordine, "Le avventure di Pinocchio, storia di un burattino" di Carlo Collodi, "Il nome della rosa" di Umberto Eco, "La Divina Commedia" di Dante Alighieri, "Va' dove ti porta il cuore" di Susanna Tamaro e "Gomorra" di Roberto Saviano, diventati oramai dei long seller. C’è poi un mercato a parte che coinvolge anche la saggistica e gli scolastici grazie al ruolo che la lingua italiana svolge nel pianeta – è il quinto idioma più studiato – e che riguarda testi italiani destinati a scuole, dipartimenti universitari, istituti di cultura. Ora c’è una grossa novità. "Abbiamo individuato nuove linee di promozione internazionale della nostra editoria con il decreto Cura Italia: la proiezione della nostra cultura nel mondo porta avanti una nuova idea di sviluppo" ha sottolineato la viceministra degli Esteri Marina Sereni alla presentazione del sito New Italian Books, nuova vetrina online per il libro italiano. Il portale (newitalianbooks.it) è promosso dal Ministero degli Esteri, dall’Istituto dell’Enciclopedia italiana Treccani, dal Cepell (Centro per il libro e la lettura del ministero per i Beni e le attività culturali) e dall’Associazione italiana editori. La piattaforma è in italiano e inglese e contiene recensioni, inchieste, notizie sui volumi appena usciti, come spiega il curatore Paolo Grossi. Nel bollettino di lancio compare un’intervista a Jonathan Galassi, editore e traduttore negli Usa di Leopardi e Montale. "Il sito è anche un veicolo per conoscere direttamente gli autori italiani" aggiunge Romano Montroni, presidente del Cepell. In un anno di sofferenza, causa pandemia, secondo il direttore generale di Treccani ed ex Ministro dei beni culturali, Massimo Bray, "il mondo della cultura ha dimostrato di saper fare comunità dato che New Italian Books si inserisce in questo processo". E gli editori hanno accolto con piacere questa promozione del libro italiano fuori dai confini: "Quest’anno rischiamo di perdere un miliardo di fatturato, un terzo del totale. Otto editori su dieci, specialmente piccoli, temono di non rimanere in piedi" sostiene Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione italiana editori (Aie), nativo di Montevideo, già parlamentare del Partito Democratico. Nonostante sia saltato il salone del Libro di Torino, ora si guarda con un certo ottimismo alle fiere del libro di Parigi nel 2022 e di Francoforte nel 2023 con l’Italia ospite d’onore. La Farnesina ha deciso di giocare un ruolo attivo "con trecento fra ambasciate, consolati e Istituti di cultura", ha sottolinea Roberto Vellano, direttore centrale agli Esteri per la promozione della cultura e della lingua italiana alla presentazione del sito. "Curiamo eventi come la Settimana della lingua italiana nel mondo – ha aggiunto Vellano - che quest’anno avrà per tema ‘L’Italiano fra parola e immagine’, con un’attenzione a graphic novel e fumetto". Novità anche per gli autori contemporanei: sul fronte traduzioni, il prossimo anno uscirà sul mercato inglese "Il colibrì" di Sandro Veronesi, edito in Italia da La nave di Teseo, per Weidenfeld & Nicolson. Lo ha annunciato il direttore editoriale della casa londinese, l’italiano Federico Andornino: "Siamo appena usciti con ‘Divorare il Cielo’ di Paolo Giordano in Italia edito da Einaudi – ha spiegato - e ora puntiamo su Veronesi. All’estero piacciono le storie con un respiro globale che raccontano un’Italia viva e problematica". Che il libro italiano nel La home page del sito mondo sia apprezzato lo ricorda anche Helena Janeczek, premio Strega 2018: "Ci sono però tante piccole patrie europee che fanno un grande lavoro per i loro autori. La concorrenza è spietata, se non sei un bestseller". Sono libri che grazie al passaparola hanno superato i confini geografici, linguistici e culturali, diventando un messaggio universale. In totale si può affermare che gli autori italiani tradotti all’estero siano aumentati del 36,5% negli ultimi 4 anni nel resto del mondo, secondo una recente indagine dell’Associazione Italiana Editori. Nel 2018 le case editrici italiane hanno venduto all’estero complessivamente 5.914 diritti di edizione ai loro colleghi stranieri. Sono naturalmente sempre meno dei libri comprati in Italia, pari a 10.685 titoli. In termini percentuali le vendite sono cresciute dell’11,7% e gli acquisti del 2%. Le case editrici italiane mostrano più competenze nell’affrontare i mercati stranieri. Ormai hanno tutte un proprio ufficio diritti e curano in modo professionale i rapporti con i possibili acquirenti. Se guardiamo al lungo periodo e consideriamo l’andamento del mercato negli ultimi quindici anni, la curva è ancora più favorevole: le vendite dei diritti nel 2001 riguardavano 1.800 titoli. Per arrivare agli oltre 5.900 di oggi si calcola un incremento del 228,6% (un +16,3% di crescita media annua). All’inizio del millennio era solo il 3,2% dei titoli pubblicati ad aver incontrato il favore delle case editrici straniere, mentre ora il valore è salito al 10 per cento. Questo grazie anche al modo di scrivere degli autori italiani che hanno assimilato i metodi di scrittura che vanno maggiormente alla moda. Invece trova una certa difficoltà alla diffusione straniera la letteratura non di genere e che non è di intrattenimento. Il romanzo letterario puro è più difficile che venga tradotto, la gente in questo momento preferisce il giallo e il noir. A farla da padrona è ancora la narrativa che equivale oltre un terzo della vendita di diritti alle case editrici estere (il 36,2%), con un incremento del 251,9% (nel 2007 era il 17,2%). Un altro terzo è in mano alla letteratura per l'infanzia (36,1%), mentre la saggistica negli ultimi anni ha perso terreno passando dal 28% del 2007 a poco più del 16% attuale. A comprare i nostri libri sono soprattutto i paesi europei, in testa la Spagna con circa mille titoli seguita dalla Francia dove Andrea Camilleri scala le classifiche. In Gran Bretagna c’è la scoperta del libro italiano, anche per la forte presenza di nostri connazionali. In testa alle preferenze Roberto Saviano, Marco Missiroli, Edoardo Albinati. L’Istituto italiano di cultura promuove le traduzioni dando cinque contributi ogni anno, dai 1500 ai 5mila euro. L’Europa rappresenta di metà dei diritti di traduzione mentre si stanno aprendo nuovi mercati, in particolare quello asiatico che tocca il 15% del totale delle esportazioni con in testa le librerie cinesi. Grande attenzione viene posta dagli editori a nuove fiere da Beijng a Hong Kong, da Budapest a Bucarest, da Istanbul a New York che vedono le vendite italiane salite del 200 per cento. Gli Stati Uniti hanno finalmente superato la diffidenza verso la nuova letteratura e saggistica italiana dove e vendite sono cresciute del 15 per cento con attenzione alle grandi firme del Novecento, da Primo Levi a Giorgio Bassani, da Natalia Ginzburg a Elsa Morante. Ma il vero fenomeno italiano negli Stati Uniti è rappresentato da Elena Ferrante, la scrittrice misteriosa che sta conquistando i lettori comuni e gli addetti ai lavori, pubblicata da Europa Editions, versione americana della casa editrice E/O. Sandro Ferri, che ne è alla guida insieme alla moglie Sandra Ozzola, ha voluto rischiare e ha vinto la scommessa.

MARCO FERRARI